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Fuoriregistro-Bilancio di fine anno

Bilancio di fine anno di Naila - 27-05-2002 Ultimi giorni di maggio. Ultime due settimane. Dodici verifiche e interrogazioni ancora da fare. Lunedì mattina. Naila entra in classe e si prepa...

28/05/2002
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Fuoriregistro

Bilancio di fine anno
di Naila - 27-05-2002

Ultimi giorni di maggio. Ultime due settimane. Dodici verifiche e interrogazioni ancora da fare.
Lunedì mattina. Naila entra in classe e si prepara ad un'eventuale interrogazione di inglese: non viene interrogata. Suona la campanella, la professoressa di inglese esce.
Quella di italiano arriverà a momenti, ognuno ripassa le ultime cose. Tutti sono agitati, le informazioni ci si confondono in testa. Per oggi ci sono solo tre capitoli non spiegati dei Promessi Sposi, due poesie con parafrasi e commento più vita morte e miracoli di Giovanni Pascoli.
La professoressa di italiano entra in classe, nota che Naila, secondo banco, ha il libro aperto.
Un comportamento del genere non è accettabile poiché sicuramente Naila non ha studiato e pretende di rimediare leggendo cinquantun pagine di Manzoni più quattro di Pascoli in un intervallo di tempo di cinque minuti.
La professoressa assume un colorito rosso gambero, il tono della voce si alza a livelli esorbitanti e, senza sentir ragioni, s'incazza (letteralmente) con quell'incapace di studentessa.
Naila interrogata.
'Manzoni era da studiare solo in sintesi, quindi non ti lamentare'. La prima domanda è: 'Con quale espressione, nella prima parte del capitolo 29, Don Abbondio rivela il suo dissenso verso l'affermazione di Agnese?'. La risposta risulta imprecisa, non sono stati usati i termini esatti.
Naila viene rimandata al posto con un sei tirato. Naturalmente alla professoressa non viene in mente che forse ora Naila sarà di cattivo umore perché ha passato una domenica di sole a studiare per mantenere la media alta che era riuscita ad avere in italiano.
In fondo Naila è solo una studentessa. Ed ha davanti soltanto un'altra ora di verifica complessiva di biologia ed una potenziale interrogazione in matematica.
Ma qualcosa di buono in questo anno sarà pur capitato: il problema è trovarlo.
Una bella idea era stata ad esempio quella di dedicare un'ora del sabato al commento degli articoli di attualità del Corriere. Peccato che le opinioni della prof siano le Opinioni e tutte le altre motivo di contestazione.
Un'altra bella idea era stata quella di programmare alcune 'seste ore' per il recupero o l'approfondimento delle materie. Peccato che a maggio tutti i prof si siano resi conto di essere indietro con il lavoro e le abbiano usate per spiegare argomenti da aggiungere a quelli che non si sono capiti o su cui non si è sicuri.
Tra due settimane la scuola finirà, ognuno si terrà i voti che ha preso e durante le vacanze farà di tutto per dimenticare i libri.
La domanda è: possibile che non ci rimarrà niente dentro? Possibile che tutto ciò che abbiamo studiato sarà automaticamente rimosso, come un brutto ricordo? Possibile che a scuola nessuno parli di motivazioni, rapporti interdisciplinari o comprensione dello studente?
Domande futili e banali. I professori fanno il loro lavoro: hanno due voti orali e tre scritti segnati sul registro e i riassunti dei programmi perfettamente battuti a computer e consegnati a chi di dovere.
E noi non avremo capito niente: non si deve studiare per il voto, ma perché c'è chi ci insegna ad amare la scuola.
Ma siamo noi a disprezzarla a priori o c'è qualcuno che ce la fa odiare?