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POVERA SCUOLA NON SONO UN INSEGNANTE, NON CREDO CHE CHI INSEGNA ABBIA SEMPRE RAGIONE. HO CONOSCIUTO INSEGNAN...

22/11/2001
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POVERA SCUOLA

NON SONO UN INSEGNANTE, NON CREDO CHE CHI INSEGNA ABBIA SEMPRE RAGIONE. HO CONOSCIUTO INSEGNANTI BRAVI E ALTRI MENO, CHE SI IMPEGNAVANO OPPURE NO, COME PER QUALSIASI ALTRO MESTIERE, NEGLI ANNI HO VISTO PROGRESSIVAMENTE SCENDERE LA QUALITA' DELLA SCUOLA, IN QUANTO GLI STIPENDI DEGLI INSEGNANTI SONO DAVVERO BASSI E ANCHE LO STATUS NON E' DI SODDISFAZIONE, E QUINDI NON VIENE VISTA COME UNA CARRIERA E SCELTA PER PROPRIA VOLONTA'. LO DIMOSTRA IL FATTO CHE ORMAI GLI INSEGNANTI SONO PER LA MAGGIOR DONNE CHE FANNO QUESTA SCELTA NON PER UNA SCELTA DI CARRIERA LAVOTRATIVA, MA PER VIA DEGLI ORARI RIDOTTI, COME FOSSE UN PART TIME (CONTATE QUANTI UOMINI CI SONO IN RAPPORTO ALLE DONNE). UN MESTIERE CHE VIENE SCELTO IN QUESTO MODO NON DEPONE A FAVORE DELL'IMPEGNO, AGGIORNAMENTO E VIA DICENDO. EPPURE NONOSTANTE QUESTO LA QUALITà DELLA NOSTRA SCUOLA NON E' INFERIORE A QUELLA DI ALTRI PAESI EUROPEI. ORA SI DEVE ASSOLUTAMENTE SPONSORIZZARE LA SCUOLA PRIVATA, NON SO PER QUALE MISTERIOSO DIRITTO. IN ITALIA SONO SCUOLE PESSIME, DOVE SI VA PER AVERE LA PROMOZIONE ASSICURATA. NELLA MIA CITTA' CHI VIENE BOCCIATO ALLA SCUOLA PUBBLICA TROVA UN DIPLOMA SICURO IN QUELLA PRIVATA. IN QUESTE CONDIZIONI NON SI VEDE PERCHè UNO STATO CHE NON E' IN GRADO DI ASSICURARE FONDI PER UNA SCUOLA DECENTE (CHE NE E' DELLE TRE "I" DELLA CAMPAGNA ELETTORALE DI BERLUSCONI - INTERNET, INGLESE ECC?) DEBBA DARE SOLDI A SCUOLE PRIVATE IN NOME DI UN NON BEN CHIARO DIRITTO A SCEGLIERE IL TIPO DI STUDIO. SIGNORA BRICHETTO (IN ARTE MORATTI), IL LATINO CAMBIA DALLA SCUOLA PRIVATA A QUELLA PUBBLICA? LO STUDIO E' STUDIO, SE POI UNO VUOLE FARSI UNA CULTURA DI TIPO CONFESSIONALE CI SONO MATERIE CHE PUO' APPROFONDIRE PERSONALMENTE PRESSO ALTRE STRUTTURE NEL TEMPO LIBERO, OPPURE SI PAGA I SUOI DESIDERI PRESSO UN ISTITUTO PRIVATO DI SUA SODDISFAZIONE.

Scuola come famiglia

Spettabile redazione forum,
ho avuto modo di sperimentare la scuola come studente e come insegnante: come studente è stata un'esperienza angosciosa, come insegnante mi è andata meglio ma non troppo per cui a un certo punto ho cercato di andarmene.
Ho fatto l'insegnante per 25 anni; otto anni fa sono riuscito a cambiare mestiere e così, pur svolgendo una modesta attività come impiegato, sono tornato a vivere. Ho scoperto un nuovo e migliore modo di passare la vita. Non torno più indietro.
La scuola per me (e, credo, per molti giovani) è un luogo malsano; ed è un vero peccato perché, visto
che pochi hanno la fortuna di avere un padre e una madre colti e sensibili a propria disposizione, la
scuola potrebbe fare molto per i giovani; potrebbe far molto se fosse diversa, se fosse organizzata in
funzione dei giovani e non degli insegnanti o di quei burocrati che si sono annidati nel sistema.
I giovani, oggi più che mai, hanno bisogno di essere consigliati e orientati in tutti i sensi: dal punto di vista psicologico, sociale, lavorativo, morale, della salute e altro ancora, e la scuola è l'unica struttura sociale che potrebbe sostituire la famiglia in questo compito.
Come dovrebbe essere la scuola? Prima di tutto dovrebbe mettere i giovani al centro della sua
attenzione ed essere disposta e capace di trattare i loro problemi esistenziali.
La scuola dovrebbe ascoltare di più i giovani, impegnarsi a scoprire e valorizzare le loro attitudini, a verificare le loro vocazioni, a offrire le più ampie occasioni di studio, di ricerca e di lavoro al fine di realizzare - nel migliore dei modi - la personalità di ciascuno nel rispetto della sua personalità.
Distinti saluti,
Giuliano Galiardi
galiano@mail.xoom.it

Spazio alla meritocrazia

Perché si parla sempre e solo di orari di lavoro e non di competenze? Sono d'accordo che gli insegnanti siano in linea di massima sottopagati, alcuni invece lo sono fin troppo per i danni che fanno, e allora si istituisca un organo collettivo che, dopo aver stabilito orari, stipendi adeguati e così via, non garantisca però più il posto agli incompetenti, ai lazzaroni e agli approfittatori, che purtroppo nel settore pubblico non mancano. Che venga messa in atto la meritocrazia delle proprie competenze, anche con aumenti di stipendio. Formiamo presidi che abbiano un minimo di autonomia, come nelle scuole private, e gestiscano il personale secondo una logica manageriale. Perché non sarebbe possibile?
I figli sono i futuri cittadini di questo Paese è su di loro che dobbiamo investire per migliorare anche la nostra vita
Grazie
Alle soglie della povertà

Sono una docente di scuola media. Giovedì condurrò la mia classe ad una gita d'istruzione. Mi recherò a scuola alle 8,15 mentre il mio orario prevede il mio ingresso a scuola alle 11,50 con uscita alle 16,30. Conto le ore: otto (come mio padre, operaio). Ma non è finita. Alle 16,30 inizia il ricevimento dei genitori. Termina, forse, alle 19,30. Premetto che percorro circa 42 km tra strade e autostrade per recarmi tutti i giorni a scuola, che si trova in altra provincia. Insomma, totale undici ore (senza contare il percorso scuola-casa). Poi a casa: la cena, i figli e meno male che ho la suocera.
Nessuno mi retribuisce una lira in più delle 18 ore. L'indennità professionale docente presente in busta paga non è pensionabile e non vale per la tredicesima, e se mi ammalo mi viene decurtata. Inoltre i docenti non recepiscono quattordicesima, possono andare in ferie SOLO ad agosto e il 1° settembre sono obbligatoriamente convocati a scuola, dove si recano ogni giorno fino all'inizio delle lezioni. Prendere poi un giorno di ferie o di permesso durante l'anno scolastico ci costringe a strisciare ai piedi del dirigente, sua eminenza in persona, da cui siamo ormai ricattati e ricattabili (o fai così o ti riempio l'orario di buchi). Io amo stare con i miei ragazzi e mi considero quasi una missionaria perché ancora mi emoziono, guardandoli negli occhi e ascoltandoli. Ah, sono un'ex insegnante ELEMENTARE, diplomata liceo classico e istituto magistrale, laureata in lettere e fiera di avere fatto la MAESTRA.
Elena
P.S.S ono in ruolo da sei anni e, data la lentezza del sistema burocratico italiano, percepisco lo stesso stipendio del 1996, perché ancora il mio servizio non è stato valutato dalla direzione del Tesoro. Se non avessi un marito che lavora, vivrei alle soglie della povertà.

Esami di Stato: lo scenario è noto

Caro Spartaco, credi veramente che le commissioni degli esami di Stato, così come sono state prima (ex maturità) e così come sono adesso (metà interni e metà esterni) siano garanzia di serietà nella valutazione degli alunni? Lo scenario di ogni anno è noto. La nostra scuola, così com'è in atto, non riesce a valutare seriamente. Tanto vale, allora, lasciare che gli studenti vengano valutati da chi li conosce realmente. Se non altro, si ottiene almeno una cosa: il rispetto della gerarchia nei voti dati alla classe. E' difficile che i professori che conoscono i propri alunni almeno da un triennio possano sbagliare nel dire chi dei loro alunni vale di più e chi di meno. Con le commissioni esterne, invece, spesso spesso si assiste a capovolgimenti perché subentrano fattori esterni all'esame, secondo il costume italiano(!). Se vogliamo evitare l'autoreferenzialità di cui giustamente parli tu, occorre che finalmente entri nella testa degli insegnanti che occorre introdurre meccanismi di valutazione in itinere nel processo di insegnamento/apprendimento. Per esempio, prove di apprendimento standardizzate formulate dall'esterno e svolte con periodicità. Qualcosa di simile fanno in Austria. Così verrebbero monitorati gli apprendimenti degli alunni. Che te ne pare?
Attilio

Esami di stato: puzza di presa in giro

E' vero quanto sostiene Spartaco che molto poco si sta parlando degli esami di Stato in questo forum.
Su quello aperto dal ministero ci sono stati molti interventi e sulla stampa nazionale vi sono stati quelli del professor Savagnone di Palermo, di Allulli ex dirigente del ministero della Pubblica istruzione e del docente universitario professor Antiseri, molto illuminanti sul perché non sono d'accordo con il ministro. Stranamente illustri commentatori, che pontificavano ai tempi di Berlinquer e di De Mauro, come Galli della loggia o Panebianco, nulla hanno detto sul motivo perché dovrebbero essere modificati gli esami di Stato, solo per risparmiare, senza che sia stata effettuata una corretta analisi sulla funzione che deve avere un esame conclusivo di studi superiori. E'opportuno tener conto che è previsto dalla Costituzione, e che in tutti i Paesi europei è svolto in modo rigoroso e selettivo.
Vorrei far rilevare che ci prendono in giro quando da un lato si afferma che la composizione con tutti docenti interni lo si fa per risparmiare, e dall'altro verso ci si dice che i soldi risparmiati saranno reinvestiti nella scuola. Ciò è quanto dichiarato sia dal ministro, sia dal senatore Valditara, relatore della legge Finanziaria al Senato. Rifletta su queti argomenti l'anonimo del 19 novembre. Non si capisce perché non ci si debba firmare. Nessuno dei dirigenti scolastici o docenti è contrario a una seria applicazione di standard nazionali per valutare sia i dirigenti, docenti e alunni meritevoli, ma certamente ciò non si ottiene facendo effettuare gli esami con docenti della stessa classe e quindi autoreferenziali, ma rendendo gli esami più rigorosi. Si può ritornare al modello precedente, se si vuole risparmiare un po', e certamente, con le dovute modifiche circa l'applicazione di standard nazionali e così via. E credete a chi ha partecipato dal 1968 al vecchio tipo di esame che, con gli oppportuni accorgimenti può diventare un esame rigoroso. Anonimo e il signor ministro lo sanno che in Sicilia i concorsi per le pubbliche amministrazioni, Comuni, province, Asl e via diceno, per le qualifiche in cui si accede con il diploma sono solo per titoli? E cosa si pensa che gli standard nazionali possono bloccare la miriade di diplomifici esistenti in tutta l'Italia dal metter cento ai propri alunni? Già con questo tipo di esami vengono presentati con crediti alti, pur non possedendone la relativa preparazione. A questo punto non si capirebbe il perché anche le scuole pubbliche, di Stato o paritarie che siano, non dovrebbero fare altrettanto? A meno che non si è masochisti. E, ancora, come sostengono alcuni illusi, pensate davvero che la visita di qualche ispettore possa evitare ciò? L'autonomia della scuola e la libertà di insegnamento non può essere controllata da un'ispezione. La vera offesa che stiamo subendo noi addetti al mondo della scuola è, dopo aver detto che prima di procedere a modifiche sarebbero stati interperpellati docenti, alunni, genitori, nulla è stato fatto. Alla direzione del Corriere vorrei invitarli a contattare il dirigente scolastico Rosario Drago di Milano che ha prodotto eccellenti documenti su come stilare il documento del 15 maggio, se, anche lui, dato che è consulente del ministro per la riforma dei cicli, è d'acordo con la proposta del ministro sugli esami di Stato; spiegandone il perché e se condivide quanto scritto dagli autori di cui accennavo all'inizio del mio scritto.
Cordilai saluti ai partecipanti al forum.
Giuseppe Moncada
dirigente di un liceo di provincia