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Due scienziati italiani al vertice europeo, ma l’Italia resta fuori
Paola Bovolenta e Giulio Superti-Furga nominati nel consiglio scientifico del consiglio europeo della ricerca. Ma entrambi hanno studiato e lavorano in altri Paesi europei
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Gianna Fregonara
Due scienziati italiani entrano nel prestigioso consiglio scientifico Erc, l’organo che dirige e governa il Consiglio europeo della ricerca, che si occupa di stilare gli indirizzi e i finanziamenti per le borse e in generale la politica scientifica dell’Unione europea. Si tratta di Paola Bovolenta e del milanese Giulio Superti-Furga, che vanno ad affiancare altri venti rappresentanti della comunità scientifica europea tra cui alcuni premi Nobel.
La carriera all’estero
Un bel successo per i ricercatori italiani, ma non per l’Italia: entrambi infatti non solo vivono e lavorano presso istituzioni che sono al di fuori dell’Italia ma hanno anche studiato e costruito la loro carriera tutta all’estero. Non così altri membri del consiglio: a partire dal presidente, il francese Jean-Pierre Bourguignon, che lavora a Parigi.Paola Bovolenta è professoressa e capo della sezione di biologia e biomedicina del Consejo Superior de Investigaciones Cientificas di Madrid e Giulio Superti-Furga, che ha studiato a Zurigo, è professore di biologia dei sistemi medici presso il Centro di fisiologia e farmacologia dell’Università di medicina di Vienna e direttore scientifico del Centro di ricerca CeMM sulla medicina molecolare dell’Accademia delle scienze austriaca. Il consiglio scientifico è un organo indipendente che decide la strategia e la distribuzione dei finanziamenti del CER. Tutti i suoi membri sono selezionati da un comitato d’identificazione indipendente. Il principale obiettivo del CER consiste nell’incentivare la ricerca della migliore qualità in Europa attraverso finanziamenti competitivi e nel sostenere la ricerca di frontiera realizzata su iniziativa dei ricercatori in tutti i campi, sulla base dell’eccellenza scientifica.