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Domani la marcia a Barbiana -Salviamo la scuola dall'avarizia -di ALBERTINA SOLIANI

da Europa Quotidiano Domani la marcia a Barbiana Salviamo la scuola dall'avarizia di ALBERTINA SOLIANI Giacomo, 4 anni e mezzo, gioca ai draghi e alle draghesse. Sa tutto. Anche de...

15/05/2004
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da Europa Quotidiano
Domani la marcia a Barbiana
Salviamo la scuola dall'avarizia
di ALBERTINA SOLIANI
Giacomo, 4 anni e mezzo, gioca ai draghi e alle draghesse. Sa tutto. Anche della guerra in Iraq. A scuola, secondo i programmi del governo, sentirà parlare per la prima volta della storia contemporanea, da Napoleone ai giorni nostri, soltanto a 12 anni, in terza media. Un'intera generazione penalizzata nel sapere e nell'apertura al mondo. Questo è il governo dell'ignoranza.
Crescere insieme con gli altri con un'idea non egoistica della vita, imparare a stare con gli altri, ad avere '#64257;ducia nell'altro è la base della convivenza umana. Il tempo della scuola, la qualità del suo progetto e degli insegnanti ne sono una condizione essenziale. "Ho imparato che sortirne insieme dai problemi è la politica, da soli è l'avarizia", scriveva don Milani. Questo è il governo dell'avarizia.
Far crescere le nuove generazioni nel dialogo tra culture e religioni diverse, tra laicità e credo, crescere in un mondo adulto in cui il valore dell'uomo e i diritti umani siano il costante antidoto a ogni forma di violenza è la missione della scuola nel mondo di oggi. Tutto ciò sta precipitando nel buco nero della guerra unilaterale in Iraq dove sono colpite al cuore la cultura dell'occidente e la sua esperienza democratica, trascinate nel gorgo dalla scelta iniziale del governo italiano a '#64257;anco dell'amministrazione Bush. Con un'arroganza pari all'insipienza e alla miopia.
Il bene e il male, e la banalità del male, il diritto e la giustizia, la pace e la guerra sono oggi più che mai questioni fondamentali dell'educazione e dell'istruzione. Èquesta la civiltà della scuola.
Questo è oggi il diritto all'istruzione.
Non solo diritto individuale, di ciascun ragazzo, della sua famiglia, ma un investimento comune della società. Il diritto all'istruzione non per i più fortunati, ma per tutti. Un bene pubblico della Repubblica. Che il governo tende a privatizzare.
In questi giorni dal convegno di Firenze ritorna all'attenzione dell'Italia e del mondo il lavoro minorile.
Secondo l'Istat sono 144 mila in Italia i piccoli che lavorano, 400 mila secondo la Cgil, dal Nordest al Sud. Cifre insopportabili. Bambini che si alzano molto presto, che lavorano prima e dopo la scuola o invece di andare a scuola, che aiutano le famiglie.
La civiltà della scuola comincia con l'andare a scuola. Con un tempo disteso, pieno. Con un patto concreto con le famiglie: euro e servizi in cambio della frequenza dei '#64257;gli.
Domani di nuovo la marcia giungerà a Barbiana. Lì è la bussola. La scuola non è degli addetti ai lavori, è per i ragazzi e per la società. Un grande dibattito culturale e civile ha investito la scuola in questi mesi e una nuova grande manifestazione nazionale lo rafforzerà. Ma è solo l'inizio. Il nuovo pro'#64257;lo della scuola italiana dovrà misurarsi con un paese impoverito, frantumato, s'#64257;- duciato, con un livello di alfabetizzazione ancora precario, per di più morti'#64257;cato e spento dalla camicia di forza dell'informazione, da una tv sempre più de'#64257;ciente. I danni fatti dal governo della destra non sono soltanto strutturali, sono drammaticamente culturali. E passano anche per lo svilimento e la svendita della bellezza dell'Italia, patrimonio dell'umanità e delle nuove generazioni. Società civile e forze politiche, scuola e intellettuali, chi investe nella coscienza e della sua educazione è chiamato a essere protagonista del risveglio dell'Italia nuova. Per un'idea dell'Italia che tenga insieme conoscenza, crescita, coesione.
Le leadership politiche si misurano sulla capacità di guidare le società verso l'avvenire e l'avvenire per l'Italia si decide nella scuola e nell'attenzione alle nuove generazioni, a partire dai primissimi anni dove si pongono le basi dell'apprendimento per tutta la vita, dove '#64257;orisce la creatività.
Che Moratti e Berlusconi abbiano già rinunciato alla s'#64257;da è nelle cose. Che l'unica speranza per l'Italia risieda nell'alternativa del centrosinistra è per noi oggi una enorme responsabilità , la responsabilità più importante della nostra esistenza. Un impegno esaltante dei giorni che stiamo vivendo, con le energie migliori dell'Italia, con la forza dall'Europa. Potenza civile, anche grazie alla scuola.