Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Gazzetta del Sud/Cosenza: I tagli alla scuola portano in piazza i docenti precari «Siamo all'assurdo»

Gazzetta del Sud/Cosenza: I tagli alla scuola portano in piazza i docenti precari «Siamo all'assurdo»

Decine di insegnanti hanno palesato i loro disagiRitenuto positivo l'incontro tenuto in prefettura

04/06/2010
Decrease text size Increase text size
Gazzetta del Sud

Salvatore Summaria
"La scuola lotta e resiste". Recitava così il volantino fatto circolare ieri mattina dai sindacati di categoria davanti alla sede dell'Usp. Cgil, Cisl, Uil, Gilta-Unams e Snals, avevano indetto un sit-in di protesta contro i tagli alla scuola apportati dal governo, che non agevolano certo l'inserimento dei cosiddetti precari, da anni alle prese con contratti a scadenza. «Ci mancava solo la manovra finanziaria, adesso stiamo veramente freschi», commentavano i diretti interessati. Forbice ministeriale e manovra economica: questi i motivi che hanno portato in piazza l'esercito dei prof. Tantissimi i partecipanti all'assemblea, tra insegnanti e una folta delegazione del personale Ata. Tutti a manifestare il proprio dissenso. «La situazione è drammatica – spiegava Silvana Pastore, docente dell'infanzia – non bastavano i tagli, adesso anche il decreto anticrisi penalizza il pubblico impiego e la scuola in modo particolare. Quanto dobbiamo pagare ancora?». Serpeggiava la disperazione ieri mattina dinanzi alla sede dell'ufficio scolastico. «Gli alunni disabili tra poco resteranno senza l'insegnante di sostegno – ha rimarcato Giancarlo Viola – tanto vale tenerli a casa questi ragazzi». Luca Bruno ha invece puntato il dito contro l'Usp, «colpevole di non impegnarsi abbastanza, quando il Provveditorato dovrebbe battersi insieme a noi». Le tante voci del dissenso, insomma, raccolte intorno ai sindacati di categoria, decisi a non mollare la presa. Già, perchè secondo loro le scelte operate dal governo penalizzano principalmente la Calabria. «La provincia di Cosenza – gridava dal suo megafono Pino Assalone della Cgil – vive drammaticamente l'incertezza del futuro scolastico che anche quest'anno è stato segnato da un taglio agli organici non più sostenibile». E i numeri sono veramente allarmanti. Le stime dicono che sul territorio bruzio si perderanno circa 500 posti tra i docenti di ogni ordine e grado e che la scure si abbatterà anche sulla testa del personale amministrativo. Altrettanto determinata Francesca Guarasci della Uil, secondo cui il blocco degli scatti sugli stipendi determinerà la paralisi totale nel mondo della scuola. Sulla stessa lunghezza d'onda Antonio Altomare, sindacalista della Gilda-Unams. «Non è più possibile, dopo decenni di lotte, rincorrere il posto a tempo indeterminato. Ci sono insegnanti che vanno avanti con le supplenze annuali. È assurdo». La mobilitazione di ieri ha avuto lo scopo di sensibilizzare la classe politica su un problema non più rinviabile. L'appello è rivolto soprattutto alle istituzioni locali, affinchè si facciano portavoce delle esigenze di una terra che vive drammi atavici. «Il blocco delle assunzioni, i tagli agli organici e adesso anche la manovra finanziaria– hanno ripetuto in coro i rappresentanti delle sigle sindacali – avvengono in un contesto territoriale, ambientale, strutturale e sociale che dovrebbe indurre a una più attenta e approfondita analisi prima di determinare tagli indiscriminati. Noi siamo convinti che la provincia di Cosenza ha bisogno di investimenti in termini di scuole più sicure, di più personale e di una maggiore offerta formativa». Altrettanto diretto il commento di Franco Greco, presidente dell'Associazione nazionale docenti. «È estremamente grave – ha detto – constatare che il fardello dei tagli venga ancora una volta rovesciato sugli insegnanti, i cui stipendi sono da tempo la cifra delle difficoltà in cui versa questa categoria. I danni saranno irreversibili – ha proseguito Greco – il blocco degli automatismi renderà inutile il periodo 2011-2013 ai fini della maturazione della classi e degli scatti di stipendio e spingerà ancora di più gli insegnanti verso una condizione di degrado economico e sociale che è indegna per un Paese civile». All'assemblea di ieri ha preso parte pure Renata Garofalo, vice coordinatore regionale dell'Anif. «I tagli? Non fanno altro che produrre classi numerose e questo va a discapito della formazione». E ha ricordato come il 17 maggio scorso il suo sindacato ha avuto un colloquio con l'assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, riprendendo il discorso dei progetti alternativi istituiti dalla Regione per andare incontro ai precari della scuola. «Progetti utili, ma è mancato il coordinamento con l'Usp», ha chiosato la Garofalo. Tutte rimostranze sottoposte al prefetto. Gli stessi rappresentanti sindacali, infatti, ieri mattina hanno avuto un faccia a faccia con il vice di Antonio Reppucci, Osvaldo Caccuri. La delegazione sindacale era composta da Greco, Assalone, Guarasci, Altomare, Giuseppe Stellato della Snals, Luigi Bifano e Luigi Pingitore della Cisl e dal segretario regionale della Uil, Roberto Castagna. Quest'ultimo ha anticipato che lunedì la triplice incontrerà per la prima volta, dal suo insediamento, il governatore calabrese, Giuseppe Scopelliti, e in quella occasione i sindacati sottoporranno i problemi della scuola all'attenzione del presidente della Regione. Da parte sua Caccuri, a nome del prefetto Reppucci, ha assicurato il massimo impegno, sfruttando il canale governativo per illustrare a chi di competenza la situazione di assoluta precarietà che vive la categoria degli insegnanti, soprattutto in un territorio dalle mille contraddizioni. L'attesa continua...