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Gli “indignati” della scuola

Studenti in piazza in 90 città, tensione a Milano a Roma

08/10/2011
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PAOLO CARLETTI 

ROMA. L’autunno caldo degli studenti indignati è già cominciato. La protesta di ieri sembra essere l’antipasto di quanto superiori e università di Roma e di tutta Italia intendono preparare per le prossime manifestazioni.
Ieri mobilitazione in 90 città organizzata dalla Rete e dall’Unione degli studenti, cui si sono aggiunti anche cobas e no-global. Non vi sono stati disordini clamorosi, gli studenti hanno preferito flash-mob e proteste pacifiche. Solo qualche lancio di palloncini di vernice e fumogeni a Roma, mentre a Milano atmosfera più calda con i ragazzi che hanno tentato l’assalto all’agenzia di rating Moody’s. Attacco respinto un po’ a fatica perché le forze dell’ordine si erano concentrate nella difesa di altri possibili obiettivi della contestazione.
Ma la scelta di imbrattare con la vernice Moody’s smentisce anche chi - e sono tanti - nella maggioranza sostiene che questi studenti non sanno niente sulle ragioni della protesta. Che invece non è solo contro la riforma tutta forbici per le scuole pubbliche della ministra Gelmini, non solo per le classi-pollaio, istituti che cadono a pezzi, gli stipendi dei docenti (presenti in forze), e tanto altro.
E’ una protesta globale, che a Roma ha preso di mira sì il ministero della Pubblica istruzione, difeso dai mezzi blindati e quindi inaccessibile, ma anche banche, uffici finanziari.
Così come a Milano, un altro attacco è stato portato alla sede della Banca d’Italia che è stata bloccata da un cordone di studenti per protesta, e nel mirino sono finite le banche e la finanza che specula: «Squali della finanza speculatori delle nostre vite» era scritto su uno striscione appeso davanti all’ingresso di Moody’s. Mobilitazione e lanci di uova contro banche e uffici finanziari anche a Bologna, Modena, Cosenza, Firenze, Torino, Bologna, Genova, Palermo.
A Roma di prima mattina gli studenti hanno cominciato con il trillo di decine di sveglie sotto Palazzo Chigi: «Abbiamo voluto dire a questo governo - hanno detto gli studenti - che l’ora per loro è arrivata, questa generazione non vuole perdere altro tempo». Qualche disagio, quando gli studenti, partiti da Piramide, hanno deviato il percorso per raggiungere il Miur (srotolando uno striscione «via Gelmini taglia-tutto, difendiamo la scuola pubblica) ma sono stati respinti dalla polizia senza scontri.
E allora hanno deviato su viale Trastevere al grido «blocchiamo la città» creando problemi alla circolazione. Poco più tardi alcune centinaia di ragazzi hanno invaso la stazione Ostiense. Molti di loro sono stati poi identificati e rischiano una denuncia.
Le opposizioni in Parlamento hanno sottolineato che le proteste sono state civili, giudicando «imbarazzante» il silenzio della Gelmini. Ma sono tante le iniziative in agenda. Il clou sarà l’11 novembre: con l’avvio dell’anno accademico scenderanno in piazza le Università.
Gli studenti chiedono un finanziamento straordinario «per affrontare le questioni del diritto allo studio, del reclutamento e del rilancio della ricerca». E oggi la protesta dei licei proseguirà al fianco della Cgil «per unirci a tutti gli altri pezzi di questo Paese che non ne possono più di questo governo».