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«Ho chiesto invano fondi per la ricerca»

Napolitano: con i ministri discussioni pungenti, hanno vinto le resistenze

21/02/2013
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Corriere della sera

ROMA — Il presidente della Repubblica ha messo il cuore per aiutare la nostra ricerca. Ma non ci è riuscito. È lui stesso che lo ha detto: «Ce l'ho messa tutta per trovare i fondi per la ricerca, ma le resistenze, le chiusure, diciamo pure la forza d'inerzia sono risultate più forti». Giorgio Napolitano ha parlato così all'associazione Gruppo 2003 per la ricerca scientifica.
E ha puntato l'indice verso un parallelo, fra noi e la Germania: «Quante volte ho citato l'esempio della cancelliera tedesca Merkel che aumentava gli investimenti pubblici di ricerca nel momento in cui si poneva dei problemi di contenimento della spesa pubblica e di riduzione del deficit. In Italia, invece, anche in sede di spending review hanno vinto resistenze e chiusure».
Si celebrava il decimo anniversario dell'associazione Gruppo 2003 ieri al Quirinale. E il capo dello Stato non si è limitato a rimanere alla superficie, è entrato nel cuore del problema della ricerca italiana, inserita nel panorama europeo. Di nuovo citando la cancelliera tedesca.
Ha detto infatti Giorgio Napolitano: «Dobbiamo porci il problema di cosa debba significare realmente un'Unione economica e monetaria, in prospettiva un'unione politica. E se questo, come ha detto Angela Merkel parlando al Parlamento europeo, voglia dire che non ci debba essere più una sperequazione eccessiva, ovvero un Paese che investe il 7% del suo prodotto lordo nella ricerca scientifica e un altro che si limita all'1%».
Il presidente della Repubblica ieri pomeriggio al Colle ha anche svelato alla delegazione di ricercatori qualche retroscena sulla politica del governo, discussioni anche vivaci sulla spesa da dedicare alla ricerca.
Ai ricercatori Napolitano lo ha spiegato in maniera diffusa: «Debbo dire onestamente che già da quando si è aperta la polemica sui cosiddetti tagli lineari alla spesa publica e quando si è spostato l'accento sul concetto di spending review il punto che mi premeva è che da ciò emergessero delle priorità nell'impiego delle risorse finanziare. Ma questo è risultato molto difficile: le resistenze, le chiusure, diciamo pure la forza d'inerzia, sono risultate più forti. La dialettica è stata abitualmente tra i ministri dell'Università e dell'Economia: abbiamo qualche volta discusso anche in modo pungente».
Il capo dello Stato non sembra avere dubbi: «La differenza di investimenti in termini percentuali di prodotto lordo per la ricerca spiega molte cose nelle diverse performance delle economie dei Paesi membri dell'Unione Europea dei quali vediamo e conosciamo le ricadute».
La ricerca scientifica è da sempre uno dei temi ai quali il presidente della Repubblica ha rivolto la sua attenzione. L'ha detto apertamente alla delegazione dell'Associazione scientifica: «Sono lieto che uno degli ultimi incontri che tengo qui in Quirinale prima della scadenza del mio settennato sia con i rappresentanti della ricerca, perché è uno dei temi su cui mi sono personalmente impegnato di più».
Alessandra Arachi