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Gazzettino-Sindacati pronti a manifestare per il tempo pieno

SCUOLA Sindacati pronti a manifestare per il tempo pieno (cdm) La difesa della scuola pubblica torna a scegliere la piazza. Dopo il muro contro muro con la direzione regionale sugli organic...

19/04/2004
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Il Gazzettino

SCUOLA
Sindacati pronti a manifestare per il tempo pieno
(cdm) La difesa della scuola pubblica torna a scegliere la piazza. Dopo il muro contro muro con la direzione regionale sugli organici delle elementari, Cgil, Cisl e Uil porteranno la protesta contro i tagli al personale e la mancata autorizzazione a 60 nuove classi di tempo pieno, davanti alla sede della direzione triestina, in via S. Anastasio, con un sit in che venerdì 23 aprile alle 16.30 coinvolgerà anche i comitati dei genitori, "per chiedere l'assicurazione dei posti necessari ad assicurare il tempo scuola, il funzionamento di tutte le sezioni di scuola dell'infanzia, l'assicurazione di una reale integrazione degli alunni disabili". Il tam tam fra le famiglie è già partito. Ora, i segretari Antonio Luongo (Cgil), Antonio Bassi (Cisl) e Ugo Previti (Uil), con un documento comune, lanciano l'appello anche agli enti locali e a tutte le forze politiche, invitandoli "ad assumere tutte le opportune iniziative per ottenere altri posti e garantire così il rispetto delle scelte delle famiglie e delle esigenze delle scuole". Perché il ministero ha fatto male i suoi conti: "per giustificare il taglio di un centinaio di posti, mentre ci dovrebbe essere un incremento di oltre 100 posti", secondo i sindacati, "ha calpestato i dati reali", sottostimando il numero di alunni, che risultano 1216 in più nelle elementari. Per questo, ribadiscono i sindacati, "Cgil, Cisl e Uil hanno giudicato assolutamente inaccettabile la decisione del direttore regionale di non autorizzare circa 60 classi a tempo pieno, di tagliare le compresenze, di eliminare tutti i progetti di qualità, di perequazione degli organici tra i diversi ordini di scuola, di non assicurare un'adeguata integrazione degli alunni disabili". E questa è solo la prima partita. Il problema riguarda tutti gli ordini di scuola: "Gli organici assegnati alla nostra regione non garantiscono il tipo di istruzione prescelto, soprattutto nelle superiori, e non offrono nessuna prospettiva all'accoglimento degli alunni in lista d'attesa nelle scuole dell'infanzia. Il continuo taglio del personale e delle risorse economiche mette in discussione il diritto allo studio delle fasce più deboli, produce la riduzione delle attività rivolte agli adulti e rende problematica l'integrazione degli alunni nomadi e stranieri".