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Gazzetta di Modena-La scuola riparte tra tagli e incertezze

La scuola riparte tra tagli e incertezze Sono oltre 16 mila a tornare sui banchi. Parla l'assessore Querzè 'Mancano i docenti per le scuole d'infanzia e per il tempo pieno' ...

13/09/2005
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Gazzetta di Modena

La scuola riparte tra tagli e incertezze
Sono oltre 16 mila a tornare sui banchi. Parla l'assessore Querzè
'Mancano i docenti per le scuole d'infanzia e per il tempo pieno'


Sono 16614 gli alunni e studenti modenesi che questa settimana tornano sui banchi di scuola per cominciare l'anno scolastico 2005/2006: 4594 bambini frequenteranno le scuole dell'infanzia, 7570 le scuole elementari e 4450 ragazzi andranno alle scuole medie. L'anno scolastico per le scuole d'infanzia comunali comincia tra il 9 e il 13 settembre a seconda delle sezioni, mentre per quelle statali il primo giorno è il 14, data di rientro anche per la maggior parte delle scuole elementari e medie. In provincia di Modena, però, quasi 500 bambini dai 3 ai 5 anni non hanno ancora la certezza di poter frequentare la scuola, perché mancano ancora 26 insegnanti da distribuire fra 14 Comuni della provincia e altri 3 in città.
"Lo scorso 6 settembre il Ministro Moratti ha presentato i numeri della cosiddetta 'scuola che funziona'. Eppure sindacati, industriali e regioni, ciascuno con motivazioni diverse, non condividono questa lettura. La fonte di maggiori discussioni e di preoccupazione - spiega l'assessore all'istruzione del Comune di Modena, Adriana Querzè - è naturalmente la mancanza degli insegnanti, una difficoltà che riguarda anche la nostra città, in particolare per le scuole d'infanzia e il tempo pieno".
"Il Ministero mentre sulla carta richiede che tutti i bambini frequentino la scuola dell'infanzia, nei fatti dimentica di mettere a disposizione gli insegnanti necessari. - afferma Querzè - Il Comune di Modena ha sanato questa situazione, che si trascina dallo scorso anno, con un investimento di 80 mila euro l'anno che ha consentito di assegnare tre insegnanti e un'ausiliaria, evitando così disagi a 75 famiglie. Ma i comuni della provincia, in particolare quelli più piccoli, sono in oggettiva difficoltà ad accollarsi questi oneri, dato lo stato di criticità della finanza locale".
"Resta poi il nodo politico - continua l'assessore - della riforma delle scuole dell'infanzia, elementari e medie, non condivisa dagli insegnanti che dovrebbero applicarla e irrisolta in molti punti chiave: i cosiddetti anticipi ancora inapplicabili per le scuole dell'infanzia, i programmi d'insegnamento ancora provvisori, i tutor che non vengono individuati per la mancanza dei necessari istituti contrattuali, il portfolio (cioè la raccolta di materiali, prodotti e valutazioni) sul quale il comitato per la privacy si è espresso negativamente individuando rischi di violazione dei diritti degli studenti".
"Per non parlare - prosegue Querzè - della riforma della scuola superiore che disegna un sistema a doppio canale, valorizza i licei e penalizza la formazione professionale senza garantire pari dignità ai due percorsi. E' di qualche giorno fa l'invito che un pool di organizzazioni di imprese (tra cui Abi, Coldiretti, Cna, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confindustria, Legacoop) ha rivolto al Ministro perchè non proceda sulla via della licealizzazione degli istituti tecnici, spiegando come l'istruzione tecnica sia stata la fonte insostituibile cui le imprese hanno attinto per trovare lavoratori provenienti da un percorso formativo vicino al mondo della produzione. Nella nostra realtà locale - mette in evidenza l'assessore - basta pensare al ruolo decisivo svolto dal Corni: dopo avere per anni rifornito le imprese di personale qualificato che ne ha poi garantito lo sviluppo e l'innovazione, ora questo istituto si trova di fronte a prospettive di trasformazione radicale".
"Infine, l'altra questione che investe la scuola modenese è quella del tempo pieno, che nella nostra città rappresenta un modello consolidato e scelto da oltre l'80% delle famiglie. Abrogato dalla riforma Moratti, il tempo pieno continua a vivere tra incertezze e tagli in un quadro di grande instabilità. In provincia, per fronteggiare il fabbisogno e rispondere alle richieste delle famiglie occorrerebbe istituire 14 nuove classi e completarne numerose altre che funzionano a organico ridotto. Credo che questo - conclude l'assessore - sarebbe il modo di tenere conto delle richieste delle famiglie e anche di sostenerle nel compito complesso di educare i figli consentendo a tutti, in particolare alle donne, di conciliare lavoro e compiti educativi".
Enrico Artioli, capogruppo Margherita in Comune, chiede invece "una formazione molto più qualificata per i ragazzi, che rientri nei parametri del Documento di Lisbona che lega tutti i paesi europei nell'impegnarsi in una didattica di qualità. Perchè o si scommette seriamente su un'istruzione accurata, con una scuola che vada oltre il livello nazionale e che sia sempre più integrata localmente, oppure si va' verso un'inevitabile declino".
"Servono proposte didattiche nuove - dice il senatore Giovanni Mancini, responsabile nazionale per le politiche della formazione - che coinvolgano docenti e genitori, per far comprendere ai nostri studenti l'importanza che la scuola avrà sul loro futuro lavorativo e sul loro senso civico".