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"Dal Cavaliere un colpo di grazia dovremo ricostruire sulle macerie" . Franceschini: "Patetico che dica di essere stato travisato"

Penso a scuole aperte il pomeriggio, a borse di studio ai più bravi, a un Erasmus interno, cioè a uno scambio per mandare giovani del sud a studiare al nord e giovani del nord a studiare al sud

28/02/2011
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la Repubblica

Giovanna Casadio

ROMA - «Berlusconi peggiora sempre di più».
E il Pd chiama alla piazza gli insegnanti: siete diventati movimentisti, onorevole Franceschini?
«Una parte determinante e centrale del nostro lavoro è in Parlamento e nelle istituzioni. Ma ci sono momenti in cui la coscienza civile di un paese si sveglia ed è una prova di vitalità e di democrazia mostrare indignazione».
Dopo le donne il 13 febbraio, ora l´onda della scuola?
«Le belle piazze italiane del 13 febbraio erano stracolme di donne e di uomini senza bandiere o simboli di partito. E ora potrebbero riempirsi di italiane e di italiani che difendono la scuola pubblica e il ruolo degli insegnanti».
In piazza quindi il 12 marzo, dal momento che gli organizzatori della manifestazione per la Costituzione hanno accolto e rilanciato la sua proposta?
«Grande cosa, sarà un´occasione di protesta pacifica e di indignazione civile».
Berlusconi ha poi rettificato.
«Patetico che dica di essere stato travisato. Le parole del premier scoprono il deserto culturale e la devastazione dei valori di cui è interprete e protagonista. Di fronte alle scuole che cadono a pezzi, alle classi sovraffollate, agli insegnanti con stipendi da fame, anziché impegnare la politica in un grande investimento sulla scuola, l´università, la ricerca, la cultura cioè sull´unica vera risorsa che abbiamo per rendere l´Italia competitiva nel mondo globale, valorizzando i talenti dei ragazzi italiani, il capo del governo, dopo i tagli, demolisce il ruolo degli educatori dei nostri figli».
Ma i mali della scuola italiana non sono di oggi.
«C´è molto da fare. Il berlusconismo però ha dato il colpo di grazia; ha rovesciato la gerarchia dei valori che ha fatto forte l´Italia e l´ha sostituita con il mito che vale solo chi raggiunge la ricchezza e la notorietà con ogni mezzo. Un modello televisivo che spiega tante cose. Va ricordato che nelle nostre università negli ultimi quattro anni le immatricolazioni sono calate del 14%; che il numero di laureati figli di non-laureati è sceso al 10% mentre in Francia e in Inghilterra è tra il 35-40%. I giovani sono le vittime di un messaggio del tipo "cosa conta studiare, quando ci sono mezzi più facili e semplici per fare strada". Nella scuola bisogna investire sul futuro: io penso a scuole aperte il pomeriggio, a borse di studio ai più bravi, a un Erasmus interno, cioè a uno scambio per mandare giovani del sud a studiare al nord e giovani del nord a studiare al sud».
Secondo lei per gli insegnanti è tempo di riscossa?
«La figura dell´insegnante è la metafora della devastazione dei valori compiuta dal berlusconismo: per decenni il maestro era rispettato nella sua comunità, ci si toglieva il cappello per strada. In questo mondo rovesciato, l´insegnante non lo è perché guadagna poco. E solo se sei ricco conti qualcosa. Dopo la fine di Berlusconi, che sia tra un giorno o tra un anno, troveremo macerie non solo legislative ed economiche ma di valori. Il nostro compito più difficile - prendo in prestito Guccini - sarà proprio costruire su macerie».
Il ministro dell´Istruzione Maria Stella Gelmini, che ha difeso il premier, dovrebbe dimettersi?
«Dovrebbero dimettersi tutti, da Berlusconi in giù».
Anche la Chiesa potrebbe non prestarsi ai tentativi di Berlusconi di offrire un assist alle scuole cattoliche in cambio di una "assoluzione" per i suoi scandali sessuali?
«Cosa c´entra? Berlusconi non ha affatto parlato della libertà d´insegnamento. Ha attaccato semplicemente la scuola pubblica».
Com´è che l´opposizione non riesce a mandare a casa Berlusconi?
«In democrazia ci vogliono i numeri in Parlamento o alle elezioni. Però è chiaro che il premier non ha più consenso sociale, è isolato nel paese. Proprio per questo arriverà la fase più pericolosa dei colpi di coda e il livello di vigilanza democratica deve essere massimo. Così come l´unità tra le opposizioni».


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