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Gazzetta di Reggio: Università, la ricetta di Mussi

Il nuovo ministro sbarca all’Alma Mater e lancia un piano per i giovani ricercatori. Le proteste di sindacati e cattolici

27/06/2006
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Gazzetta di Reggio

Claudia Zamorani

BOLOGNA. Un’Agenzia indipendente per la Ricerca, per orientare i flussi finanziari sulla base dei risultati conseguiti dai singoli centri: più sei virtuoso, più ricevi fondi. E un piano decennale per l’accesso di un esercito di giovani ricercatori nelle università italiane. A corollario, lifting della riforma Moratti al capitolo ricercatori e stato giuridico dei docenti, verifica della riforma europea dell’università e nuovo impulso ai finanziamenti privati grazie al credito d’imposta o altre forme di agevolazioni fiscali. E’ la ricetta del ministro Fabio Mussi, ieri a Bologna, a sostegno della ricerca italiana e contro la fuga dei cervelli. L’Alma Mater è stato il primo ateneo ad ospitare il nuovo ministro per l’Università e la Ricerca.
Una visita molto gradita al rettore, Pier Ugo Calzolari, che non senza polemica ha rimarcato come fosse la prima volta, da cinque anni a questa parte, che l’università più antica del mondo e tra le più prestigiose in Italia (95.585 studenti di cui 20mila in Romagna e la metà fuori sede, 23 facoltà, cinque campus, 11.668 laureati nel 2004) riceveva la visita del suo ministro. Un ateneo che ha deciso di investire parecchio in ricerca (un budget di 60milioni di euro per 5.500 ricercatori) nonostante le mille difficoltà. «Un fervore - è stato il grido di dolore del rettore - che anima questa antica istituzione pur dopo anni di disconoscimento e denigrazione dell’intero sistema universitario italiano». Non sono mancate le contestazioni, come quella dei confederali per il rinnovo del contratto di lavoro e quella silenziosa di alcuni lavoratori di area cattolica che alla fine dell’applaudito intervento del ministro nell’Aula Magna di Santa Lucia hanno sfoderato un lungo striscione con su scritto: «Brutto affare un ministro contro la volontà popolare». Il riferimento è alla recente decisione di Mussi di togliere, in sede europea, il veto dell’Italia alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Accorati appelli al ministro anche dalla rete dei ricercatori precari, età media 45 anni, dei dottorandi, 820 euro al mese ma combattono per averne mille, persino dei lettori di lingua straniera.
L’assessore regionale Duccio Campagnoli ha invece illustrato il consolidato programma regionale per il trasferimento tecnologico e la ricerca industriale, punta di diamante in un Paese che nel 2005 ha speso in ricerca l’1,1% del Pil, 1,05% nel 2006.