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CROLLO SCUOLA: CGIL, NORME GELMINI PEGGIORANO ANCHE LIVELLI SICUREZZA

''Stanziare piu' risorse con dei piani seri, avviare un monitoraggio effettivo con un arco di priorira' e rivedere alcune scelte di Governo come quella di aumentare il numero degli alunni per classe"

24/11/2008
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(ASCA) - Roma, 24 nov - ''Stanziare piu' risorse con dei piani seri, avviare un monitoraggio effettivo con un arco di priorira' e rivedere alcune scelte di Governo come quella di aumentare il numero degli alunni per classe che definisce delle condizioni ancora piu' precarie per le norme di sicurezza''.
Queste le priorita' d'intervento evidenziate dal segretario della Cgil Scuola, Mimmo Pantaleo, interpellato dall'ASCA sul crollo della scuola a Rivoli.
''Noi - ha spiegato Pantaleo - da tempo denunciamo che sull'edilizia scolastica sono stati tagliati fondi importanti a fronte di una situazione molto preoccupante, e questo anche dai governi precedenti anche se l'attuale governo ha accentuato la situazione. La stragrande maggiornaza degli edifici non ha i certificati apposto, alcuni non hanno nemmeno le certificazioni per i rischi sismisci, altri non sono conformi alla 626, c'e' bisogno di mettere mano a un programma''.
''Si parla tanto di riforma dell'istruzione - ha sottolineato il segretario della Cgil Scuola - ma uno dei punti essenziali per dare senso alla parola 'riforma' e' dare agli studenti le condizioni di lavorare in edifici scolastici sicuri e accoglienti. Invece, la situazione nel nostro paese e' drammatica e si tratta di un problema che coinvolge il Nord come il Sud e il Centro. C'e' bisogno di un monitoraggio preciso degli edifici scolastici, di una mappa piu' dettagliata sulle condizioni reali delle strutture per stabilire delle priorita', bisogna avere un piano sapendo che le competenze sono delle province''.
E allora, ha concluso Pantaleo, ''e' il momento per riflettere e bisogna farlo subito perche' i fatti di Torino possono ripetersi ed e' nostro dovere tutelare i ragazzi perche' non si puo' entrare in una scuola e uscire morti''.