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Gazzetta di Modena-Terremoto a scuola: a rischio 500 prof

Terremoto a scuola: a rischio 500 prof Graduatorie in ritardo, in tante classi nuovi docenti a metà anno Insegnanti convocati domani e il 15 gennaio Cgil: siamo allo sfascio Un autentico terre...

11/01/2002
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Gazzetta di Modena

Terremoto a scuola: a rischio 500 prof
Graduatorie in ritardo, in tante classi nuovi docenti a metà anno
Insegnanti convocati domani e il 15 gennaio Cgil: siamo allo sfascio

Un autentico terremoto sta per abbattersi sulle scuole di ogni ordine e grado. A quadrimestre quasi concluso e con gli scrutini ormai alle porte, migliaia di alunni si troveranno con uno o più insegnanti nuovi, poiché i propri docenti saranno mandati a insegnare in un'altra scuola, dove scalzeranno altri, i quali siederanno in nuove cattedre, e così via. Il disastroso effetto domino, inatteso dagli studenti e dalle loro famiglie, e certo non voluto dagli insegnanti, si verificherà, per le scuole medie e superiori, in due riprese: l'11 e il 15 gennaio prossimi.
Nel primo caso toccherà agli insegnanti di sostegno, poi ai docenti delle varie discipline. Il pianeta delle elementari e delle materne, invece, è già in piena ebollizione, come vedremo. Il tutto a causa dello straordinario ritardo dell'entrata in vigore delle nuove graduatorie dei supplenti dei singoli istituti, avvenuta nei giorni scorsi.
Fino a quel momento, per garantire l'avvio dell'anno scolastico, i dirigenti scolastici hanno dovuto usare la vecchia graduatoria da cui sono stati individuati i docenti, nominati, recita la formula burocratica, "fino a nomina dell'avente diritto".
Corrado Colangelo, segretario provinciale della Cgil scuola, allarga le braccia, anche se lascia un margine di speranza: "La sensazione è che potrebbe verificarsi un autentico sconvolgimento, visto che tra medie e superiori le cattedre interessate sono 500. Ma non è colpa dei docenti, i quali certamente faranno di tutto, nei limiti del posibile, per rimanere al proprio posto. Dipenderà dalla posizione di ognuno in graduatoria".
Queste procedure, è il grido di dolore raccolto negli ambienti scolastici, "in un paese civile dovrebbero esaurirsi prima dell'inizio dell'anno scolastico e invece assistiamo al paradosso che mentre si pretende la preiscrizione sempre più prematura dell'alunno, il suo insegnante arriva a scuola quasi finita. Ci troviamo di fronte a un autentico sfascio amministrativo di cui sono responsabili i governi degli ultimi dieci anni che hanno prodotto un vortice di norme che ha portato al collasso il sistema".
Eppure l'opinione pubblica si era fatta l'idea che l'anno in corso fosse iniziato sotto i migliori auspici, grazie alla propaganda di fine estate: per la prima volta - recitavano i comunicati ministeriali - tutti gli insegnanti sono al loro posto già dal primo giorno di scuola. Ma le cose andarono in un altro modo. In effetti, a parte i tanti precari che, rientrando nelle fasce privilegiate delle graduatorie, ottennero in settembre un incarico annuale, rimase sullo sfondo un immenso arcipelago di supplenze su "posti non vacanti", ma appartenenti a docenti di ruolo assenti per malattia, gravidanza, puerperio, ecc. I posti furono via via assegnati e i docenti iniziarono subito l'attività, in attesa delle "imminenti" novità che però tardavano e che arriveranno solo nelle prossime ore.
Sono migliaia le telefonate e i telegrammi diretti ai docenti (di mezza Italia) interessati alle convocazioni dei prossimi giorni e a quelli delle elementari e materne che sono disciplinati a parte. Infatti, mentre i professori sono stati messi in rete con un'improvvisata creazione di "scuole polo", per cui si risolve il problema con due convocazioni collettive (fissate per le ore 15 dei due giorni citati presso la scuola Cavour di via Amundsen), i maestri invece vengono nominati singolarmente da ciascuna scuola.
E poiché ognuno di loro ha fatto domanda in trenta scuole, ciascuna di esse da giorni sta facendo una telefonata o un telegramma per conoscere la sua disponibilità. Se moltiplichiamo questa situazione per il numero dei docenti interessati si può immaginare il caos che ne è derivato: ci sono segreterie che passano il tempo a telefonare ogni mattina, dalle 8 a mezzogiorno, agli stessi aspiranti fuori sede, che magari rispondono di non essere interessati a spostarsi da casa, ma che mantengono il diritto alla succesiva telefonata, con sperpero di tempo, di energia e di denaro pubblico.
Almeno un tempo, trascorso il 31 dicembre, il diritto alla continuità didattica prevaleva su tutte le altre esigenze, e nessun cambio di cattedra era possibile. Altro che autonomia. Altro che POF: come possono, le scuole, garantire un serio Piano dell'Offerta Formativa, tanto osannato, se i progetti vengono frustrati da ritardi di questo genere? E che ne è dei diritti degli alunni disabili che vedono svilite le proprie aspettative? Si prevede che due terzi dei precari di sostegno potrebbero rimescolarsi. E su 110 docenti convocati per l'11 gennaio, solo una ventina è in possesso del titolo di specializzazione sull'handicap.