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Gazzettino-La scuola friulana rischia la retrocessione. ...

La scuola friulana rischia la retrocessione. ... La scuola friulana rischia la retrocessione. A voler usare una metafora calcistica, la squadra c'è e i piedi buoni non mancano. Sono gli schem...

29/04/2004
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Il Gazzettino

La scuola friulana rischia la retrocessione. ...
La scuola friulana rischia la retrocessione. A voler usare una metafora calcistica, la squadra c'è e i piedi buoni non mancano. Sono gli schemi di gioco a far acqua da tutte le parti.
"La nostra scuola, una buona scuola che purtroppo da alcuni anni non migliora più, o viene presa in cura dalla Regione, che ne ha i titoli e i poteri che finora non esercita, oppure, rischiamo di fare dei passi indietro. Ci sono già dei segnali di declino", dice Antonio Luongo, segretario regionale della Cgil scuola. Che, alla vigilia del convegno in cui il sindacato presenterà la sua proposta di legge quadro sull'istruzione, mette sul tappeto tutti i nodi del "non-sistema dell'istruzione" della regione. A cominciare dal tasto che più duole. Non si può vincere la grande sfida del terzo millennio, cambiando giocatori e capitano ad ogni partita. Eppure, è quel che accade negli istituti della regione, dove "mediamente - dice Luongo - è coperto da personale precario il 30\% dei posti di dirigente scolastico (solo 135 istituti hanno un preside, 72 sedi sono dirette da incaricati); il 10,9\% dei posti di direttore dei servizi generali e amministrativi; il 15,8\% dei posti d'insegnante; il 44,4\% dei posti di docente di sostegno; il 16,2\% dei posti di assistente amministrativo; il 31,9\% dei posti di assistente tecnico; il 38,8\% dei posti di collaboratore scolastico". Un esercito di precari (oltre 2mila fra gli insegnanti) che, vede il suo boom alle superiori, dove sono ben 755 i prof "a termine" e 3 insegnanti di sostegno su cinque sono assunti a tempo determinato.

"È chiaro - dice Luongo - che quando in un istituto scolastico non è assicurata continuità alla funzione di direzione e la percentuale dei posti coperta da personale precario è di quelle citate, che è l'efficienza di tutto il sistema a risentirne". Ma quel che manca, al sistema scolastico regionale, secondo la Cgil, è soprattutto un "Ct" unico, un efficace coordinamento fra Regione e direzione scolastica regionale su temi delicatissimi. Come quello degli alunni immigrati, un fenomeno in crescita (attualmente sono il 4,6\% della popolazione scolastica, ma i dati 2004 parlano di un aumento di 525 alunni) ancora "non gestito adeguatamente. Manca una regia che coordini i vari interventi. Sia la Regione sia la direzione scolastica corrono dietro al problema senza avere un'idea chiara di come qualificare il personale e di come finalizzare gli interventi a una politica generale".

E "serve una regia", secondo Luongo, anche per l'educazione degli adulti, dove le competenze di direzione e Regione si intrecciano ma "con interventi scoordinati fra loro. Abbiamo 15 centri territoriali permanenti di cui 7 a Udine e 4 a Pordenone, ma la loro distribuzione è frutto, a volte, della casualità. Inoltre, non esistono e non sono mai stati autorizzati corsi serali di istruzione liceale e magistrale".

Camilla De