Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Corriere: Scuola, sì alla fiducia È scontro sulla riforma

Corriere: Scuola, sì alla fiducia È scontro sulla riforma

Scuola Il Pd: democrazia interrotta. La Gelmini: disponibilità a ragionare c'è sempre stata

08/10/2008
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Voto alla Camera. I sindacati: sciopero

Per il ministro Gelmini si tratta non di riforma ma di «una manutenzione della scuola»

ROMA — La Camera ha votato ieri sera la fiducia al governo sul decreto legge per la scuola che, tra le altre cose, prevede il ritorno al maestro unico e del voto in condotta. Domani il voto finale dell'aula, poi il decreto passerà al Senato. Ma proprio il ricorso alla fiducia ha spinto i sindacati a reagire con durezza e adesso, oltre alla Cgil, anche Cisl e Uil minacciano lo sciopero. «La fiducia al decreto legge su un tema delicatissimo come la scuola è una scelta grave e sbagliata», ha detto il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. Anche per la Uil non va bene governare a colpi di maggioranza: «Questo è un vero e proprio atto di forza nei confronti del Parlamento — dice Massimo Di Menna —. Andremo ad una mobilitazione forte».

«I sindacati sciopereranno? Ascoltino invece il presidente della Repubblica», manda a dire Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati del Pdl. E il ministro? Non se la prende, dice che «la mia più che una riforma è una manutenzione della scuola che rimette al centro la sfida educativa» e afferma: «c'è sempre stata la disponibilità a ragionare con l'opposizione nel merito dei provvedimenti ». Del resto, la sostiene con forza Silvio Berlusconi che in conferenza stampa, la settimana scorsa, così rispondeva sull'opportunità di ricorrere al decreto legge: «Il dibattito parlamentare non sarà sacrificato. Ci saranno settimane e settimane per discuterne ». Ma quali settimane e settimane, replica l'opposizione. «Questa è una democrazia interrotta», insorgono nel Pd. Giuseppe Fioroni, ex ministro dell'Istruzione del centrosinistra, parla di «fretta » del governo: «Si vuole far presto perché ci si vergogna per quello che si sta facendo, cioè la distruzione della scuola pubblica».

L'Idv ha votato no perché, dice Antonio Di Pietro, «quale manutenzione, questo è lo sfascio, con il voto in condotta e il ripristino del grembiule il governo ha gettato fumo negli occhi degli italiani, per prendersi l'arrosto, cioè il risparmio di tagli sconsiderati dei docenti, da 90.000 a 130.000 in quattro anni». Anche l'Udc ha votato no, non ravvisando «alcun carattere d'urgenza nel ritorno al voto in condotta. Mentre la fiducia — dice Luisa Santolini— avanza il sospetto che l'unico criterio di urgenza sia quello di venire incontro ai tagli di Tremonti». «La realtà si incaricherà di smentire tutte le accuse», è la replica del deputato del Pdl Fabio Garagnani.