Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Giornale di Vicenza - Più alunni meno bidelli

Giornale di Vicenza - Più alunni meno bidelli

Il sindacato parla di 'truffa del ministero' Scuola, 2400 iscritti in più Ma i bidelli saranno meno e scatta subito la protesta di Anna Madron Più alunni e meno bidelli. Si apr...

11/06/2005
Decrease text size Increase text size
Il Giornale di Vicenza

Il sindacato parla di 'truffa del ministero'
Scuola, 2400 iscritti in più Ma i bidelli saranno meno e scatta subito la protesta
di Anna Madron

Più alunni e meno bidelli. Si aprirà così a settembre il prossimo anno scolastico che si annuncia già all'insegna dei tagli. La forbice ministeriale comincia a farsi sentire andando a ridurre il personale ausiliario, come emerge chiaramente in questi giorni in cui si sta procedendo alla ripartizione degli organici.
A Vicenza i posti di lavoro in meno saranno in tutto 29, dal momento che il fabbisogno delle scuole per l'anno scolastico 2005/2006 è pari a 44 unità, a fronte però di appena 15 che sono state "concesse" dal Ministero. Non senza contraddizioni, perché era stato proprio il Miur, la primavera scorsa, a distribuire scuola per scuola un nuovo programma informatico per calcolare gli Ata in base ad una serie di parametri: numero di alunni, classi, tempo pieno o prolungato, uno o più turni di mensa. Tutti elementi che avrebbero consentito di quantificare in modo preciso l'organico necessario.
E in effetti così è stato, con il risultato che stando alle tabelle ministeriali in Veneto gli ausiliari in più avrebbero dovuto essere 134. La sorpresa, o meglio la beffa, come la definiscono i sindacati, è che il Ministero non ha tenuto in nessun conto il calcolato fabbisogno di personale, al punto che nella nostra regione sono previsti almeno 274 posti in meno rispetto alle richieste fatte dai presidi.
La protesta non si è fatta attendere e in un documento firmato dalle segreterie di Cgil, Cisl, Uil e Snals si parla di "truffa ai danni delle scuole da parte del Miur che dimostra di non essere nemmeno in grado di "governare" con strumenti adeguati le sue stesse decisioni". "Non possiamo avallare - proseguono i sindacati - una politica di tagli che penalizza la qualità del servizio e che non corrisponde all'aumento del numero di alunni nel Veneto che saranno nell'anno scolastico 2005/2006 ben 12.010 in più rispetto all'anno in corso".
Una crescita che si fa sentire in particolare in tre capoluoghi: Verona, Treviso e Vicenza, province dove salgono gli iscritti, soprattutto nella secondaria che inizia ora a confrontarsi con i flussi migratori che finora avevano affollato le aule soltanto nella scuola di base. A Vicenza si passa infatti dagli attuali 33.903 alunni delle superiori ai 35.237 che frequenteranno nell'anno scolastico 2005-2006. Ma un balzo in avanti lo compiono anche le materne (da 8.536 a 8.656 piccoli alunni); le elementari (da 40.009 a 40.820) e le medie (da 24.543 a 24.706). Numeri in continuo aumento, che fanno a pugni con le contrazioni di organico messe in atto dal Miur, accusato di provocare alle scuole venete un "danno irreversibile".
"La situazione è difficile, anche se era prevedibile perché i tagli sono legati alla Finanziaria - osserva Luisa Volpato, segretaria provinciale della Cisl scuola - quello che è certo è che nelle scuole di ogni ordine e grado aumenta il carico di lavoro, mentre diminuisce in percentuale il numero degli ausiliari. Come sindacato ci stiamo battendo perché le riduzioni di organico risparmino almeno gli istituti comprensivi, che contano più plessi, sono frequentati da alunni più piccoli e dove le cosiddette funzioni miste rappresentano ogni anno un problema di difficile soluzione". Un appello, questo, lanciato anche al Csa di Vicenza con il quale i sindacati hanno avuto nei giorni scorsi più di un incontro per "orientare" i tagli degli Ata che, stando alle prime indicazioni, potrebbero ricadere su 17 istituti superiori di città e provincia. E mentre incalza la protesta, i sindacati scrivono all'Amministrazione comunale perché si apra un tavolo di concertazione proprio sulle funzioni miste che tra le altre cose prevedono lo scodellamento durante la pausa pranzo nelle scuole. Onere mal retribuito, circa 950 euro lorde l'anno, che spinge più di qualcuno a rifiutare l'incarico, come è accaduto lo scorso anno nei comprensivi 7 e 4 in cui il Comune è ricorso all'appalto esterno del servizio.
"Il problema è che il Comune assegna magari cinque funzioni miste ad una scuola dove in realtà i collaboratori impiegati per la mensa sono otto - precisa Luisa Volpato - di conseguenza la retribuzione diminuisce ulteriormente perché viene suddivisa tra più persone. Se ci fosse insomma un diverso riconoscimento economico, probabilmente non ci sarebbero resistenze da parte dei collaboratori".
La questione rimane comunque aperta, mentre in Comune si starebbe pensando di appaltare all'esterno l'intero servizio mensa a partire da settembre 2007, decisione che comporterebbe però anche un aumento di spesa a carico delle famiglie.