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Gazzetta di Modena: Bocciati i licei della Moratti

intervista a Mariangela Bastico

28/01/2007
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Gazzetta di Modena

«Bocciati i licei della Moratti»

«Impianto inaccettabile: tornano gli istituti tecnici»

DAVIDE BERTI

Una giornata modenese per il viceministro all’istruzione Mariangela Bastico, proprio mentre diventa realtà la bocciatura della riforma Moratti e si fa largo l’idea di scuola, ancorata alla tradizione, portata avanti dalla modenese e dal ministro Fioroni.

Doveva essere un incontro come un altro, e invece si è trasformato in un susseguirsi di interviste e telefonate per il risultato raggiunto giovedì a tarda sera: il superamento della riforma Moratti e l’inserimento, nel pacchetto dei provvedimenti approvato dal Consiglio dei Ministri in materia di liberalizzazioni, delle nuove norme sul comparto scuola che modificheranno l’impianto delle superiori, con un ritorno al passato rispetto a quanto previsto nella precedente legislatura dall’attuale sindaco di Milano.

Così Mariangela Bastico ieri a MeMo, a margine dell’incontro con le scuole modenesi che aderiscono al progetto di giornalismo sostenuto anche dal nostro quotidiano con la creazione di pagine scritte interamente dagli studenti, ha chiarito le linee guida delle nuove scuole superiori: «Abbiamo abrogato i licei tecnologici ed economici, reintroducendo gli istituti tecnici e professionali nel sistema di istruzione secondaria».

L’esatto contrario di ciò che aveva fatto la Moratti.

«La riforma della Moratti è stata bocciata. Non era applicabile. Gli otto licei non sono il nostro obiettivo. Abbiamo optato per il mantenimento degli attuali istituti tecnici e professionali, finalizzati al conseguimento di diplomi».

Partiamo dal biennio.

«Prossimamente invieremo a tutte le scuole le linee guida. L’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni dà ancora maggiore importanza al biennio, dove si cercherà di elevare ulteriormente le conoscenze di base linguistiche e matematiche. L’ordinamento rimarrà a carico del sistema nazionale e non sarà delegato alle Regioni. Sono alcuni paletti, ed è importante averlo fatto ora, e non a fine legislatura. Non abbiamo rimandato perchè eravamo preoccupati per l’istruzione tecnica e professionale, in calo nelle iscrizioni. Con la Moratti sarebbero sparite le figure di ragionieri, geometri e periti».

Una delle novità riguarda i corsi post-diploma.

«Dovranno essere poli di alta specializzazione dove le scuole superiori, l’università, chi si occupa di formazione e i soggetti del mondo economico e le fondazioni potranno contribuire a creare, nel giro di massimo un paio d’anni, figure di alta professionalità e specializzazione. Per Modena mi viene in mente la meccanica, per il Veneto c’è sicuramente il lavoro sul legno, a Genova nell’ambito nautico. E così per ogni realtà territoriale. In ciascuna provincia, infatti, se possibile, nascerà una sorta di consorzio che servirà a rilanciare la cultura scientifica e tecnica e sarà di supporto allo sviluppo ecnomico del paese».

Non pensa che questo possa incrinare un rapporto di collaborazione con l’università, già demandata al suo “trasferimento tecnologico” di studenti?

«Certamente si potrà creare competitività, ma non è questo il senso dell’operazione. Università e specializzazione post-diploma vanno su binari differenti per caratteristiche e figure differenti».

I finanziamenti privati deducibili alle scuole non andranno a creare disparità e istituti di serie A e B?

«Dovranno essere finanziamenti legati a progetti, dal miglioramento della qualità formativa all’edilizia, e nei quali, chi sovvenzionerà, non potrà avere interessi privati. Le scuole meno finanziata saranno toccate, secondo necessità, da un fondo ministeriale che eviterà di creare disparità».

Per lei un periodo caldo: sceglierà anche le prove di maturità per il “conflitto di interessi” del ministro Fioroni.

«Un compito delicato, dietro al quale si celano tutte le aspettative di cinque anni di scuola. So già che sarò molto criticata».