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Da Venezia a Rio, l'onda verde torna in piazza Milioni di studenti scioperano per il clima
Manifestazioni in 160 città italiane. Per la prima volta il ministero sostiene gli alunni, sfilano anche i prof
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Flavia Amabile
Pietro Notarnicola stamattina indosserà maschera e boccaglio e srotolerà un enorme striscione dal ponte di Rialto a Venezia. «Abbiamo l'acqua alla gola» ci sarà scritto e non è casuale né la scelta di Venezia né quella del ponte più turistico di una delle città più turistiche del pianeta.
Oggi in 160 città italiane, decine di migliaia di persone giovani e meno giovani scenderanno in piazza per chiedere a governi e imprese azioni forti e immediate contro la crisi climatica. E' la terza volta che il movimento Fridays For Future, ispirato dall'attivista 16enne Greta Thunberg, organizza uno sciopero globale.
A Venezia, però, i giovani della Rete degli Studenti Medi e dell'Udu hanno deciso di fare qualcosa in più, srotolando il grande striscione. «Vogliamo che venga letto anche dai turisti perché tutti devono sapere: Venezia sarà la prima ad affondare. E noi studenti non possiamo più rimanere fermi a guardare. Vogliamo investimenti per una scuola e un pianeta che non ci lascino con l'acqua alla gola», spiega Pietro, 22 anni, studente di Scienze politiche a Padova.
Giacomo Cossu scenderà in piazza a Roma. Sul suo cartello ci sarà scritto: «Cambiamo la scuola per cambiare il sistema». È coordinatore nazionale della Rete della conoscenza e studente, sarà in piazza anche per chiedere coerenza al Miur: «Vogliamo che si passi dalle parole ai fatti, Se sostiene la mobilitazione deve essere coerente interrompendo le collaborazioni con le multinazionali e le aziende che non lavorano in modo sostenibile e aumentando i finanziamenti per istruzione e ricerca in modo da permetterci di avere gli strumenti per immaginare un'innovazione ecosostenibile ». Anche Luca Scacchi sarà in piazza ma senza cartelli. È docente di psicologia sociale all'Università della Valle d'Aosta e sindacalista della Flc-Cgil. È convinto della necessità che le università siano coinvolte in questo movimento: «L'università è uno dei luoghi di analisi e critica sul modello di vita e di sviluppo di questa società. Essere in piazza è automatico ma anche poi ripensare il sistema all'interno dei nostri ruoli».
Si concluderà così la settimana di manifestazioni indetta dal movimento con cortei e presidi a partire da venerdì scorso in 130 Paesi e quattro milioni di persone in piazza (secondo gli organizzatori). In Italia a manifestare saranno gli studenti per la prima volta con il sostegno ufficiale del Miur. Ma ci saranno anche professori e presidi che parteciperanno con striscioni dell'istituto. La Flc-Cgil ha indetto uno sciopero di tutti i comparti, pubblici e privati e nei cortei ci saranno anche ong ambientaliste, Slow Food e Coldiretti. —