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16/11/2001
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Venerdì 16 Novembre 2001
nel sito nel web
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La scuola tra riforme e novità

ettore
(Non registrato)
15/11/01 11:34 AM
Orari di lavoro e la condizione dei docenti

Ho letto con interesse tutte le risposte dei partecipanti al forum, concernenti l'orario di lavoro dei docenti, e piu' in generale, il problemi, le aspettative, le rivendicazioni, dei docenti, e debbo dire, che pur rispettando le opinioni di tutti e ringraziando per il contributo dato alla discussione, molte risposte non mi hanno convinto, anzi, hanno rafforzato ancora di piu' le mie convinzioni gia' espresse. Proseguendo la discussione sul tema in questione, preciso e ribadisco, in forma sintetica, alcune cose gia' dette (per rispondere ad alcuni interventi)e aggiungo ulteriori domande a cui vorrei, se possibile, venisse data risposta:
A) ribadisco che non sono contrario agli aumenti ai docenti, purche, pero', si incrementi il loro orario di servizio, in modo da allinearlo a quello degli altri lavoratori (magari non proprio uguale, ma con una differeza minima, il 10%, 20%, in meno, ma non il 50% come e' attualmente);
B) se non si vuole aumentare l'orario (come e' avvenuto, perche', ribadisco, i docenti hanno rifiutato questa opzione), allora gli aumenti, per un elementare principio di giustizia, devono essere corrisposti, anche a tutti gli altri lavoratori che lavorano, ribadisco, almeno 1600 ore all'anno;
C) ribadisco ancora una volta (mi rendo conto che qualcuno non ne e'a conoscenza, come la studentessa che ha sostenuto le ragioni dei docenti, sottolineandone i disagi, le aspettative deluse, la operosità), che lo stress, l'usura, le incomodità,i disagi, le aspettative deluse, ci sono anche in tante altre attività (solo che nessuno ne parla) che sono retribuite, a parità di titolo di studio (anche i funzionari amministrativi del P.I sono laureati), anche meno dei docenti: io sono cancelliere, sono laureato, faccio un lavoro impegnativo, con molte responsabilita', quando torno a casa non posso "staccare la spina", come qualcuno ha detto,e guadagno, 2.200.000 al mese,lavoro 1700 ore all'anno, con 34 giorni di ferie tutto compreso;
C)e' vero che la scuola ha un ruolo centrale nell'educazione, pero', a mio avviso, trovo che spesso si esalti demagogicamente questa funzione, come se tutti i problemi che affliggono la societa', potessero essere risolti dalla scuola: questo e' clamorosamente falso, i problemi sono a monte, viviamo in una società senza valori, ultramaterialista, di edonismo sfrenato, la scuola puo' fare molto poco, perche', chi insegna non e' che arriva da un altro pianeta, ha gli stessi problemi, lo stesso vuoto ideale, la stessa crisi di identita', che hanno gli studenti;
D)Qualcuno mi deve spiegare (perche' ho posto la stessa domanda a molti docenti, e nessuno mi ha saputo dare una risposta convincente), come mai se i docenti, stanno cosi' male come dicono, nell'ultimo concorso bandito per diventare docente, sono stati polverizzati tutti i record di partecipazione ad un concorso pubblico (1.300.000 domande), mentre, contestualmente, non si trova un operaio agricolo, non si trova un infermiere, non si trova un panettiere, un carpentiere, un idraulico, un meccanico, ecc. ecc. ecc, (e badate bene che un idraulico guadagna parecchio), come mai? Una risposta io ce l'ho (e' scontata, e facilmente intuibile), pero', vorrei sentire le vostre, per vedere se siete obiettivi;
Ettore

Per quanto riguarda l'informatissimo Ettore, aggiungo al suo dettagliato computo del nostro bilancio di dare/avere che le nostre mensilità sono tredici e quindi c'è da ritoccare la proporzione ore lavorate/entrate effettive. Io prima di insegnare ho lavorato in tre aziende private, aspettando di passare il concorso perché non potevo permettermi di entrare nel girone del precariato e ricordo di aver potuto prendere le ferie in periodi meno costosi di quelli canonici, sempre in alta stagione, a noi assegnati (abbiamo più giorni, sì, ma così pochi soldi che spesso quei giorni li passiamo a casa, a correggere, così "ci portiamo avanti"...Alzi la mano il collega che non ha passato il ponte dei morti o quello di S. Ambrogio a correggere pacchi di compiti;c'è anche chi fa una bella verifica prima di subire un intervento, così in ospedale "si porta avanti") di aver lavorato in uffici dotati di gabinetti spesso più lussuosi di quello di casa mia (andate in uno dei servizi igienici riservati ai docenti in una qualsiasi scuola, inorridirete- ammesso di poterci andare, fra un cambio d'ora e l'altro) di aver usufruito, d'estate,dell'aria condizionata (durante gli esami di maturità ci si scioglie come candele al sole)e di avere sempre avuto la possibilità di fare telefonate personali durante l'orario di lavoro(io non ne approfittavo oltre il lecito, ma ho visto colleghi impiegati passare le mezze giornate al telefono a organizzarsi i traslochi, le vacanze, la vita intera, senza spostare un foglio!). E allora, invece di accusarsi a vicenda, perché non ci credete quando vi diciamo che insegnare in queste condizioni è davvero diventato "troppo" rispetto a venti, trent'anni fa, quando il potere d'acquisto degli stipendi di allora era assai più alto dell'attuale? Detto da una che NON tornerebbe indietro per il semplice fatto che anche il peggiore studente è sempre meglio di tanti adulti, compresi gli ex-colleghi di cui sopra.

Troppo facile fermarsi in superficie. A me capita che, durante le vacanze di Natale debba correggere, lavorare per preparare le linee guida del lavoro, studiare perchè tutto cambia, anche la didattica! Devi essere aggiornato sulle tendenze e sui materiali. Aggiungo che quando torno a casa mi porto non un fascicolo da aggiornare ma i problemi di apprendimento e di comportamento di tanti ragazzi per i quali, troppo spesso, l'insegnante è una delle poche(a volte l'unica) figure di riferimento. Forse non è chiaro a tutti quanti e quali problemi attraversano la vita reale dei ragazzi di oggi(eppure la cronaca ne è piena). La scuola è chiamata ad affrontarli. Si deve fare educazione stradale, dove? A scuola! Si deve informare sulla droga, contrastarla, dove? A scuola! E chi più ne ha più ne metta. Allora parliamo di responsabilità, proviamo a lavorare veramente nella scuola e poi vediamo. In quanto al fatto che nessuno ha in Italia lo stipendio europeo mi permetto do dissentire! Bancari, ferrotranvieri, ed altre categorie hanno stipendi forse più alti della media europea, ma il problema non è questo, il vero problema è se il lavoro di formazione dell'Italia del domani vale o meno. Fermo restando il fatto che l'insegnante che non lavora deve essere allontanato dalla scuola

La scuola tra riforme e novità: l'orario di lavoro dei docenti

Non sono particolarmente originale: rappresento le persone comuni che si chiedono con quale diritto e altrettanta arroganza la categoria dei docenti chiede un aumento di stipendio per quel minimo di orario di servizio prestato (che include naturalmente, lo sappiamo, anche gli aggiornamenti, gli impegni relativi a riunioni, consigli di classe, ecc.). Conosco da vicino il mondo della scuola (elementare, media e superiore) e parlo (anzi scrivo) con cognizione di causa. Mi rammarico che mia figlia non abbia scelto, per sua comodità e meno impegno lavorativo, uno sbocco di studi che porti all'insegnamento! Tante ore libere, tanti congedi ordinari, possibilità di gestirsi impegni extra, facendosi sostituire dai colleghi, naturalmente restituendo il favore! Non si sono mai chieste le persone ingenue perchè c'è così tanta gente che vuole dedicarsi all'insegnamento? E come mai i "poveri" docenti, anche se così mal pagati, continuano nella loro attività? Perchè non cambiano professione? Perchè non si mettono in gioco, perchè non rischiano in un'attività in proprio? Forse è più comodo il solito tran tran. O forse è una categoria poco creativa? Forse amano il proprio lavoro? Ma fatemi un piacere . . . Più ore di lavoro, dunque, anche in estate; solo "dopo" aumenti di stipendio. (Non voglio essere fraintesa: la maggior parte dei Docenti si impegna, lavora anche, ma limitatamente all'orario sindacale,che è estremamente limitato). Concordo, dunque, con l'utente Ettore.