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«Dovevo andar via a ottobre Avere la mia età non è un reato»

Il medico

05/08/2014
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Corriere della sera

Il professor Emanuele Lezoche, 69 anni, è un chirurgo esperto di tumori del colon retto.
Dal 1986 è professore ordinario di Chirurgia ed è docente a «La Sapienza». Dirige la Divisione di Chirurgia e Tecnologie Avanzate del Policlinico Umberto I
ROMA — «Sono contento che posso rimanere nel Policlinico Umberto I ancora un anno: così potrò continuare a curare i miei malati e a fare ricerca. Se fosse passato quell’emendamento, invece, sarei dovuto andare in pensione a ottobre». Il professor Emanuele Lezoche, 69 anni, chirurgo esperto di tumori del colon retto e docente all’università «La Sapienza», è uno delle migliaia di camici bianchi che beneficia del ritiro dell’emendamento che permetteva ai docenti universitari e ai primari ospedalieri di diventare pensionati nel giro di pochi mesi.
Lezoche sottolinea che la misura del governo Renzi comunque non gli avrebbe causato particolari problemi: «I veri danneggiati sarebbero stati i malati, che non avrebbero trovato tutti i bravi medici presenti attualmente nelle strutture pubbliche. E chiari danni di immagine avrebbero avuto gli stessi ospedali e policlinici, con conseguente vantaggio per le cliniche private perché è lì che sarebbero finiti molti miei colleghi, compreso il sottoscritto». Il chirurgo del Policlinico Umberto I, che rivendica con orgoglio di avere sempre lavorato all’interno di strutture pubbliche, se fosse stato costretto a andare in pensione tra tre mesi, ammette: «Di certo avrei proseguito l’attività assistenziale e di ricerca sfruttando l’esperienza e le conoscenze, anche a livello internazionale, accumulate in oltre 30 anni». «Oggi spesso i malati non vanno nell’ospedale più famoso o in quello più vicino a casa — fa notare — ma si scelgono il medico cercandolo tra quelli più bravi che si trovano su Internet: per questi motivi mandare in pensione tanti professionisti da oggi a domani avrebbe solo avvantaggiato i privati che si sarebbero potuti arricchire di tanti esperti».
Parlando di riforme, il professor Lezoche critica certi provvedimenti: «Pur comprendendo le criticità economiche, l’alta disoccupazione giovanile e la gravità della situazione generale, tutto va fatto con gradualità e programmando gli interventi nel tempo — sostiene — senza improvvisare, ma questo in Italia non avviene».
E sul ricambio generazionale sollecitato dalla Cgil e poi accantonato, il chirurgo esprime qualche dubbio: «Non sono contrario all’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, ma non si può neanche sopprimere una generazione per fare posto a un’altra: forse il premier Renzi doveva facilitare chi voleva andare in pensione e programmare il turnover nel tempo». Infatti «se tutti i primari andassero in pensione domani mattina — si chiede Lezoche — siamo sicuri che i loro giovani sostituti sarebbero all’altezza di sostituirli in cinque minuti? Ho qualche dubbio...» .
F. D. F.