Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Corriere-"Psicologo in classe, aiutiamo di più i bambini"

Corriere-"Psicologo in classe, aiutiamo di più i bambini"

Tra docenti e genitori cresce l'adesione all'appello dello psichiatra infantile Giovanni Bollea per un sostegno fin dalle elementari "Psicologo in classe, aiutiamo di più i bambini" Gli e...

28/05/2002
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Tra docenti e genitori cresce l'adesione all'appello dello psichiatra infantile Giovanni Bollea per un sostegno fin dalle elementari

"Psicologo in classe, aiutiamo di più i bambini"

Gli esperti: due minori su 10 soffrono di disturbi, ma la scelta di aprire uno sportello è affidata ai singoli istituti

Per una volta il termine "allarme" non è sprecato. Venti giorni fa Giovanni Bollea, padre della psichiatria infantile, sulle pagine del Corriere della Sera ha attirato l'attenzione su una nuova emergenza: il malessere dei bambini. Sarebbero addirittura due su dieci i minori con difficoltà psicologiche. Le manifestazioni sono diverse: bullismo, rifiuto della scuola, disturbi dell'alimentazione sono solo i più evidenti. Il noto psichiatra è promotore di una petizione popolare per richiedere la psicoterapia convenzionata, cioè gratuita o semigratuita, per tutti coloro che hanno bisogno di cure. Eppure un modo per permettere ai ragazzi di poter contare sul sostegno di uno specialista "a portata di mano" ci sarebbe. Basterebbe portare gli psicologi nelle scuole. In Lombardia, e soprattutto a Milano, sono numerose le esperienze che vanno in questo senso. Ma l'iniziativa è sempre demandata alla scuola stessa. E i tagli alla spesa scolastica non fanno pensare a inversioni di rotta. "Ormai da 30 anni si parla di rendere obbligatorio lo psicologo a scuola. Ma tutto resta in alto mare - lamenta Anna Oliverio Ferraris, psicologa dell'età evolutiva -. Si tratterebbe di un intervento utile. Per cominciare, perché lo psicologo sarebbe messo in condizione di fornire un servizio di counseling a genitori e insegnanti. Nella stragrande maggioranza dei casi, la psicoterapia diretta al bambino non serve. Anzi, rischia di essere controproducente, il ragazzo potrebbe convincersi di essere "sbagliato"".
Secondo Oliverio Ferraris, la presenza dello psicologo a scuola avrebbe anche il vantaggio di portare allo scoperto situazioni di disagio sottotraccia, ma non per questo trascurabili. "A scuola lo psicologo incontra ragazzi con cui difficilmente sarebbe mai venuto in contatto in altri contesti - rileva Gustavo Pietropolli Charmet, psicologo, esperto di problemi dell'adolescenza -. Ciò non toglie che si tratti di un lavoro delicatissimo e di responsabilità. Nelle scuole vanno mandati i professionisti più bravi. Per finire, vorrei invitare a non drammatizzare il problema. Forse oggi questo disagio è maggiormente percepito dagli adulti".
Tra i più allarmati, oltre ai genitori, ci sono gli insegnanti. In stragrande maggioranza favorevoli alla presenza dello psicologo a scuola. Già a partire dalle elementari. "Questo professionista sarebbe un intermediario autorevole nei momenti in cui è necessario chiamare in causa la famiglia", sottolinea Maria De Prisco, docente alla scuola media Gandhi di Milano. Aggiunge Nicoletta Castagna, della media Rodari: "In certi casi la presenza dello psicologo è fondamentale, non si può affidare la salute psicologica del ragazzo all'intuito dell'insegnante". "Senza contare che lo psicologo potrebbe dare preziose indicazioni agli insegnanti su come gestire le situazioni più delicate con i ragazzi", suggerisce Carmela De Simone, maestra in una elementare di San Donato (Milano).
A oggi, le scuole che cercano il supporto di uno psicologo hanno due strade. Grazie all'autonomia, possono rivolgersi a un libero professionista. Oppure ci sono i servizi dell'Asl. Spiega Anna Sacchetti, responsabile del servizio Famiglia, infanzia ed età evolutiva: "In città sono presenti 13 centri di psicologia del bambino e dell'adolescente, a cui gli insegnanti possono rivolgersi direttamente. Poi ci sono le attività svolte a scuola. Alle elementari, per esempio, abbiamo attivato quattro programmi: contro il bullismo, di educazione sessuale, per la prevenzione dei maltrattamenti e per la prevenzione della pedofilia. Riusciamo a malapena a soddisfare tutte le richieste. Gli sportelli psicologici a scuola al momento sono in tutto 88, di cui 12 alle medie inferiori e il resto alle superiori".
Si può fare di più? "Sicuramente sì. A patto che sia scelta la via dell'integrazione. L'importante è che lo psicologo privato comunichi con il collega dell'Asl e viceversa. E' necessaria un'azione di coordinamento". Un appello che non cade nel vuoto, visto che il piano sociosanitario regionale prevede l'esternalizzazione di numerosi servizi.
Rita Querzé