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Corriere: Vicenza, a casa 150 bidelli o tecnici

Proseguono le nomine dei precari. Ma c’è chi non avrà più un posto di lavoro I sindacati: «Non si riuscirà a garantire servizi come le mense»

01/09/2010
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Corriere della sera

VICENZA — Operazioni che terminano alle dieci di sera, volti rigati dalle lacrime e urla di gioia per aver strappato qualche ora di insegnamento nell’altopiano di Asiago dove, per la distanza, fino a qualche anno fa quasi nessuno voleva andare. Nel Vicentino le nomine dei precari della scuola procedono in velocità, senza nascondere la seconda tranche dei tagli ministeriali già annunciati. Ma se fino a poco fa c’era la speranza di riuscire ad agguantare qualcosa, tra lunedì e ieri insegnanti e collaboratori scolastici si sono scontrati con una realtà fatta di numeri. «Il primo risultato sono 150 Ata (assistenti, tecnici, amministrativi) senza lavoro - è il commento amaro di Sebastiano Campisi, segretario provinciale del comparto scuola per la CGIL, che lunedì ha seguito la fase delle nomine dei collaboratori all’istituto Pigafetta di Vicenza - e oltre al dramma personale c’è quello delle scuole che non riusciranno a garantire i servizi. Tra poco toccherà alle famiglie accorgersi di quanto sta succedendo, basti pensare agli effetti sulle mense». Nel Vicentino tra le 150 e 170 persone che per anni hanno lavorato con incarichi annuali in qualità di bidelli, di tecnici o di amministrativi nelle varie scuole della provincia da domani rimangono senza un lavoro, seppur precario. «E’ un dramma sociale - riprende Campisi - ho visto una donna piangere perché le è stato proposto un contratto di 12 ore a 57 anni e chiedersi come avrebbe fatto a sopravvivere con 300 euro al mese. Non c’è futuro». E non sembra andar molto meglio agli insegnanti: «Nella classe di concorso di lettere alle superiori - afferma il sindacalista - c’erano a disposizione 21 cattedre e, con gli spezzoni, si è arrivati al quarantacinquesimo posto della graduatoria che, però, conta 150 nomi. Le aspettative di lavoro dei 100 che non hanno ottenuto nulla non potranno concretizzarsi». Quest’anno, ad essere più di tutto toccati dai tagli, secondo i sindacalisti, sono i collaboratori (Ata) e i professori delle superiori. «Non ho mai visto niente di peggio di quanto sta succedendo in questo momento - afferma Tina Cupani, segretaria provinciale della Cisl scuola - C’è la disperazione nella faccia dei supplenti che aspettano la nomina e c’è qualcuno che fa i salti di gioia per aver ottenuto un posto su ad Asiago». Cupani pone l’accento in particolare su come sono state gestite le nomine dei supplenti. «Si fa tutto in maniera troppo veloce, operazioni che gli anni scorsi si facevano in un mese adesso si fanno in 5 giorni. I lavori al Lampertico, poi, lunedì sono terminati alle 10 di sera. Certo, non dipende dal provveditorato che si sta impegnando al massimo, ma dal ministero dell’Istruzione. E chissà come sarà quando comincerà la scuola, non oso immaginare. In tutto questo, infine, si nota l’assenza della politica». In questi giorni, oltre alle nomine dei supplenti, sono stati definiti anche i presidi a scavalco, con due scuole a carico. Si tratta di 29 dirigenti scolastici già a capo di un istituto che andranno a reggerne un secondo, non sempre vicino alla sede. I più colpiti dal fenomeno, con 21 reggenze, sono gli istituti comprensivi. Oggi, intanto, si aprono le scuole per docenti e presidi, tra vecchie conoscenze e nuovi arrivi.