Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Gazzetta di MAntova-Decreto precari, la nuova presa in giro del governo

Gazzetta di MAntova-Decreto precari, la nuova presa in giro del governo

Decreto precari, la nuova presa in giro del governo La maggioranza ha approvato sabato 30 luglio il decreto Legge "Disposizioni urgenti per assicurare la funzionalità di settori del...

31/07/2005
Decrease text size Increase text size
Gazzetta di Mantova

Decreto precari, la nuova presa in giro del governo
La maggioranza ha approvato sabato 30 luglio il decreto Legge "Disposizioni urgenti per assicurare la funzionalità di settori della Pubblica amministrazione". Il Governo ha voluto affrontare la questione dell'immissione in ruolo del personale precario della scuola. Rispetto alle aspettative del mondo della scuola, ha, purtroppo, previsto l'immissione solo di 40mila precari (35mila docenti e 5mila personale Ata) per l'anno scolastico 2005-2006, rispetto alla presenza di 125mila docenti e 70mila personale Ata: circa 200mila precari. La realtà della nostra scuola pubblica ha visto in questi ultimi quattro anni un forte e continuo incremento delle iscrizioni degli alunni, pari a oltre 100mila unità, mentre gli insegnanti hanno segnato una diminuzione di oltre 50mila unità con la perdita di oltre 20mila classi. E l'impegno del governo delle nomine a tempo indeterminato entro il 31 gennaio 2005 dov'è? Nel decreto approvato sabato 30 luglio c'è la dimostrazione dell'incapacità e del menefreghismo di questo governo.
Ricordiamo la conferenza stampa del ministro Moratti, trasmessa come prima notizia dalle televisioni, dell'assunzione di circa 200mila precari (125mila docenti e 70mila Ata).
Oggi il Governo senza neppure scusarsi e vergognarsi ha deciso di assumere il 20% di quanto promesso con legge. La conclusione è che gli insegnanti che andranno in pensione o che ci sono appena andati non verranno sostituiti se non in minima parte. E non è una questione di carenza di risorse finanziarie. Infatti, la relazione del Senato chiarisce che non ci sono nuovi oneri; infatti il costo del personale immesso in ruolo dal 1° settembre sarebbe uguale a quello dei precari incaricati annualmente. Quindi la questione è politica e questo governo, in cinque anni, ha di fatto diminuito il numero di persone in ruolo nella scuola pubblica. Le conseguenze sono a carico delle famiglie: 1) fra i posti tagliati ci sono anche, purtroppo, quelli dei docenti di sostegno ai nostri figli; 2) la qualità viene meno con l'affollamento degli alunni nelle classi (siamo risaliti a 28-30 alunni per classe); 3) per la lingua inglese il numero delle ore per classe è diminuito e si costringono i docenti non specializzati nell'insegnamento dell'inglese ad insegnare questa lingua; 4) l'aumento di richiesta di tempo pieno e di tempo prolungato delle famiglie non si potrà soddisfare per mancanza di insegnanti; 5) la via crucis dei precari della scuola è ormai lo scandalo del mondo della scuola. Le graduatorie sono state più volte sconvolte, si è creata una situazione di grande ingiustizia e di guerra fra poveri. Migliaia di ricorsi al Tar dimostrano lo stato di totale incertezza del diritto degli interventi legislativi di questo Governo; 6) i Comuni e le famiglie contribuiscono, a far funzionare le nostre scuole alle quali il Governo ha tagliato il 44% dei finanziamenti. Cosa fare? Essere più seri, non prendere in giro le famiglie e credere di più nel sistema pubblico della scuola.
on. Ruggero Ruggeri