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Dottorandi che cooperano per costruire sapere: una bella storia di buona universita’

Dottorandi che cooperano per costruire sapere: una bella storia di buona universita’

10/06/2011
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da Molecole

 

I tipi di legami che producono in abbondanza le nostre società incorporano clausole “a scadenza” e a libera “ricontrattazione”, non implicano l’assunzione di impegni, né l’attribuzione, di diritti radicati nel tempo e nello spazio: reti variabili di soggetti per iniziative a breve termine.

La Rete Nazionale Interdottorato in Urbanistica e Pianificazione Territoriale e Ambientale da diciassette anni si propone come “struttura” di coordinamento tra i Dottorati di Ricerca italiani in Urbanistica e Pianificazione. Non è caratterizzata da un “pensiero collettivo”, piuttosto dall’esigenza di alimentare uno spazio di condivisione e di confronto disciplinare continuo nel tempo, consolidando i rapporti tra i diversi “attori protagonisti” della ricerca, primi fra tutti i dottorandi.


La rete è autogestita dagli stessi dottorandi e si basa su una partecipazione e una relazionalità spontanea, la sua attività si concretizza attraverso un canale di comunicazione permanente, rappresentato dal sito web (https://www.rdupt.it), ed attraverso l’organizzazione di convegni nazionali che vengono organizzati ogni uno/due anni da un dipartimento diverso.

Una delle peculiarità è la scelta di contenere il ruolo e di docenti e coordinatori, privilegiando piuttosto il coinvolgimento, insieme ai dottorandi, dei cosiddetti precari della ricerca, neo-dottori e assegnisti. L’obiettivo è affermare la centralità dei ricercatori più giovani in un contesto accademico entro cui sembrano essere venuti a mancare spazi e opportunità per le nuove generazioni.

 


La Rete Interdottorato, dal primo convegno tenutosi a Torino nel 1994, ha sicuramente rappresentato un momento di riflessione attorno al significato, al ruolo e all’identità del dottorato di ricerca. I nove convegni che si sono succeduti sono stati l’opportunità per raccogliere riflessioni, scambiare contributi, avere uno spazio di discussione comune, un luogo di incontro dei dottori di ricerca in urbanistica e in pianificazione territoriale e urbana in Italia e non solo.

 


L’immagine del ricercatore spesso coincide con l’immagine dello studioso solitario e l’attività del dottorato di ricerca è prevalentemente caratterizzata dalla attività individuale, spesso ci si trova a lavorare singolarmente senza condividere gli esiti dei propri percorsi di ricerca. Questo potrebbe rappresentare un paradosso nell’epoca in cui i social network sono uno dei principali strumenti di relazione e di condivisione di emozioni, pensieri, riflessioni.

 


I convegni della Rete Interdottorato, soprattutto nelle prime edizioni, hanno rappresentato lo spazio in cui i dottori di ricerca avevano la possibilità di formulare delle richieste ben precise ai collegi dei docenti, dando luogo a riflessioni sul modello organizzativo dei corsi di dottorato. In un secondo momento il principale obiettivo è stato quello di consentire la condivisione di temi di ricerca, punti di vista ed esperienze. Alla luce delle trasformazioni socio-culturali che hanno investito anche il mondo della ricerca, quale ruolo attribuire oggi ai dottorati di ricerca? e quale ruolo attribuire alla Rete? In questo momento storico è importante assicurare la disponibilità di spazi autonomi di condivisione e confronto disciplinare, ma forse è anche opportuno dare una nuova funzione a questo organismo, rafforzare l’identità e la riconoscibilità della rete come “azione collettiva”, portatrice di un messaggio, nel mondo della ricerca.

 


L’organizzazione del 9° Convegno della Rete Interdottorato che si è svolto a Roma il 24, 25 e 26 febbraio 2011, ha visto impegnati insieme i tre dottorati romani in pianificazione territoriale, afferenti a tre Dipartimenti e due Università diverse ( DATA e DICEA della Sapienza e DipSU di Roma Tre). Prendere l’impegno di collaborare per quasi due anni per un obiettivo comune ha voluto sottolineare il bisogno di un agire collettivo, nonostante l’appartenenza a “scuole” differenti. Uno sforzo aggiuntivo di coordinazione per testimoniare la volontà di superare la tendenza a fare (ricerca) individualmente, che ha rappresentato di per sé un arricchimento.

 


Da questo lavoro comune sicuramente sono emerse delle riflessioni anche sui punti di debolezza della Rete: molto spesso gli aderenti alla rete non si sentono parte di essa, solo chi prende in mano la gestione temporanea ne riconosce l’importanza.

Se da un lato è implicita la necessità che i componenti della Rete siano diversi di anno in anno, c’è dall’altro, il bisogno di garantirne la permanenza e di sedimentare le esperienze acquisite, affinché la rete evolva come punto di riferimento per i dottorati e i dottorandi.

La sostenibilità della Rete nel tempo è il punto sul quale si deve lavorare per creare le basi per consolidare le relazioni del network al fine di farle diventare delle reali e concrete opportunità di sviluppo di nuove ricerche, di lavoro e di confronto continuo.

 

Maria Francesca Guida, Federica Benelli

Rete Interdottorato in Urbanistica e Pianificazione Territoriale

 

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