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Doppio stipendio allo scienziato per rimanere alla guida dell´Ingv

Roma, cattedra ad personam per Giardini, in ballo 100mila euro

09/02/2012
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la Repubblica

 l ricercatore è dimissionario per protesta contro un "emolumento" troppo basso
Oggi la decisione in una commissione del dipartimento. Ma molti membri sono contrari
ELENA DUSI


ROMA - Di tutte le dimissioni presentate in Italia, quelle di Domenico Giardini da presidente dell´Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) sono le più mercanteggiate. Presentate il 22 dicembre 2011, prorogate a più riprese fino alla fine di febbraio, a convincerlo a ritirarle potrebbe arrivare ora una cattedra all´università La Sapienza di Roma, con uno stipendio che tocca i 100mila euro lordi l´anno, da aggiungersi ai 115 di indennità come presidente dell´Ingv.
Stamattina però alla Sapienza sono previste scintille. Il consiglio del dipartimento di Scienze della Terra che alle 11 ha all´ordine del giorno l´"eventuale chiamata diretta del prof. Domenico Giardini" si preannuncia infuocato. L´offerta di un insegnamento come integrazione dell´indennità da presidente dell´Ingv ha fatto infuriare molti nell´ateneo romano. Né istituire una cattedra in questi tempi di magra per le università e per i giovani ricercatori appare una procedura semplice. Oggi verrà sentito il parere dei 12 ordinari del dipartimento dove Giardini dovrebbe andare a insegnare Fisica della terra solida, materia svolta attualmente da un direttore di ricerca dell´Ingv, Claudio Chiarabba, con un co. co. co da 2.603,14 euro lordi l´anno. In un altro consiglio di dipartimento il 14 è prevista la relazione del direttore. Poi ci sarà da affrontare il nodo più ostico: lo stipendio. «Il precedente ministro, Mariastella Gelmini, su nostra richiesta, ci aveva garantito in una lettera che se ne sarebbe occupato il Ministero dell´Università» spiega il prorettore della Sapienza, Giancarlo Ruocco. «Ma con l´arrivo del nuovo ministro Francesco Profumo, non abbiamo certezza di quel che avverrà».
Anche per il Ministero dell´Università l´addio di Giardini non è affatto irrevocabile e una soluzione per convincere il sismologo a restare all´Ingv è allo studio. Le dimissioni del 22 dicembre, spiegano al Ministero, sarebbero frutto di una "rigidità" del sistema italiano della ricerca, che non permette libertà di contrattazione fra le parti. Non consente cioè di adeguare lo stipendio alle richieste di chi assume l´incarico.
La riduzione dell´indennità del presidente dell´Ingv da 135mila euro a 115mila, avvenuta lo scorso luglio con la fine del mandato di Enzo Boschi, viene considerato un altro elemento all´origine dell´impasse odierna. Secondo Il Foglietto della Ricerca, l´agenzia del sindacato Usi-Ricerca, la lettera di dimissioni sarebbe partita "dopo una frenetica girandola di consultazioni in cui il Miur avrebbe chiesto a quello della Funzione Pubblica se fosse stato possibile dare un aumento a Giardini, incassando un secco diniego".
Basterà l´operazione Sapienza a far ritirare definitivamente le dimissioni? Il presidente dell´Ingv non si sbilancia: «Al momento non ho risposte da dare. Ne riparleremo quando la vicenda sarà conclusa». Le sue dimissioni sono state presentate il 22 dicembre 2011. Poi prorogate al 31 gennaio 2012 su richiesta del Cda dell´Ingv. Poi slittate ancora al primo marzo. Accettate dal Ministero dell´Università il 31 gennaio, sono state contraddette dal direttore generale dell´Ingv Tullio Pepe il 7 febbraio: «Al Ministero sono in corso sondaggi per ricercare entro il 29 febbraio la soluzione alle difficoltà».
La cattedra alla Sapienza rientra nel quadro di questi sondaggi. Ma se l´operazione dovesse andare in porto, Giardini ritirare le sue dimissioni e Profumo l´accettazione delle dimissioni stesse, il sismologo si ritroverebbe con tre lavori contemporaneamente. Attualmente infatti Giardini - che si è laureato in Fisica a Bologna, ha lavorato 4 anni ad Harvard ed è stato direttore del Servizio sismologico svizzero - insegna anche sismologia e geodinamica all´Istituto tecnologico di Zurigo. «Lavoro in Svizzera da 15 anni - spiega - e per lavorare in Italia ho chiesto l´aspettativa all´80%». Anche se la chiamata diretta alla Sapienza prevede il part time, oggi al Consiglio di dipartimento si discuterà della capacità di un´unica persona di ricoprire tre incarichi in due nazioni diverse. Uno degli impieghi - la presidenza dell´Ingv - ha tra l´altro a che fare con un rischio sismico per sua natura imprevedibile.
L´affaire Giardini si aggiunge alle dimissioni presentate da altri due presidenti di enti di ricerca italiani: Francesco Profumo e Corrado Clini, che il 30 gennaio hanno lasciato la guida del Cnr e dell´Area Science Park di Trieste per incompatibilità con gli incarichi di ministro. Su un totale di 11 enti di ricerca pubblici, ben 3 si ritrovano ora senza una guida chiara. La scelta fatta dall´ex ministro Mariastella Gelmini quel 10 agosto di un anno fa non sembra sia stata baciata dalla fortuna.