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da Fuoriregistro - 15 dubbi. Che ne pensate?

15 dubbi. Che ne pensate? di Daniele Barca Sono un "giovane" insegnante di materie letterarie in un alberghiero della provincia di Roma: una scuola, credo, come tante altre, con qualche deficit ...

16/12/2001
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Fuoriregistro

15 dubbi. Che ne pensate?
di Daniele Barca

Sono un "giovane" insegnante di materie letterarie in un alberghiero della provincia di Roma: una scuola, credo, come tante altre, con qualche deficit strutturale, con qualche problema di inserimento e disciplina, con qualche difficoltà nell'impegno didattico, ma anche con un cammino virtuoso avviato, con belle esperienze di scuola-lavoro, con una significativa ricerca di linguaggi e strategie nuove. Mi interessavo degli sviluppi della scuola quando c'era il tanto vituperato Berlinguer-De Mauro, mi sono documentato sulle proposte della (a mio parere) meno osteggiata Moratti, per interessi personali in modo sparso cerco di capire storicamente e culturalmente che cosa è successo alla scuola. In questo mio tentativo di capire qualcosa sono arrivato ad un punto in cui mi sembra che sia difficile centrare i veri problemi di fondo della scuola. Attenzione, non quelli di tipo strutturale, ma quelli di tipo formativo, culturale e organizzativo.Purtroppo gli interventi che hanno come a! ! rgomento la scuola e che si leggono sui giornali oscillano tra la critica aprioristica e il rimpianto del bel tempo andato. Meno male che chi scrive in questo prezioso forum, in genere, si fa portatore di un'idea che parte dal proprio vissuto, e quindi è indubbiamente più interessante. Ma è veramente difficile fare chiarezza. Ho deciso perciò di scrivere, elencando, secondo una mia priorità, quali sono i nodi che VERAMENTE strangolano la scuola. E l'ho fatto sotto forma di dubbio. Molti di questi dubbi saranno rifiutati dalla maggiorparte di voi; io entro ogni mattino in classe tenendone alcuni ben presenti. Mi piacerebbe riuscire a confrontarmi con qualcuno.
1 - quanti di noi docenti si sono accorti che si è radicalmente modificato nei nostri ragazzi il modo di apprendere? quanti hanno modificato il proprio modo di insegnare?
2 - quanti di noi sono veramente formati per insegnare? che cosa si fa per supplire (non parlo dei corsi di aggiornamento che, da quando non danno più punteggio, sono deserti)?
3 - molti affermano che non c'è più la scuola di un tempo, e uno dei motivi sarebbe la scuola di massa. Non abbiamo mai pensato che anche l'insegnamento è diventato di massa? e quanto è scaduto per questo motivo?
4 - quale mondo proponiamo ai nostri ragazzi? e quanto sono distanti dal nostro (lo penso io che ho solo venti anni di differenza, figurarsi chi ne ha di più...)? facciamo qualcosa per avvicinarli o, dopo qualche tentativo, scuotiamo la testa e li riteniamo persi per sempre?
5 - credete veramente che tre membri esterni e un presidente assicurino l'attendibilità dei risultati dell'Esame di stato? Il problema della perdita di senso dell'Esame di stato (ma come si fa a valutare la maturità?????) non è forse legato al problema più ampio della perdita di senso della PROVA presso i nostri ragazzi e soprattutto nelle loro famiglie? Non sarebbe più logico togliere il valore legale del titolo e concentrarsi di più sulla formazione (tanto, per determinati lavori serve la laurea, e, non abbiamo statistiche, ma in moltissimi casi non si fa il lavoro per cui ci si è diplomati)?
6 - come mai i ragazzi hanno sempre più difficoltà con l'impianto lineare del libro di testo o del libro in genere?
7 - quanti di noi fotocopiano la programmazione dell'anno prima corretta con il bianchetto (o modificata leggermente al computer) o, peggio, fotocopiano quella del collega che ha capito come si realizza un modulo?
8 - SOLO PER I LICEI, perchè nei professionali lo si fa un pò di più: quanti insegnanti lavorano ancora ex cathedra sentendosi depositari del sapere, unico e immutabile? quanti cercano di intercettare per un attimo le capacità dei singoli alunni o della classe per modificare la lezione? Quanti assegnano senza spiegare?
9 - in quale altro lavoro esiste solo un capo e una famiglia di dipendenti UGUALI? Non si dovrebbero differenziare le funzioni? L'organizzazione di tutto il lavoro di programmazione e coordinamento didattico della scuola non dovrebbe essere fatta da figure specifiche, insegnanti, sì, ma con capacità organizzative? La scuola dev'essere una somma di singole classi o una comunità che si riconosce in strumenti comuni? si dovrebbero sfruttare le capacità o gli studi dei singoli docenti per il bene di tutta la scuola?
10 - quanti di noi riteniamo l'insegnamento una professione vera, come l'architetto, l'avvocato, ecc. e di conseguenza ci aggiorniamo (come gli architetti, ecc)? quanti ritengono che sia qualcosa di artistico, tipo fine dicitore?
11 - che senso ha un orario rigido, impiegatizio (18 h e 40+40 h) per un'attività che richiederebbe altri tempi?
in quale altra professione seria hanno tutti lo stesso stipendio? In quale altra professione seria si avanza solo per anzianità e se si son fatti figli? In quale altra professione c'è un così alto numero di donne? Perchè nell'avanzamento di carriera non contano gli stages, le esperienze di studio, le pubblicazioni (le uniche cose riconosciute sono i corsi postlaurea e i dottorati) che eppure possono essere costati sacrifici economici e di tempo quasi come i figli? Per quanti/quante l'insegnamento full time è in effetti un'occupazione part time? O una seconda attività? o lo scrigno pensionistico? Quali prospettive di carriera, che non siano gli scatti stipendiali automatici, offre questo lavoro per un giovane appena entrato in ruolo?
12 - è vero che, per esempio, chi ha da correggere gli scritti, lavora di più (facciamo un esempio: tre classi per 25 alunni fa 75 compiti per ogni tornata; calcolandone tre per ogni quadrimestre, sono 225, in un anno 450; calcolandone 4 corretti con molta velocità per ogni ora, fanno 112 ore in più, su trenta settimane di lezione, fanno 3 ore in più a settimana)?
13 - quanti di noi vogliono effettivamente una seria verifica esterna del proprio operato? Perchè temere il giudizio dei capi se in ogni altra professione è così (e tanto il rispetto timoroso dell'autorità esiste lo stesso, tutti abbiamo assistito agli atteggiamenti reverenti di molti quando chiedono qualcosa per sè...)?
14 - quanto è triste guadagnare lo stesso stipendio di chi non si aggiorna, di chi non conosce la propria disciplina, di chi non fa nulla per migliorarsi?
15 - ULTIMO DUBBIO: quanti sono meritevoli e capaci e quanti no nella scuola di oggi?....parlavo dei professori, non degli alunni, specchio della società, ma anche dei loro docenti. Qualcosa bisogna pur fare, perchè, da convinto sostenitore della validità della scuola pubblica, se dobbiamo tenerci una scuola pubblica con tutti questi dubbi...


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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