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Gazzetta di Mantova: Ex provveditorato.Sprechi, altro che fannulloni. Scuola, l'esempio di un concorso

Lettera aperta ai ministri Brunetta e Gelmini

18/04/2009
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Gazzetta di Mantova

Siamo una parte dei 122 dipendenti degli Uffici territoriali del ministero della Pubblica Istruzione della Lombardia (ex Provveditorati agli Studi Provinciali e Ufficio Scolastico Regionale) che partecipa a un concorso interno per il passaggio da un’Area professionale a un’altra, quello che un tempo veniva chiamato concorso interno per una progressione di carriera.
Il corso concorso, previsto da un Contratto integrativo del 1999 come procedura di riqualificazione professionale, è stato bandito nel 2008 per 500 posti di Area C1 a livello nazionale e stiamo concorrendo in 1.000. L’età anagrafica media è 55 anni, l’anzianità di servizio è mediamente di 30-33 anni, come dire prossimi alla pensione: questo perché, dopo il nostro ingresso nel mondo lavorativo, il ministero non ha più bandito concorsi per il reclutamento di nuovo personale.
Negli ultimi 10 anni, per effetto dei continui cambiamenti normativi e organizzativi, abbiamo dovuto adeguarci a nuovi modelli e sistemi di lavoro, ci siamo formati sul campo per le mansioni del profilo professionale per cui oggi stiamo partecipando a un percorso concorsuale allucinante e che non ha uguali con altri concorsi anche per qualifiche superiori.
Molto in sintesi: 1º e 2º moduli formativi a livello regionale di 30 ore ciascuno, a ottobre novembre 08, per accedere alla - Prova preselettiva (100 test) a Milano il 10 dicembre 08, per accedere ai 3º,4º e 5º moduli formativi, sempre di 30 ore ciascuno, su un programma vastissimo (diritto amministrativo, riforma della Pubblica Amministrazione, nuovi modelli organizzativi, il sistema dei controlli sull’operato della P.A. e sulla sua efficienza: notare che si parla di una qualifica media, non dirigenziale). L’ultimo modulo si è concluso il 3 aprile. - Prova scritta, unico tema su un argomento trattato nei moduli, a Roma il 27 maggio. - Orali per chi supererà lo scritto, con tanto di prova informatica, in piena estate.
L’iter concorsuale è faraonico, faticoso e sproporzionato rispetto alla qualifica per cui si concorre, un vero e proprio tour de force. Sproporzionato, faticoso e costoso. Non bastava che le professionalità acquisite in 25-30 anni di servizio e già valutate e selezionate con la prova selettiva fossero state considerate ipse iure utili e sufficienti per un passaggio di Area, facendolo rientrare in una riqualificazione professionale come era stata concepita e come si sono svolte le precedenti in base allo stesso Contratto?
Il percorso è esageratamente faticoso, sia per i viaggi e la frequenza dei moduli, sia perché al rientro in servizio nei rispettivi uffici, dopo una settimana di full immersion teorica, ci sentiamo frastornati, pressati tra le continue novità normative da conoscere in fretta e gli adempimenti e le scadenze ravvicinate da rispettare. Perché, al contrario di quanto viene sbandierato ad hoc, il lavoro dei «Provveditorati che non esistono più» sulla carta è aumentato, mentre è diminuito il personale in servizio.
Insegnanti, genitori e studenti, ma anche i nostri dirigenti, il ministero, i sindacati sanno bene che in questo periodo, in concomitanza con il concorso, si sovrappongono le moltissime scadenze per gli organici, le domande di trasferimento e di mobilità obbligatoria per i soprannumerari a causa della riduzione d’organico, le domande di pensionamento, gli esami di istruzione secondaria di primo e secondo grado, l’aggiornamento delle graduatorie permanenti per tutti gli ordini di scuola: insomma tutte quelle operazioni che garantiscono un regolare svolgimento dell’anno scolastico.
Non solo: durante l’ultimo modulo è arrivata la botta finale. Il passaggio di Area viene equiparato a nuova assunzione, con tutti i limiti e i vincoli imposti dalla Finanziaria, che autorizza le Amministrazioni ad assumere un numero non superiore al 10% dei pensionamenti, in ossequio all’obiettivo prioritario della riduzione delle spese. Quindi, i 500 posti messi a concorso diventeranno... non si sa: è la più totale incertezza e frustrazione.
Allora, ritengono davvero i ministri Brunetta e Gelmini che la situazione e le condizioni soprariportate, in aggiunta alla campagna mediatica indiscriminata contro i fannulloni e dopo l’ulteriore diminuzione del Fondo per la produttività già esiguo ci stimoli ad una maggiore efficienza? E dove sono, viceversa, gli incentivi per il merito di cui si parla e basta?
Invece, sul fronte dei costi, l’Amministrazione spende cifre elevatissime per l’organizzazione e l’espletamento del concorso, per i relatori (75 giorni seminariali solo in Lombardia), per i rimborsi delle spese che abbiamo anticipato per la frequenza dei corsi e le prove.
Perché spendere di più (per viaggi e hotel) e accentrare la sede dello scritto a Roma e non a livello regionale, come per la prova preselettiva, quando il bando prevede un’articolazione regionale delle procedure concorsuali, un numero di posti a concorso per l’ambito regionale, in analogia peraltro con il concorso pubblico a 230 posti per la stessa qualifica in fase di espletamento, dove sono addirittura fissate date diverse? (Lombardia a Milano 17 e 18 giugno; Lazio a Roma 17 e 18 giugno; Emilia Romaga a Bologna 12 e 13 maggio; Abruzzo 12 e 13 maggio..., ovviamente slitterà dopo il disastro...).
Perché non intervenire, in una fase di sacrifici e tagli, nelle situazioni, quelle sì costose, dei doppi e tripli incarichi Dirigenziali o su quelle consulenze pubblicamente visibili nei siti internet dei vari Istituti collegati alla Pubblica Amministrazione?
Poiché chiunque può vedere, anche i ministri possono... navigare e vedere: basta volere.

Corsisti dei Provveditorati agli Studi di Bergamo, Brescia, Como, Cremona Lecco, Lodi, Mantova Milano e Varese