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Gazzettino-Studenti in fuga dai professionali e tecnici

SUI BANCHI Nuovo anno con vecchi problemi. Ma il direttore Pagliuso assicura: "Va tutto bene. L'#146;esempio da seguire è quello della montagna" Studenti in fuga dai professionali e tecnici Ris...

13/09/2005
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Il Gazzettino

SUI BANCHI Nuovo anno con vecchi problemi. Ma il direttore Pagliuso assicura: "Va tutto bene. L'#146;esempio da seguire è quello della montagna"
Studenti in fuga dai professionali e tecnici
Rispetto a sei anni fa negli istituti regionali un calo delle iscrizioni rispettivamente del 26 e del 13 per cento. Cresce l'#146;interesse per i licei
Udine
La scuola della regione cambia faccia. Visto allo specchio del nuovo anno, inaugurato ufficialmente ieri con 133mila 156 studenti (59.831 in provincia di Udine, 34.167 nel Pordenonese) e più di 13mila docenti (di cui 6mila in Friuli) di nuovo in aula, il sistema istruzione si scopre "diverso". Negli ultimi anni ha cambiato pelle e "connotati". Gli alunni stranieri sono ormai 8272, di cui 3183 nel solo Friuli (l'1\% in più del 2004). Ma il dato che fa più effetto è un altro. Nelle superiori la fuga dai professionali e tecnici sembra inarrestabile. Secondo la Flc Cgil è l'effetto della riforma Moratti, contro cui si è scagliato a più riprese l'assessore regionale Roberto Antonaz che ieri ha portato i suoi auguri di inizio anno in tre scuole triestine. Secondo il confronto pubblicato dal Sole 24ore fra i flussi di iscrizione al primo anno del 1999-2000 (con i numeri dei frequentanti) e del 2005-2006 (sugli iscritti), rispetto a 6 anni fa, se i licei scientifici, classici e magistrali crescono sensibilmente (rispettivamente del 36,8\%, 15,1\% e 20,3\%), i tecnici, ma soprattutto i professionali, perdono terreno. Nei primi si è perso il 12,7\% di iscritti, nei secondi addirittura il 25,7\%, un quarto. Un calo superiore anche a quello italiano, rispettivamente del -9,9\% e del -11\%. Parlare di "travaso" in favore dei licei verrebbe quasi automatico. Di "fuga" parla anche Antonio Luongo (Flc Cgil), "Negli ultimi due anni in regione è diminuita di oltre due punti la scelta verso i professionali e i tecnici".

Una scuola con una faccia "nuova", quindi. Eppure, i vecchi problemi restano, assieme ai nuovi, frutto della trasformazione. Luongo lamenta un "buco" di 2,5 milioni di euro, che la direzione regionale non ha per pagare le attività aggiuntive da ora a dicembre. Ma anche la mancanza di presidi (in 81 scuole su 208) il precariato, il calo dei posti di sostegno. Ma il direttore scolastico generale Francesco Pagliuso la vede in ben altro modo. La carenza di risorse? "Un momentaneo deficit. Ma i soldi arriveranno". E, da Paularo, dove ha voluto inaugurare l'anno, ha ribadito l'impegno della direzione verso le scuole di montagna.

"La scuola e la montagna non sono e non devono essere considerate solo dei problemi da risolvere ma devono essere percepite come risorse. Anche se uno dei miei punti fermi è quello dei docenti che cambiano ogni anno, per una volta cerchiamo di sottolineare non solo le cose che non vanno. Una delle buone notizie è che quest'anno dal 1. settembre nella media di Paularo è presente il 100\% dei docenti". Questo illeit motivproposto ieri dal preside dell'istituto comprensivo di Arta, Zuglio e Paularo Pasquale D'Avolio per l'apertura dell'anno scolastico, che ha visto autorità scolastiche e istituzionali presentarsi davanti ai veri protagonisti, i bambini della prima elementare in prima fila, scortati dai "ragazzi" che 50 anni orsono conseguirono la licenza elementare. In questo legame tra passato e futuro scandito dagli inni europeo, carnico ed italiano, il comune della Val D'Incarojo è stato "eletto" da Pagliuso a sede di questa tradizionale vernice scolastica, facendo seguito all'"impegno preso dal momento del mio insediamento, quando mi riproposi di essere un dirigente che va nelle scuole, soprattutto in quelle più distanti dai centri decisionali. Salendo verso Paularo leggevo gli obiettivi di questo istituto e mi ha colpito uno fra tutti: star bene a scuola. Credo sia questa l'unica ricetta contro l'abbandono e la dispersione scolastica. In questo senso la montagna ha un punto a favore, in quanto sì per certi aspetti svantaggiata, ma ricca di valori che spesso i centri cittadini non hanno. Quest'anno cercheremo di completare la personalizzazione dei percorsi formativi e l'educazione alla cittadinanza, intesa come apertura alla diversità". "La scuola di montagna non si è sottratta ad alcuna sfida", ha sottolineato il consigliere regionale Patrizia della Pietra nel ricordare che la Regione ha dedicato alla scuola nel 2005 oltre 18 milioni di euro, 7 in più rispetto al 2004". E la nuova sfida annunciata dall'assessore provinciale Caroli sarà quella della teledidattica, con il progetto "Crescere in rete", "una scommessa che da periferia ci proiettebbe nell'avanguardia".

Dal comprensivo di Majano il presidente del consiglio regionale Alessandro Tesini, ha ricordato che se, dopo tante riforme, "a livello nazionale è necessaria una pausa di consolidamento. In regione gran parte degli attori della formazione hanno già costruito processi di integrazione, applicando gli indirizzi Ue. È bene che anche le politiche della Regione facciano altrettanto colmando i ritardi accumulati in questi anni".

Francesca Spangaro

Camilla De Mori