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Giornale di Vicenza-Il tutor? Per ora lo faranno tutti

Scuola . La riforma Moratti crea difficoltà nel dare l'incarico di docente di riferimento di una classe: emerge una soluzione Il tutor? Per ora lo faranno tutti di Anna Madr...

02/09/2004
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Il Giornale di Vicenza

Scuola . La riforma Moratti crea difficoltà nel dare l'incarico di docente di riferimento di una classe: emerge una soluzione
Il tutor? Per ora lo faranno tutti
di Anna Madron

Il tutor semina zizzania. La nuova figura prevista dalla riforma della scuola sta inevitabilmente accendendo gli animi e confondendo un orizzonte già poco chiaro. E il motivo è semplice. La "53", legge che ridisegna il sistema scolastico, tra tante innovazioni più o meno digerite, introduce anche il tutor, insegnante di riferimento all'interno di ogni singola classe (per ora soltanto in prima e seconda elementare), al quale vengono assegnate funzioni inedite.
Spetta al tutor, ad esempio, coordinare l'équipe di docenti, tenere i contatti con gli alunni e con i loro genitori, aggiornare il portfolio, ovvero quel malloppo di documenti che "racconta" il percorso formativo di ciascuno studente. Insomma un compito che richiede tempo e impegno, binomio delicato, che nessuno, tantomeno chi sta in cattedra, è disposto a sottoscrivere senza avere in cambio una contropartita economica.
A dire il vero a giugno la Moratti, consapevole che a nuovi oneri devono corrispondere nuovi incentivi, aveva promesso quello che però non è stato mantenuto: l'apertura delle trattative per una differenziazione del contratto che tenesse conto delle innovazioni previste dalla legge. Ora, in assenza di un riconoscimento economico tutto diventa dunque più difficile. Sia per i dirigenti, costretti ad applicare una riforma che, ha ricordato giusto qualche giorno fa il Ministero attraverso il capo Dipartimento Pasquale Palumbo, "è legge dello Stato", che per gli insegnanti, alle prese con una riorganizzazione del lavoro che per alcuni rischia di rivelarsi pesante oltre che penalizzante. Che fare? Tra i presidi dei comprensivi della città le consultazioni sono iniziate da un bel po'. E hanno portato, magari non dappertutto, ad individuare una sorta di escamotage che sembra siano in molti a condividere.
"L'idea è quella di "spalmare" le funzioni che spetterebbero ad uno solo su tutti i componenti del team - spiega Urbano Bonato, dirigente del comprensivo 8 di via Carta - in attesa di una definizione contrattuale su cui gli insegnanti non intendono transigere".
Insomma il 20 settembre nelle classi prime e seconde il tutor potrebbe moltiplicarsi, ciascuno con una sua funzione all'interno di uno stesso gruppo classe. "Attualmente non vedo altre soluzioni" , replica Bonato che sottolinea come i presidi si ritrovino tra l'incudine e il martello: "Nominare un singolo tutor, e quindi applicare la riforma alla lettera, sarebbe illegittimo, nel momento in cui questa nuova figura non viene riconosciuta contrattualm en te" < /B> .
Favorevole al tutoraggio collegiale anche la Cisl, contraria a priori all'introduzione di un insegnante che la riforma vorrebbe prevalente anche in termini orari, prevedendo 18 ore di didattica frontale. "Ci sono scuole dove la prevalenza potrebbe essere assegnata con un ordine di servizio del dirigente - spiega la segretaria del comparto scuola della Cisl Luisa Volpato - e dove però si potrebbero aprire spazi per un contenzioso a nostro avviso giustificato. Perché è indubbio che la nomina la deve fare il dirigente, ma i criteri di attuazione li deve esprimere il collegio". E tra i docenti c'è già chi porta l'acqua al proprio mulino, appellandosi al fatto che non sempre il testo di legge parla chiaro.
In alcuni punti si fa infatti riferimento ad un tutoraggio affidato al singolo, in altri la stessa funzione viene ripartita tra gli insegnanti titolari. L'ennesima ambiguità che getta ombre e tensioni su questo inizio d'anno scolastico in cui si potrebbero profilare situazioni diverse a seconda dei comprensivi e delle zone. Potrebbe insomma succedere che in alcune scuole le nuove funzioni vengano accettate senza riserve da parte di qualche insegnante armato di buona volontà, oltre che di spirito di sacrificio. E che in altre, invece, i collegi alzino un muro di fronte a nuove richieste su cui, finora, nessuno sembra disposto ad investire un centesimo.