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Da Nord a Sud, con gli sms un minuto di silenzio nelle scuole

In tanti istituti inscenata ieri una protesta simbolica organizzata con i messaggini. L'Unione dei sindacati di base chiede adesione allo sciopero generale dell'11 marzo, Rete e Unione Universitari annunciano la mobilitazione per il giorno successivo. Il preside del Liceo Virgilio di Milano: "Scuola pubblica, baluardo da difendere"

02/03/2011
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la Repubblica

Le parole del premier su una scuola pubblica da lasciarsi alle spalle perché portatrice di valori contrari al sentire della famiglia, hanno generato una generale ondata di protesta che lo stesso Berlusconi probabilmente non si aspettava. Così, mentre la piazza virtuale aperta da Repubblica.it sul "perché" difendere la scuola pubblica si riempie minuto per minuto di migliaia di commenti e testimonianze, la protesta sembra pronta a materializzarsi nelle piazze del mondo reale di tutto il Paese.

La Rete degli Studenti e l'Unione degli Universitari annunciano la mobilitazione per il 12 marzo, in coincidenza con la manifestazione a difesa della Costituzione promossa da Articolo 21. "L'attacco alla scuola - scrivono nel loro comunicato - è l'ennesimo di una lunga serie di tentativi di smantellamento del nostro sistema democratico". "Come studentesse e studenti e come cittadini - affermano - crediamo che sia arrivato il momento di smetterla, da mesi continuiamo a mobilitarci e il 12 marzo saremo di nuovo in piazza".

Intanto, una prima manifestazione esplicita di dissenso: con un passaparola spontaneo tra i docenti e gli studenti, in molte città intere scuole, singole classi, hanno osservato un minuto di silenzio in segno di lutto. Ecco alcune testimonianze.

La comunicazione della protesta spontanea corre veloce, attraversando il mondo della scuola. Alimentato via sms, il minuto di silenzio ieri è andato in scena negli istituti di

Mestre e nel veneziano 1, con gli istitutori avvertiti e coinvolti o, in caso contrario, comunque partecipi. A Padova 2, invece, il minuto è stato utilizzato dagli stessi insegnanti per parlare del valore della scuola, cosa che ha fatto infuriare l'assessore regionale all'Istruzione, Elena Donazzan, del Pdl. L'Itis Planck di Treviso 3chiede invece al premier di tacere appendendo una lettera aperta nella bacheca dell'istituto. Molti insegnati trevigiani hanno adottato il minuto di silenzio organizzato col tam tam dei telefonini, giunto a destinazione fino alle scuole del Trentino 4.

La catena dei messaggini funziona anche da Nord a Sud. A Bari 5va in scena lo stesso minuto di silenzio. Ed è bello scoprire che tutto è partito da un sms partito dal cellulare di una prof di Trento, inviato a una collega di Salerno, girato infine a una collega di Andria. In breve, le scuole del capoluogo e della provincia pugliese erano pronte all'azione. Il minuto di silenzio è perfettamente riuscito. Racconta Maria Corallo, insegnante di lettere, di non aver spiegato in anticipo ai suoi alunni il perché del minuto di silenzio, ma di aver chiesto loro di scrivere un insegnamento ricevuto dai professori. Fra le risposte: accettare i rimproveri e capire gli errori, rispettare gli altri, migliorarsi continuamente, crearsi un metodo di studio. "E le spedirò per posta a Berlusconi".

Clima torrido a Roma 6: volantinaggio degli alunni del Liceo Socrate alla Garbatella, docenti del liceo Montale e della scuola elementare Crispi di Monteverde che fanno lezione esponendo cartelloni a difesa della scuola pubblica, prof di liceo che portano in classe la Costituzione per leggere agli alunni gli articoli 33 e 34 sul libero insegnamento, sull'universalità e la gratuità dell'istruzione obbligatoria. Ma già fervono i preparativi per il ritorno della protesta nelle strade, non solo con flash mob e iniziative estemporanee. L'8 marzo partiranno gli scioperi a catena che investiranno quasi tutte le sigle sindacali: prima toccherà a Sisa e Usi, l'11 all'Usb, il 18 all'Anief, il 25 marzo alla Flc-Cgil. Appuntamento per tutti il 12 marzo con una manifestazione in "difesa della Costituzione e della scuola pubblica". Anche se gli universitari della Sapienza già pensano a una grande giornata di sciopero generale e a una giornata di mobilitazione a metà aprile.

A Firenze 7, con i docenti dei vari istituti che si dicono pronti a scendere in piazza e la Cgil-Flc che invita prof e studenti a lasciare messaggi indirizzati a Berlusconi e annuncia l'impegno del sindacato a manifestare il 12 marzo, anche senza insegne. La stessa Cgil-Flc conferma come anche a  Bologna 8  e  Palermo 9insegnanti, studenti e personalità istituzionali siano in pieno fermento, con il primo obiettivo di un sit-in in piazza. L'amaro commento di Cataldo Dinolfo, provveditore agli studi di Messina e Ragusa: "E' facile smantellare la scuola pubblica e dire che va male. La scuola pubblica è ormai alla deriva. Sta andando tutto allo sfascio  solo tagli e niente assunzioni".

A Milano 10, Repubblica raccoglie l'opinione di Pietro De Luca 11, preside del Liceo Classico Virgilio. "La scuola pubblica è un baluardo da difendere  -  dice il preside -. Nei nostri licei e nei nostri istituti c'è l'occasione per un confronto aperto libero e democratico, senza dogmatismi, che favorisce, negli studenti, lo sviluppo di una coscienza critica. Questa è la grande ricchezza che si trova solo nella scuola pubblica statale".

Da Milano si fa sentire anche il Movimento Scuola Precaria - CPS. Per affermare che, "come insegnanti della scuola pubblica, siamo indignati di avere un presidente del Consiglio indagato per prostituzione minorile, che ha ospitato nella sua villa il mafioso Mangano e che ha fatto parte della loggia massonica P2". Salvo poi "negare tutto": "Gli insegnanti della scuola pubblica smentiscono dichiarando di esser stati fraintesi: volevamo dire che siamo orgogliosi di avere un  presidente del Consiglio, gaudente viveur, ingiustamente indagato per prostituzione minorile, che ha avuto l'onore di ospitare nella propria casa un eroe alla stregua di Mangano e che ha fatto parte dell'esclusiva loggia massonica P2".

Sono i genitori a organizzare la protesta a Genova 12. Il Cogede, il comitato genitori democratici, sta lavorando all'organizzazione di un presidio entro fine settimana, davanti all'ufficio regionale della Pubblica Istruzione. Dall'ex Provveditorato in via Assarotti partirà un corteo verso la Prefettura per manifestare al rappresentante del governo, l'opinione dei genovesi con l'intenzione "di coinvolgere anche le associazioni degli insegnanti". Per difendere "con forza proprio la scuola statale, che ci garantisce un insegnamento non parziale" spiega Matteo Viviano, presidente del Cogede.

Da Nord ancora a Sud, a Napoli 13, dove il preside del liceo classico Pansini mette sulla prima pagina del sito della scuola le parole di Pietro Calamandrei, la "scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica, la scuola privata è espressione di varietà, che può voler dire eterogeneità di correnti decentratrici, che lo Stato deve impedire che divengano correnti disgregatrici". Le parole del premier riaccendono le accuse dei docenti per gli attacchi alla loro professionalità e allo stesso tempo per lo stato di semiabbandono in cui versa la qualità strutturale della scuola pubblica in Campania, senza risorse e gravata dai tagli. Sul fronte delle famiglie, il Forum regionale delle associazioni genitori democratici fa sapere che il 12 marzo ci sarà.

Intanto, i sindacati parlano apertamente di mobilitazione. L'Unione dei sindacati di base invita i lavoratori della scuola,  ai quali la legge 146/90 impedisce di scioperare, a scendere in strada l'11 marzo per un corteo a Roma, partenza da piazza della Repubblica alle 9,30, in occasione dello sciopero generale proclamato da Usb, Slai Cobas, Snater e Cib-Unicobas. Uno sciopero a cui Ubs chiede di aderire anche a genitori e studenti "per rompere il silenzio, riaffermare la propria dignità e difendere la scuola pubblica statale per i propri figli e per il futuro del paese. La scuola di tutti, la propria scuola".