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Corriere-Roma-Anche i professori di religione per il tempo pieno

Anche i professori di religione per il tempo pieno Le "acrobazie" dei presidi per rispettare l'orario lungo: dove c'erano due insegnanti ne rimane uno Classi a tempo pieno, le scuole combatton...

07/10/2003
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Corriere della sera

Anche i professori di religione per il tempo pieno

Le "acrobazie" dei presidi per rispettare l'orario lungo: dove c'erano due insegnanti ne rimane uno

Classi a tempo pieno, le scuole combattono i tagli con fantasia e flessibilità. E molti presidi, seppur con fatica, sembrano già prepararsi ai cambiamenti della riforma Moratti che dovrebbero prevedere, per l'anno prossimo, non più 40 ore settimanali per il tempo pieno, ma 27 ore per le attività obbligatorie, 10 per la mensa, mentre l'uso delle altre tre sarà deciso dai genitori. Ma quest'anno i tagli al tempo pieno sono stati una brutta sorpresa. Cosicché i presidi, in molte circostanze, non hanno avuto cuore di annullare, di punto in bianco, le richieste dei genitori. E hanno deciso di risolvere il problema con quello che si ha a disposizione: fantasia, appunto, disponibilità e flessibilità. Ecco alcuni casi.
Se non ci sono i docenti, come si fa a trattenere gli alunni fino alle 16.30? Semplice, si tolgono insegnanti da una classe per inserirli in un'altra. È quel che accade alla scuola elementare Pisacane di via dell'Acqua Bullicante (500 iscritti, di cui 200 stranieri). "Solo pochi giorni fa - dicono dalla direzione - è arrivata la docente nominata dall'ex Provveditorato, ma per garantire il tempo pieno a tutti quelli che lo avevano richiesto, abbiamo dovuto eliminare le contemporaneità, in alcuni casi dove c'erano due insegnanti nella stessa ora, li abbiamo dovuti dividere".
C'è chi, per tamponare la situazione, è dovuto ricorrere ad insegnanti di altre materie come il professore Ignazio Mazara, preside della scuola elementare Gesmundo di piazza de Cupis, Tor Sapienza (721 gli alunni iscritti), che per garantire il tempo pieno a delle classi in più si è visto costretto a utilizzare anche docenti di lingue e religione. "Perché - dice - se fossi stato ancorato alla normativa non avrei di certo potuto accogliere molti bambini".
Ogni scuola ha il suo progetto o, meglio il suo Pof (piano dell'offerta formativa), studiato anche per esaudire le richieste degli iscritti rimasti fuori dai tagli. Alla media Petrarca di via Camilla, al quartiere Appio, una classe era rimasta senza il tempo prolungato. Allora la scuola ha scelto di programmare il cosiddetto tempo potenziato con attività curricolari gratuite e i genitori per far restare i propri figli a scuola fino alle 15.30 devono dare un piccolo contributo per la mensa.
Ma ci sono anche quartieri in cui i genitori degli alunni lavorano fino a tardi. È il caso dei piccoli dell'elementare Basile di via Merope 24, a Torre Angela, con ben 710 iscritti. "Alcuni bambini - dice il preside Livio Durantini - usciti da qui non saprebbero proprio dove andare, dopo il tempo pieno restano con noi. Quest'anno una quarantina di loro si trattengono a scuola fino alle 19.45 senza pagare le rette del post-scuola. Fanno i compiti, frequentano corsi di recupero, giocano e fanno ginnastica.
Oltre al tempo pieno, ogni scuola ha risolto in parte il problema dei tagli con il tempo modulare: si esce 2 volte alle 16.30 e gli altri giorni alle 13.30, ma c'è anche chi, come gli alunni dell'elementare di via Mondovì, esce alle 15, "soluzione che - dice un genitore - è sempre meglio che niente".
Ma ci sono anche scuole che, loro malgrado, hanno rifiutato le richieste di tempo pieno degli alunni. Duemila sarebbero le domande inevase secondo Domenico Montuori dei Cobas Scuola che, a proposito dei docenti tolti dalla compresenza con un altro collega nella stessa classe e trasferiti nelle aule del tempo pieno, commenta: "Così si va incontro alle famiglie, ma si danneggia la programmazione".