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Disturbi dell'alimentazione per il 30% dei giovani in Dad

Non è la qualità della formazione, o almeno non solo quella, che la Didattica a distanza rischia di compromettere. In gioco c'è di più. La lontananza dalla scuola, dagli insegnanti, dai compagni di classe e in generale dalla vita «normale» espone i bambini e i ragazzi a mali ben peggiori, quelli dell'anima

16/03/2021
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Il Messaggero

Non è la qualità della formazione, o almeno non solo quella, che la Didattica a distanza rischia di compromettere. In gioco c'è di più. La lontananza dalla scuola, dagli insegnanti, dai compagni di classe e in generale dalla vita «normale» espone i bambini e i ragazzi a mali ben peggiori, quelli dell'anima. Ansia e stress sono solo il preludio, disturbi alimentari e autolesionismo le tragiche conclusioni.
I dati che abbiamo sono piuttosto eloquenti e hanno dato alla nuova edizione della Giornata nazionale dei disturbi alimentari, che si è celebrata ieri, un'urgenza ancora più importante. Secondo il ministero della Salute, si è verificato un aumento del 30% dei casi di disturbi dell'alimentazione tra i ragazzi e i bambini. Sì, bambini anche di 9-10 anni. Per avere un'idea della grandezza del fenomeno, basta pensare che nel primo semestre del 2020 sono stati rilevati 230.458 nuovi casi, quando nello stesso periodo dell'anno precedente erano stati 163.547. Non solo. A fianco di anoressia, bulimia, ortoressia, binge eating e altre variazioni dei disturbi del comportamento alimentare, c'è il fenomeno dell'autolesionismo. «Spesso sono disturbi, quello del comportamento alimentare e l'autolesionismo, che si presentano insieme», spiega Simonetta Marucci, endocrinologa dell'AME (Associazione medici endocrinologi) ed esperta dei disturbi del comportamento alimentare. «E' il risultato di un disturbo da stress post-traumatico, causato e alimentato dall'emergenza Covid-19 e da tutto quello che ne consegue, in primis l'isolamento sociale», aggiunge. 
IL NUMERO VERDEUna subdola epidemia all'interno della pandemia. Il Numero Verde S.O.S. Disturbi Alimentari è: 800 180969. «La Dad allontana di fatto i ragazzi e i bambini dalla scuola, nel luogo dove solitamente le tensioni e lo stress si scaricano e hanno libero sfogo», spiega Marucci. «Pensiamo pure a tutti quei ragazzi e quei bambini che vivono in famiglie già con situazioni problematiche. La scuola - continua - rappresenta per loro una via d'uscita, un ammortizzatore delle tensioni». Ora tutto questo non c'è più. «Isolati nel proprio mondo da cui ci si affaccia solo tramite un computer, si iniziano a covare pensieri negativi», sottolinea Marucci. Terreno fertile per i disturbi dell'alimentazione. L'autolesionismo diventa molto spesso la via di fuga. «Ci si causa un dolore fisico per rendere più sopportabile quello mentale», spiega l'esperta. Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza dell'ospedale Bambino Gesù, segnala un aumento vertiginoso da ottobre degli accessi in Pronto Soccorso per disturbi mentali, in particolare tentativi di suicidio o atti di autolesionismo. «Per settimane - racconta - abbiamo avuto otto posti letto su otto occupati, e non era frequente, e tutti per tentativo di suicidio». Durante l'emergenza è mancata ed è ancora carente l'assistenza ai ragazzi e alle famiglie. «Purtroppo - aggiunge Vicari - la salute mentale e gli sportelli di neuropsichiatria infantile sul territorio sono stati man mano smantellati. Le famiglie che hanno un problema non sanno dove andare». Aggiunge Marucci: «Il web è stato d'aiuto per molti nel confrontarsi con gli specialisti tramite consulenze online, ma è anche il luogo dove i giovani vengono esposti a informazioni pericolose. Si possono trovare anche veri e propri tutorial su come vomitare il cibo o su come tagliarsi». 
GENITORI SOLIIn questa pandemia i genitori sono soli, gli unici a dover e poter intercettare i problemi dei propri figli. «Per questo è fondamentale fare attenzione - suggerisce Marucci - a una serie di campanelli d'allarme: drastici cambiamenti di comportamento, isolamento rispetto alla famiglia, eccessiva attenzione al corpo, abitudine a spezzettare il cibo nel piatto, rifiuto di mangiare a tavola con la famiglia, magari con la scusa di aver già mangiato». Nel dubbio diventa lecito anche «spiare» le attività sul web. Su questo una grande mano può arrivare da persone come Imma Venturo, un'operatrice sanitaria ed una ex paziente con disturbo dell'alimentazione, che oggi è una sorta di «cacciatrice» di trappole online. Venturo trascorre parte della sua giornata a scovare persone e siti che inneggiano alla magrezza estrema per aiutare le ragazze a non cadere nella rete. In maniera volontaria, offre ascolto e percorsi di auto aiuto sulla sua pagina Facebook e nel suo Blog. 
Valentina Arcovio