Diritto alle cure, la battaglia contro i brevetti è urgente
L'iniziativa dei cittadini europei. 86 mila le firme già raccolte. Agnoletto: «Come voterà il governo al consiglio Trips?»
Luca Tancredi BArone
«Sono sommerso di messaggi di gente disperata, ultraottantenni che ricevono sms dalla Regione Lombardia in cui dicono loro che per ora non li vaccinano». È Vittorio Agnoletto a parlare, come presidente dell’Osservatorio Coronavirus, di Medicina Democratica.
LA PANDEMIA ha messo in evidenza l’urgenza di una battaglia che Agnoletto e molti altri combattono da anni: quella contro i brevetti che ostacolano l’accesso alle cure per tutti. A novembre un comitato internazionale di ricercatori e attivisti, di cui lo stesso Agnoletto è stato uno dei promotori, ha presentato una Iniziativa dei cittadini europei, o Ice, uno strumento istituzionale attraverso il quale è possibile proporre una modifica legislativa alla Commissione europea. Se entro il prossimo novembre si raggiunge il milione di firme, la Commissione è obbligata ad ascoltare i promotori e proporre una iniziativa legislativa in merito.
L’HANNO DENOMINATA «Right to cure», diritto alle cure, e chiede di «garantire che i diritti di proprietà intellettuale, compresi i brevetti, non ostacolino l’accessibilità o la disponibilità di qualsiasi futuro vaccino o trattamento contro la Covid-19», di «introdurre obblighi giuridici per i beneficiari di finanziamenti della Ue per quanto riguarda la condivisione di conoscenze in materia di tecnologie sanitarie, di proprietà intellettuale e/o di dati» e anche «per quanto riguarda la trasparenza dei finanziamenti pubblici e dei costi di produzione e clausole di trasparenza e di accessibilità insieme a licenze non esclusive».
Tutto questo prima che venissero alla luce gli accordi commerciali opachi siglati dalla Commissione con le principali aziende che oggi stanno fornendo i vaccini, peraltro senza rispettare gli impegni presi a cambio dei generosi pagamenti ricevuti quando le sperimentazioni non si erano ancora concluse.
PER ORA LE FIRME RACCOLTE sono 86.000 (l’Italia, che ha riunito 60 organizzazioni, tra cui tutte le forze sindacali, e associazioni come Emergency, Arci, Acli, e personalità come Strada, Garattini, Ciotti, Di Sisto o Petrella, da sola ne ha 23.000, seguita da Francia, Belgio e Spagna). Agnoletto annuncia due giornate di mobilitazione, l’11 marzo e il 7 aprile (giornata mondiale della salute). A marzo è prevista la discussione del consiglio Trips (gli accordi di proprietà intellettuale) dell’Organizzazione mondiale per il commercio (Omc) dell’iniziativa presentata da India e Sudafrica (attuale presidenza del consiglio Trips) di una moratoria sui brevetti per i farmaci e i vaccini Covid. 57 paesi dei 164 membri dell’Omc e 115 europarlamentari si sono detti favorevoli a questa moratoria.
IN UN DOCUMENTO DEL 24 FEBBRAIO, gli europarlamentari scrivono che «la Ue deve rafforzare la sua leadership e assicurare che promuove un sistema di solidarietà realmente multilaterale, sostenendo tutti i paesi in una risposta efficiente alla pandemia» perché «l’aperta opposizione della Ue alla moratoria Trips rischia di esacerbare una pericolosa divisione nord-sud quando si parla di accesso economico alle diagnosi di Covid-19, a dispositivi di protezione individuale, a cure e vaccini».
Come sottolinea India today, oggi come oggi il mondo avrebbe bisogno di 11 miliardi di vaccini per fermare l’epidemia in tutti i paesi. Ne sono disponibili solo 7 miliardi e mezzo. E mentre i paesi ricchi rappresentano solo il 16% della popolazione, si sono accaparrate il 60% delle dosi disponibili.
LO STESSO DIRETTORE GENERALE dell’Organizzazione mondiale della salute Tedros Adhanom Ghebreyesus ha detto venerdì che «è il momento di usare tutti gli strumenti a disposizione per poter aumentare la produzione, compreso il trasferimento di licenze e l’esenzione dei diritti di proprietà intellettuale. Ora o mai più», ha concluso. Sulla stessa linea il direttore generale dell’Onu Antonio Gutierres in un tweet questa settimana: «I vaccini devono essere un bene pubblico globale, accessibile ed economico per tutti».
Agnoletto si rivolge ai parlamentari della maggioranza: «Oltre alle belle parole e ai messaggi sui social, che cosa voterà il governo sulla moratoria nel consiglio Trips? Chi appoggerà la nostra Ice? Tutto questo non c’entra nulla con permettere ai giganti come Pfizer, AstraZeneca o Moderna di individuare aziende nazionali a cui delegare la produzione. Qui parliamo di costringere le aziende a socializzare le conoscenze. L’opinione pubblica oggi è a favore di questa iniziativa».