Ecco come la Moratti ha rotto l'assedio
Espresso Scuola E Letizia spaccò il sindacato La Cgil proclama una giornata di sciopero. Cisl e Uil solo un'ora. Mentre gli aderenti a Snals e Gilda lavoreranno. Ecco come la Moratti ha rotto l'as...
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E Letizia spaccò il sindacato
La Cgil proclama una giornata di sciopero. Cisl e Uil solo un'ora. Mentre gli aderenti a Snals e Gilda lavoreranno. Ecco come la Moratti ha rotto l'assedio. E disinnescato l'autunno caldo della scuola
di Andrea Benvenuti
È durato poche ore il sogno di Enrico Panini, segretario generale della Cgil Scuola, di convincere Cisl, Uil e Snals, a mettere in campo una grande manifestazione unitaria contro il ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti. I presupposti c'erano tutti: i tagli nella Finanziaria per 1200 miliardi, neanche una lira per il rinnovo del contratto e per il recupero del differenziale sull'inflazione, la riduzione degli organici e l'imposizione dall'alto dell'aumento delle ore di insegnamento.
In Cgil, la potente macchina nazionale si era già messa in moto per lo sciopero generale. Ma si è dovuta fermare in corsa. E, in un batter d'occhio, dopo l'ultimo incontro di giovedì scorso a viale Trastevere, a Roma, il fronte dei sindacati si è spezzato: Cisl e Uil da una parte, Cgil dall'altra, Snals e Gilda, liberi battitori.
Una vera è propria Waterloo sindacale? A sentire i diretti interessati, chiaramente, non si parla di disfatta ma di una vittoria sul campo contro un governo che era partito intenzionato a usare il bastone senza la carota. "Ma quale disfatta sindacale. È stata una vittoria compatta", dice Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola. "Moratti è tornata indietro sui suoi stessi passi e ha soddisfatto tutte le nostre richieste. Lo sciopero proposto dalla Cgil era improponibile".
Del resto, modifiche sostanziali all'articolato ci sono state. In contestatissimo articolo 13 della Finanziaria è stato praticamente cancellato. Le norme sulle supplenze sono state affondate e adesso, in caso di assenza dell'insegnante di ruolo, non si ricorrerà più, come proponeva Moratti, a un supplente dopo 30 giorni ma, come era prima, dopo 15 giorni per le secondarie e dopo 5 per le primarie.
Anche il tetto obbligatorio di 24 ore settimanali rimane volontario. Chi vorrà potrà aumentare l'orario di lavoro aiutando il ministro a risparmiare sulle supplenze ma senza imposizioni dal governo centrale. Del resto, in tempi di autonomia scolastica e decentramento, un governo come quello in carica, votato al federalismo regionale, non poteva usare la mano di ferro proprio dalla capitale.
"L'unico neo", aggiunge Di Menna, "è il disaccordo con il governo sul recupero del differenziale: 50 mila lire a testa che la Moratti ci nega e per questo motivo abbiamo deciso di scioperare un'ora il 12 novembre". I primi giorni del prossimo mese sono stati decisi scioperi a grappoli. Il 9 scioperano gli autonomi, il 12 Cisl e Uil e anche la Cgil che però ha indetto uno sciopero per tutta la giornata. Lavoreranno invece gli insegnanti aderenti a Snals e Gilda.
La sensazione, comunque, è che abbia vinto il ministro dell'Istruzione. Anche se ha rinunciato ai tagli degli organici e ha inghiottito il boccone amaro sull'orario e le supplenze, il ministro ha isolato la Cgil, ha provocato la rottura del fronte sindacale su quattro posizioni diverse e ha fatto capire che, a dicembre, per il rinnovo del contratto, non farà alcuna concessione.
In politica come attorno ai tavoli della contrattazione, alla fine sono sempre tutti soddisfatti. È gioco delle parti. Ma questa volta Moratti sembra aver preso le misure con il passo da maratoneta e, sulle lunghe distanze, è possibile che riuscirà a far passare quei tagli che, per adesso, ha accettato di congelare dividendo i sindacati confederali.
29.10.2001