Dimensionamento, la Flc impugnerà il decreto
La segretaria generale Fracassi: accorpare gli istituti aumentando il numero complessivo degli alunni per plesso non è la soluzione giusta per dare centralità alll'istruzione
Il dimensionamento della rete scolastica – leggi: il taglio del numero delle scuole – non s'ha da fare. Per questo, se il ministro dell'Istruzione Valditara procederà in questa direzione, la Flc Cgil "si muoverà con i suoi legali per impugnare il decreto attuativo”. A dirlo è Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil.
Il dimensionamento, come è noto, è previsto dall'ultima legge di bilancio. Se si andrà avanti su questa strada al termine del prossimo triennio le 8.007 istituzioni scolastiche attuali, attraverso smembramenti e accorpamenti di plessi e sedi, dovrebbero diventare 7309. Verrà dunque soppresso l’8,8% delle sedi esistenti, pari a 698 unità di direzione amministrativa. Ci saranno "pesantissime perdite di organico tra il personale Ata – attacca Fracassi –, aumento della complessità organizzativa, aumento del numero di sedi e comuni a cui le istituzioni scolastiche dovranno rapportarsi e prevedibili difficoltà di gestione dell’offerta formativa, soprattutto nelle regioni del Sud. Nel Mezzogiorno infatti, la percentuale dei tagli raggiunge punte del 16% in Campania, 18% in Sardegna e 22% in Calabria”.
“Si vuol far passare l’idea – aggiunge la dirigente sindacale - che questa riduzione del servizio scolastico sia connessa alla realizzazione del Pnrr: niente di più lontano dalla verità, ci troviamo di fronte a un atto ostile nei confronti della scuola, non è un caso che il piano di dimensionamento sia stato definito unilateralmente dal ministero dell’Istruzione e dal Mef, senza il previsto accordo in sede di conferenza unificata, dal momento che gli enti territoriali temono, a ragione, una diminuzione della qualità del servizio scolastico, soprattutto nelle situazioni di maggiore disagio sociale e lavorativo”.
“In una fase di accresciuta complessità dei compiti attribuiti alle scuole, a partire dall’attuazione delle riforme previste dal Pnrr, la scelta di accorpare gli istituti aumentando il numero complessivo degli alunni per plesso non è certo la soluzione più indicata per dare centralità alla scuola, migliorare la qualità dei processi formativi e combattere la dispersione, obiettivi che il ministro Valditara proclama, a parole, di voler conseguire”, conclude Fracassi.