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Dazebao.org: ! titoli spazzatura della scuola italiana. Il preside del “Keplero” scrive alla ministra

Mancano i soldi per i corsi di recupero e ci sono solo due possibilità: bocciare tutti o regalare a tanti il sei politico. È questo l’allarme lanciato dal preside del liceo scientifico di Roma: “Keplero”, Antonio Panaccione, in una lettera aperta alla ministra dell’Istruzione, Mariastella Gelmini

29/04/2010
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Dazebao.org

di AlBoROMA - Mancano i soldi per i corsi di recupero e ci sono solo due possibilità: bocciare tutti o regalare a tanti il sei politico. È questo l’allarme lanciato dal preside del liceo scientifico di Roma: “Keplero”, Antonio Panaccione, in una lettera aperta alla ministra dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. “A giugno - scrive il preside - dovremo applicare le nuove disposizioni in merito a valutazione finale e ammissione agli esami di Stato e i Consigli di classe avranno solo due possibilità, assurde: bocciare tutti o regalare 6 politici. La rigorosità di preparazione scolastica complessiva richiesta dalle nuove norme - prosegue la lettera del preside Panaccione - cozza fragorosamente con la drammatica realtà di scuole senza soldi e sostegno per sopravvivere. A giugno prossimo saremo obbligati ad applicare, completamente disarmati, quindi, le nuove disposizioni del Governo in merito alla valutazione finale e all’ammissione delle classi quinte agli esami di Stato 2009/10”.

Tutto ciò accadrebbe, stando a quanto scritto dal preside del “Keplero”, perchè le scuole italiane sono state private dei fondi necessari per lo svolgimento dei corsi di recupero previsti dalla normativa. Nella sua missiva alla ministra Gelmini, il professor Panaccione le spiega, infatti, che nel 2008 - solo per i corsi di recupero - furono stanziati 95 milioni, che nel 2007 - quando l’allora ministro Fioroni ripristinò le “rimandature” a settembre - ammontavano, invece, a 210 milioni.

Ora, la situazione sarebbe ancor più peggiorata in quanto con la “riforma” Tremonti-Gelmini, che ha istituito un unico finanziamento complessivo da destinare a diverse attività, i fondi si sono ulteriormente drasticamente ridotti e le scuole non sanno che pesci prendere mentre, segnala il preside, negli ultimi due anni la quota di ragazzi “rimandati” a settembre - in una o più discipline - è stata vicina al 29 per cento, pari a circa 735 mila studenti alle prese con le lezioni estive. Al punto che, spiega Panaccione, “Per fare i corsi integrativi di recupero, tanto necessari per i più deboli e svantaggiati ci vorrebbero almeno quei finanziamenti certi, tempestivi e mirati dello Stato previsti dal decreto ministeriale numero 80 del 3 ottobre 2007 (art. 10 sul capitolo 1287) già elargiti nel 2008 e 2009, ora invece eliminati o peggio girati alle scuole private”.

A sostegno delle posizioni del preside del “Keplero” - che già aveva fatto parlare di se quando decise di installare, primo a Roma, le macchinette per la distribuzione automatica dei condom - è intervenuto il consigliere provinciale di “Sinistra, Ecologia e Libertà”, Gianluca Peciola il quale ha dichiarato che “non si tratta di una situazione isolata. Le manovre economiche del Governo - secondo Peciola - hanno portato a fare cassa a danno della scuola pubblica tanto che i tagli a docenti e personale ATA e alle risorse delle scuole pubbliche stanno portando un servizio essenziale al collasso. La preoccupazione - ha concluso il coordinatore di SEL - è che con questi tagli si voglia arrivare alla privatizzazione della scuola pubblica”.

Ancor più pesante la riflessione di Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria PD secondo cui le scuole italiane sarebbero alla bancarotta mentre “i nodi ora vengono finalmente al pettine”. secondo l’esponente PD “la propaganda governativa aveva sapientemente camuffato i tagli devastanti come pseudo riforme” mentre, la verità e che “siamo al punto, come ha denunciato il preside del liceo Keplero, ma come è noto a chiunque lavori nel mondo della scuola, che non ci sono soldi per fare più nulla, neanche i corsi di recupero per gli studenti con debiti formativi”.

“La provocazione del preside, al quale non resta che decidere se bocciare o dare a tutti il 6 politico, è la cartina di tornasole di una situazione ormai insostenibile ovunque, e il governo - conclude la Puglisi - deve rendersi conto che, di questo passo, rischia di trasformare i titoli di studio rilasciati