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Famiglia cRISTIANA-A VOLTE RITORNANO

SCUOLA L'ANNO SCOLASTICO RIPARTE TRA MILLE POLEMICHE A VOLTE RITORNANO La riforma Moratti prevede l'introduzione del tutor nelle elementari. Le famiglie approvano, ma i sindacati sono sul pi...

08/09/2004
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SCUOLA
L'ANNO SCOLASTICO RIPARTE TRA MILLE POLEMICHE

A VOLTE RITORNANO

La riforma Moratti prevede l'introduzione del tutor nelle elementari.
Le famiglie approvano, ma i sindacati sono sul piede di guerra.
Ci sarà ancora il maestro unico?

Si torna in classe fra mille polemiche. Non sarebbe una novità, se non si trattasse di un anno speciale. Con quest'anno, infatti, muove i primi passi la riforma voluta dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti. Interessate, per l'esattezza, la scuola dell'infanzia, la scuola primaria, ossia la vecchia elementare, e il primo anno della secondaria di primo grado. Altri passi importanti sono attesi nei prossimi mesi, a cominciare dai decreti attuativi della secondaria di secondo grado.

La novità più importante, sulla quale si addensano polemiche e minacce di diserzione che non fanno dormire sonni tranquilli ai dirigenti scolastici, chiamati all'applicazione dei nuovi ordinamenti, è la figura dell'insegnante tutor, o maestro prevalente, cardine della riforma soprattutto per le elementari.

L'insegnante tutor, coordinatore del lavoro del "team dei docenti", dovrà svolgere almeno 18 ore di insegnamento frontale nella stessa classe. Inoltre, secondo i dettami ministeriali, dovrà adempiere funzioni tutoriali nei confronti degli alunni, di orientamento e di documentazione del portfolio. In pratica, dovrà tenere aggiornato il curriculum del percorso scolastico di ognuno e sarà la figura di riferimento per i rapporti scuola-famiglia.

Il ministro Letizia Moratti (foto Giiuliani).

L'opposizione sindacale

Mentre è appena entrata nel vivo la contrattazione sindacale per l'attivazione e l'inquadramento economico di questa nuova figura, i primi a rimandarla al mittente sembrano i docenti.

Secondo un'indagine della Cgil, la metà degli insegnanti non applicherà la riforma. L'opposizione dei sindacati è compatta. "Si va a destrutturare l'attuale organizzazione della scuola elementare, introducendo una gerarchia tra gli insegnanti e minando la collegialità del team docente", denuncia Francesco Scrima, segretario generale del sindacato Cisl-Scuola. Il timore è che si voglia tornare al vecchio maestro unico: un primo passo per tagliare gli organici. "E questo per un pugno di spiccioli", continua Scrima; "secondo i nostri calcoli, per meno di 10 euro al mese". Le previsioni sono tutt'altro che ottimistiche. "Ritengo che i collegi dei docenti, in tutta libertà e in regime di autonomia, potranno decidere che le funzioni tutoriali sono proprie di tutti i docenti".

La legge va rispettata

Di parere diverso Silvio Criscuoli, direttore generale per gli ordinamenti al ministero. "Non dobbiamo dimenticare che si tratta di una legge dello Stato che va applicata senza interpretazioni troppo fantasiose", spiega; "credo che i problemi si appianeranno quando si raggiungerà un accordo condiviso, in sede contrattuale. Il tutor deve essere una figura unitaria per ogni classe", continua, "le 18 ore di lezione frontale costituiscono un fatto ordinamentale, che precede l'autonomia. Il tutor non ha nulla a che fare col maestro unico, è soprattutto una garanzia per gli studenti". Non va dimenticato che le famiglie sembrano apprezzare sia la nuova figura del tutor sia la flessibilità dei nuovi programmi. Da quest'anno infatti sarà possibile scegliere, accanto alle materie obbligatorie, anche alcune materie facoltative la cui frequenza sarà imposta e assolutamente gratuita. Ne consegue una certa elasticità dell'orario. Il tempo scuola, alle materne, può andare da un minimo di 25 a un massimo di 49 ore settimanali, a seconda delle possibilità del singolo istituto e delle richieste dei genitori. Per le elementari, in cui si studierà inglese e informatica fin dalla prima, si va dalle 27 alle 30 ore, mentre viene garantito il mantenimento del tempo pieno sulla base del precedente anno scolastico. Il tetto massimo di oscillazione sale a 33 ore nella scuola secondaria di primo grado, dove viene introdotta l'obbligatorietà della seconda lingua straniera. Ricordiamo che, da quest'anno, va in soffitta l'esame di quinta elementare, mentre l'iscrizione anticipata, sia per le materne, liste di attesa permettendo, sia per le elementari, in via transitoria è stata possibile solo per i nati entro il 28 febbraio. "Per le famiglie questi sono senz'altro elementi di vantaggio", conferma Maurizio Salvi, presidente dell'Age, associazione italiana genitori, "per questo la nostra speranza è che la nuova scuola si apra in un clima sereno e in un modo corretto".

A grande richiesta dei genitori

Le difficoltà non mancano negli stessi istituti che già hanno sperimentato la riforma. "È difficile fare accettare agli insegnanti la figura del tutor", ammette Maria Dari, dirigente dell'Istituto comprensivo Europa di Faenza, "più facile sarebbe introdurre un unico coordinatore, ma dividere le funzioni tutoriali. La grossa opportunità di questa riforma è rendere protagoniste le famiglie: nel nostro caso, per esempio, abbiamo accolto la richiesta di lasciare il sabato libero con tre rientri pomeridiani per tutti". In altre scuole, al contrario, l'introduzione del tutor era già stata anticipata proprio per richiesta dei genitori.

"Avevamo introdotto la figura dell'insegnante prevalente fin dal '96", spiega Luigi Ughetti, dirigente dell'Istituto comprensivo di Traversetolo, in provincia di Parma, una scuola che supera il 10 per cento di alunni stranieri; "con facilità siamo passati da 15 ore di insegnamento frontale a 18".

Anche in Emilia-Romagna, una regione che pure è stata tra le prime a sperimentare la flessibilità, il clima che si respira nelle scuole nei confronti della riforma targata Moratti viene definito, in un'indagine dell'ufficio scolastico regionale, "non amichevole". La dirigente, Lucrezia Stellacci, ha annunciato l'istituzione di un Osservatorio sulla riforma. "Nessuna volontà sanzionatoria", chiarisce, "si tratta di aiutare le scuole e gli insegnanti per attuare una riforma che contiene molte novità e quindi ha bisogno di tempo e di sostegno".

Simonetta Pagnotti
SEMPRE MENO PROF

Cresce il numero degli alunni della scuola statale italiana. Ma l'incremento è dovuto quasi interamente agli alunni stranieri. Lo rileva un recente studio della Cgil-Scuola. Nell'anno scolastico 2003/04, gli studenti (7.669.505) sono stati oltre 49.000 in più (+ 0,65 per cento) rispetto a quello precedente. Il loro aumento, in valore assoluto, corrisponde al complessivo incremento di studenti stranieri registrato nello stesso periodo. Un fenomeno, questo, verificatosi anche nell'anno scolastico 2002/03, quando la popolazione scolastica aveva toccato i 7.620.227 alunni (con un incremento rispetto al 2001/02 dello 0,16 per cento) e si era registrato una crescita di circa 50.000 studenti non italiani. Quello degli alunni stranieri è del resto un dato ormai costante, visto che i ragazzi che provengono da altri Paesi sono passati dai 30.000 del 1993 ai 285.000 dello scorso anno.

L'aumento ha interessato tutti i vari livelli scolastici: 11.000 bambini in più nella scuola dell'infanzia; 8.021 in più gli alunni nella scuola primaria; in crescita anche gli studenti delle scuole medie (7.150 in più) e delle superiori (23.000 in più).

Per quanto riguarda i docenti, negli ultimi anni si è registrato un calo (dati Cgil-Scuola). In totale (tra insegnanti di ruolo e assunti a tempo determinato), l'anno scorso erano 817.850, 12.000 in meno del 2002/03. Il decremento ha riguardato i docenti di ruolo, mentre il numero di quelli con incarico a termine è aumentato per coprire i posti vacanti. I docenti con contratto annuale sono passati dai 26.514 del 2002/03 ai 32.936 del 2003/04.

In diminuzione anche i dirigenti scolastici (meno 650 unità), che oggi risultano essere 8.062. Decresce persino il personale ausiliario, tecnico e amministrativo: quest'ultimo, in particolare, è passato da circa 253.213 nell'ultimo anno scolastico a 257.246 del 2002/2003.

Per l'anno scolastico 2004/05, il ministero dell'Istruzione ha provveduto a immettere in ruolo 12.363 docenti (2.145 nella scuola dell'infanzia; 3.239 in quella primaria; 2.109 nella secondaria di primo grado; 2.695 in quella secondaria di secondo grado; 2.175 destinati al sostegno). Le nuove immissioni in ruolo anche per il personale tecnico-amministrativo ammontano invece a 2.530 unità: 774 assistenti amministrativi, 392 assistenti tecnici, 11 cuochi, 881 collaboratori scolastici e 472 direttori dei servizi generali amministrativi.

LO STATO RISPARMIA, LE FAMIGLIE...

Quanto spende lo Stato per l'istruzione? Sempre meno. A sostenerlo è la Uil-Scuola, secondo la quale dal 1996 a oggi la spesa per studente al netto dell'inflazione si è ridotta di 500 euro (circa un milione di vecchie lire). Nel '96, infatti, lo Stato spendeva quasi 7 milioni e mezzo di lire per studente, mentre lo scorso anno la spesa è ammontata a 3.300 euro (quasi 6 milioni e mezzo di lire).

E le cose non vanno diversamente, secondo la Uil-Scuola, se si prende in considerazione l'ammontare complessivo degli investimenti destinati all'istruzione in rapporto al Pil (Prodotto interno lordo, la ricchezza del Paese). Con un 4,9 per cento di investimenti (rispetto al Pil) destinati alla scuola, l'Italia si colloca a metà classifica tra i Paesi dell'Unione europea, con un livello che risulta inferiore a quello degli anni '90 (5,8 per cento del Pil).

In crescita invece la spesa per le famiglie. Per libri e corredo scolastico quest'anno si spenderanno dai 40 ai 100 euro in più rispetto al 2003. A fare i conti è l'Adiconsum, secondo la quale la spesa media è di 640 euro per il primo anno di scuola media, di 720 euro per il primo anno del liceo classico e di 465 euro per il primo anno del liceo scientifico.

Per quanto riguarda i soli libri di testo, secondo l'Associazione italiana editori (Aie), il prezzo dei 33.811 libri di testo presenti in commercio è aumentato dell'1,16 per cento, contro l'1,35 per cento dello scorso anno. I testi delle materie scientifiche sono quelli che hanno fatto registrare i maggiori rincari.

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