Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Gazzetta del Sud/Reggio C.: Non si perdono solo posti di lavoro la riforma nega il diritto allo studio

Gazzetta del Sud/Reggio C.: Non si perdono solo posti di lavoro la riforma nega il diritto allo studio

Gambello: «Una scommessa etica che deve tenere insieme tutti i settori»

19/09/2010
Decrease text size Increase text size
Gazzetta del Sud

Eleonora Delfino
È vivace, acuto con una capacità di apprendere medio alta, ma ha problemi alla vista e all'udito. Andrea fa la terza media e se è riuscito a maturare risultati didattici notevoli lo deve ai suoi genitori che si sono sobbarcati la spesa per garantire libri adeguati e un'insegnante (privata) del linguaggio dei segni che lo ha seguito ininterrottamente nel suo percorso per sette anni. L'efficienza della scuola italiana è fotografata in questa storia che Maria Scopelliti, la mamma di Andrea racconta. «Mi sento lesa come cittadina e come mamma, il diritto allo studio garantito dalla Costituzione che fine ha fatto?». L'incontro della Flc-Cgil non si limita a dar spazio alle esigenze dei precari, ma alimenta una riflessione a tutto tondo sul ruolo della scuola.
«Una scommessa etica – sostiene la segretaria provinciale Elisabetta Gambello – che deve tenere insieme tutti i settori della conoscenza. Su questi temi interroghiamo la politica che deve assumersi le sue responsabilità. Lo avevamo denunciato già nel 2008 e ci hanno accusato di catastrofismo, oggi siamo ancora qui a testimoniare coerenza». Un incontro a più voci in cui si raccontano problemi e contraddizioni di ogni settore della conoscenza. Il quadro tracciato da Roberto Vinci sulla realtà universitaria è preoccupante. «Il Governo vuole smantellare il sistema pubblico, lo fa attraverso i provvedimenti del ministero dell'Istruzione, dell'Economia e della Funzione pubblica. Si taglia sulle risorse per l'Università pubblica e sulla ricerca ma al tempo stesso si foraggia l'università privata. Non si tratta di miopia ma di una politica del Governo per ricreare ceti e caste. Così facendo aumentando le tasse universitarie il figlio dell'operaio non potrà diventare professionista». Insomma il ruolo di ascensore sociale della scuola perde la sua incisività. Lello Carullo da voce ai problemi di Accademie e Conservatori. «Siamo la cenerentola. Eppure il fatturato del settore cultura ha superato per 3 volte quello dell'auto. Ma nonostante i numeri e il riconoscimento giuridico non riceviamo le stesse attenzioni dell'università». Da dove cominciare? «Servirebbe una nuova legge regionale sul diritto allo studio».
Un racconto-denuncia che arriva alla scure che si è abbattuta sui precari. «25 mila persone di età media di 40 anni sono rimasti senza lavoro, il 65% dei tagli interessa il Mezzogiorno» afferma Gemma Sorgonà. «Ma non è un problema solo di posti di lavoro, ma dei risultati che produce con accorpamenti di classi di 30 alunni». Un operazione in cui la Flc ha promosso di concerto alla federazione e Mimma Pacifici segretaria provinciale incalza: «Il mondo del lavoro è provato in tutti i settori, mentre il Governo vive una fase di stallo. A fronte di questa situazione noi chiediamo un piano straordinario».
«Sono le prospettive dei diritti ai tempi della crisi – considera Demetrio Naccari, già assessore regionale – e del federalismo che riesce a far diventare geografici i diritti. Così le regioni più ricche investono di più, un differenziale interno che nel tempo aumenta il divario tra le due realtà del Paese».
A ribadire la strategicità del settore è l'assessore provinciale Ercole Nucera. «Credo che la formazione venga al primo posto tra le priorità prima ancora della sanità». Alla luce di questa premessa l'Amministrazione provinciale «si è occupata dell'edilizia scolastica. Il 97% degli istituti secondari hanno trovato sistemazione in strutture pubbliche, eliminando così le spese per gli affitti e garantendo agli studenti spazi adeguati».
Per il consigliere comunale Massimo Canale «le istituzioni devono fare fronte comune, perchè questa situazione, frutto di scelte politiche sbagliate mette a rischio l'accesso alla conoscenza e quindi alla libertà».