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Da Fuoriregistro-Lettera al Ministro Moratti

Lettera al Ministro Moratti di Roberta Roberti - 21-10-2003 Ciao a tutti, vorrei sottoporvi questa letterina che ho scritto alla nostra amica Leti. E' la mia risposta alla sua missiva d'acco...

21/10/2003
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Fuoriregistro

Lettera al Ministro Moratti
di Roberta Roberti - 21-10-2003

Ciao a tutti,
vorrei sottoporvi questa letterina che ho scritto alla nostra amica Leti. E' la mia risposta alla sua missiva d'accompagnamento al testo della legge 53. Se la condividete (con eventuali suggerimenti e cambiamenti), mi piacerebbe che potesse diventare la risposta di quanti più insegnanti possibili al Ministro, in risposta alla lettera inviata a tutti gli insegnanti e datata Roma, aprile 2003 (ma a me l'hanno data solo il 3 ottobre). A presto!

Gentile Ministro Letizia Moratti,

è a chiunque evidente quanto il Suo lavoro ed il Suo impegno siano stati decisivi in questi ultimi due anni per smantellare ed impoverire la scuola pubblica, e certamente continueranno ad esserlo anche in futuro, quando alla legge di "riforma" dell'istruzione si aggiungeranno i decreti applicativi e la legge finanziaria.
Anche Lei, come gli insegnanti fanno ogni giorno, dovrebbe incontrare davvero nelle aule, nei laboratori e nelle riunioni, non sul set di qualche spot propagandistico, il personale della scuola, gli studenti ed i genitori, ascoltarli e cercare di farsi interprete delle loro speranze ed aspirazioni, con tutto il carico di aspettative per il futuro che queste persone hanno.
Con il Suo contributo, ne sono certa, il progetto di cambiamento del sistema educativo farà risparmiare parecchi soldi allo Stato, ma agli alunni Lei negherà pari opportunità nell'accesso al sapere, tempi adeguati alla loro crescita ed apprendimento, rapporti educativi continuati e significativi, attenzione alle attitudini, alle vocazioni ed ai progetti di vita.
La scuola riuscirà sempre meno ad affiancare le famiglie nella funzione educativa, perchè i gruppi classe si indeboliranno, bambini e ragazzi cambieranno spesso compagni ed insegnanti, il tempo scuola sarà ridotto e si assisterà all'introduzione massiccia di attività a pagamento. Con la riduzione degli organici e dei posti di sostegno, l'aumento del numero di alunni per classe ed i tagli ai fondi d'istituto la scuola non potrà sostenere davvero gli alunni in difficoltà nè valorizzare le eccellenze, creando le premesse per l'abbandono scolastico. Anche gli abbandoni eventualmente recuperabili diverranno definitivi, se si taglieranno i fondi ai corsi serali di educazione agli adulti.

Io credo, e con me tanti insegnanti e genitori, che per poter aiutare davvero i giovani a costruire la propria personalità libera e responsabile, orientarli e prepararli sempre meglio ad affrontare la vita, la scuola non debba farne degli imprenditori di se stessi e finalizzare la loro formazione al puro successo economico, ma offrire risposte di qualità insegnando ad imparare, ad essere curiosi e recettivi, a rispettare gli altri e ad essere cittadini responsabili.
Per fare questa scuola devono essere valorizzate le professionalità del personale scolastico; in particolare, visto che Lei a me ha scritto, ed io sono un'insegnante, Le chiedo: come potrò svolgere il mio lavoro di educatore e di docente, se sempre più raramente potrò contare sulla continuità didattica, su tempi adeguati di lavoro, sulla libera scelta dei libri di testo, dei programmi e delle modalità di svolgimento? Perchè questo sta scritto, di fatto, tra le righe della Sua legge di "riforma" del sistema scolastico, il cui testo Lei tanto gentilmente ha a tutti noi inviato. Come potrò sentire valorizzata la mia professionalità, Ministro Moratti, in una scuola pubblica che non ha alcun sostegno finanziario, nella quale la funzione sociale prenderà il sopravvento per salvaguardare i diritti di chi non avrà i soldi per permettersi le migliori scuole private, accedere alle migliori università e quindi ai migliori posti di lavoro?
E' proprio vero, la lettura di questo testo è illuminante: evidentemente la Sua legge mi toglierà uno dopo l'altro i mezzi e gli strumenti per raggiungere gli obiettivi educativi del mio lavoro. Spero che non mi spegnerà l'entusiasmo, che dovrà da solo contenere le mie frustrazioni. Lo sa, vero, che noi insegnanti stiamo "scoppiando"? Siamo sotto ansia e sotto stress. E non arriviamo più alla fine del mese.
Non conti, pertanto, sulla mia collaborazione e sul mio impegno, tantomeno sul mio entusiasmo per una positiva applicazione della Sua "riforma". Conti piuttosto sulla mia sterile obbedienza di pubblico dipendente, fintantochè la mia dignità e la mia pazienza mi consentiranno di obbedire. Posso però prometterLe che impegnerò tutta la fantasia, la professionalità e la passione che da sempre sostengono il mio lavoro per limitare i danni che questa Sua legge porterà al sistema scolastico pubblico, compromettendo la qualità dell'educazione delle nuove generazioni, commercializzando l'istruzione e contribuendo a costruire una società, nella quale non tutti hanno gli stessi diritti.

R.R.


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