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Gazzetta di Modena: Cgil: «Schedati i maestri dissidenti»

Il direttore Malaguti replica: «Non c’è nessuna lista nera» - avrebbe fornito dati al ministro Gelmini per rispondere in Parlamento ad un’interrogazione di Fabio Garagnani

07/10/2008
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Gazzetta di Modena

di Carlo Gregori

Ordine di servizio: notificare i maestri ribelli alla nuova legge voluta dal ministro Gelmini. La Flc-Cgil punta il dito contro il direttore dell’ufficio scolastico provinciale Gino Malaguti affermando che la segnalazione di episodi di contestazione è un atto di intimidazione motivato dalla raccolta di dati per un’interrogazione del Pdl in Parlamento. Ma il direttore replica: «Nessuna lista nera. Mi hanno chiesto di segnalare episodi di contestazione sopra le righe».
E’ stata una doccia fredda per i dirigenti scolastici delle scuole primarie e gli istituti comprensivi modenesi, quel fax arrivato venerdì scorso in tarda mattinata dall’Usp (ex Provveditorato). Nella nota si leggeva di una richiesta di fornire «con la massima urgenza ogni utile informazione atta a verificare se vi siano stati “atteggiamenti” di aperto boicottaggio negli istituti scolastici delle principali disposizioni adottate dal governo» sulla reintroduzione del maestro unico.
Lo scopo di questa raccolta dati era di «fornire adeguata risposta al Superiore Ministero». Che a sua volta, si apprende, avrebbe fornito dati al ministro Gelmini per rispondere in Parlamento ad un’interrogazione di Fabio Garagnani, deputato bolognese del Pdl. Perché a Bologna una scuola era stata occupata per contestare la Riforma Gelmini sui maestri elementari.
La risposta degli istituti era richiesta «entro e non oltre» le 12 di ieri.
Questa disposizione, del tutto inattesa, ha lasciato stupiti non pochi dirigenti e insegnanti. E del caso se ne è occupata la Flc Cgil dei Modena. Secondo il sindacato di piazza Cittadella la comunicazione del provveditore Gino Malaguti è «un grave e immotivato atto di intimidazione nei confronti di insegnanti, operatori scolastici e famiglie che esprimono critiche verso i provvedimenti del Governo». Insomma, pare proprio di essere di fronte ad una schedatura contro i dissidenti. Cose da regime autoritario. Tanto che Cgil riprende: «Gli insegnanti hanno il diritto costituzionale di esprimere le proprie opinioni e questo loro diritto non può essere equiparato ad un boicottaggio». Stessi diritti valgono per le famiglie. E poi «non spetta al dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale censurare le libere scelte delle famiglie nei confronti dei figli».
La Cgil invita quindi il professor Malaguti «a non comportarsi da commissario politico, a rispettare il pluralismo così prezioso nel mondo della scuola e a curare con maggior attenzione i problemi del sistema scolastico modenese». E chiede di ritirare il provvedimento.
Malaguti parla di equivoco: «Hanno preso fischi per fischi - spiega - non c’è nessuna schedatura, nessuna lista nera dietro questa richiesta».
Ma non deve segnalare chi “boicotta”? «Questa è stata la richiesta arrivata dalla sede regionale dell’Ufficio Scolastco Regionale. Vogliono informazioni non sulle persone che dissentono, come sostiene la Cgil, ma su gravi episodi di boicottaggio. Intendo dire fatti che vanno aldilà delle normali critiche culturali o sindacali. Credo che si riferisca proprio all’occupazione della scuola bolognese di chi chiedeva il deputato del Pdl».
E allora? «Allora a Modena non è successo niente. E quindi nella relazione scriverò che qui è tutto regolare».
Tanto rumore per nulla? «Vedremo se le cose stanno davvero così - commentano alla Cgil Scuola - per ora Malaguti ha un primato regionale: è l’unico provveditore ad aver steso questo rapporto».