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Gazzetta di MAntovsa

Stato giuridico, oggi il voto sul maxiemendamento. I rettori: così si favorisce il precariato e la fuga dei cervelli Università, la spallata del governo Pone la fiducia, i professor...

29/09/2005
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Stato giuridico, oggi il voto sul maxiemendamento. I rettori: così si favorisce il precariato e la fuga dei cervelli
Università, la spallata del governo
Pone la fiducia, i professori protestano al Senato e la polizia manganella
CARLO LANIA


ROMA. Slogan, urla e spintoni, poi una piccola carica della polizia che allontana a manganellate i manifestanti. Sale la tensione ne mondo universitario contro la riforma del ministro Moratti. Ieri alcune centinaia di studenti, docenti, ricercatori e precari hanno manifestato sotto il Senato.
E questo in concomitanza con la discussione in aula del testo di legge sullo stato giuridico della docenza. Un testo che il governo ha deciso di sostituire all'ultimo con un maxiemendamento da sottoporre oggi al voto di fiducia per accelerarne l'approvazione, provocando le reazione delle opposizioni che hanno parlato di "un colpo di mano" dell'esecutivo e un inasprimento delle proteste. "Questo ministro vuole approvare assolutamente in tempi brevi questo provvedimento sottraendolo al dibattito", ha commentato Marco Merafina, delle rete dei ricercatori.
Così ieri, a contestare sotto il Senato la riforma si sono ritrovati in tanti, provenienti dagli atenei di tutta Italia. Numerosi gli striscioni: "No alla precarizzazione della conoscenza". A preoccupare il mondo universitario sono i contenuti di una riforma che sembra voler azzerare il futuro della ricerca nel nostro paese, cominciando proprio con l'eliminazione dei ricercatori e dei precari. In particolare, il maxiemendamento si propone di "accompagnare" alla pensione gli attuali 25 mila ricercatori di ruolo con un'età media vicina ai 50 anni, dopo i quali la figura del ricercatore non esisterà più. Per gli attuali 50 mila precari, è invece prevista la possibilità di stipulare due contratti di tre anni l'uno, terminati i quali cesseranno di lavorare. Prospettive poco allegre anche per i professori associati, per i quali sono previsti contratti a termine, mentre nessuna differenza di stipendio è prevista tra i professori che sceglieranno di dedicarsi a tempo pieno all'università e quelli che invece opteranno anche per la libera professione. Nasce, infine, anche una nuova figura professionale, il cosiddetto professore a sovvenzione pagato da un'azienda e assunto a tempo determinato dall'università.
Un futuro talmente poco roseo da far temere un'imminente ripresa delle cosiddette fughe di cervelli, vista l'impossibilità di poter continuare a lavorare in Italia. Perfino i rettori, nei giorni scorsi, si erano appellati alla Moratti chiedendole di bloccare l'iter della riforma: "La discussione è stata troncata, e questo aggrava il grande malessere che già c'è nelle università", ha detto ieri il presidente della Crui, la Conferenza dei rettori, Piero Tosi di fronte alla scelta del maxiemedamento. Tosi ha anche solidarizzato con i manifestanti. Dure le reazioni provenienti anche dal mondo politico: "Il ministro Moratti è allergica la confronto democratico", è stato ad esempio il commento della responsabile scuola dell'Udeur Daniela Silvestri. Per il leader di Prc Bertinotti, invece, la riforma Moratti "è un provvedimento che istituzionalizza il precariato, premia il clientelismo, mortifica i vecchi ricercatori e spinge i giovani a cercare all'estero quelle possibilità di occupazione stabile e di riconoscimento che in patria vengono loro negate".