I prof ritornano in piazza: "Silenzia ti dal Covid, adesso vogliono fermarci "
SCIOPERO DELLA SCUOLA CGIL, CISL, UIL, GiLDA: ADESIONE AL 16%. A DICEMBRE ERA STATA DEL 5%
Virginia Della Sala
Loredana Rubeis insegna nella scuola media dell'istituto comprensivo Traiano di Roma. "Siamo riusciti a far chiudere la scuola per questo sciopero - ci dice mentre si allontana dal palco che ieri ha ospitato gli interventi dei sindacati - è stato molto partecipato". Dopo due anni di pandemia, i docenti tornano a farsi sentire. Secondo i dati prowisori diffusi ieri pomeriggio, quasi il 16 percento dei prof, quindi in circa 70 mila, hanno aderito alla protesta e non hanno fatto lezione (a cui si aggiungono 52 mila assenti per altri motivi). A dicembre, il primo sciopero dell'era Draghi aveva registrato solo il 5 percento di adesioni. "Il malcontento è grande nei mondo della scuola - spiega Rubeis - però la pandemia ha bloccato qualsiasi tipo di rivendicazione e spirito critico perché tra di noi è passata la retorica che fosse un momento di crisi e di trincea, di guerra, durante il quale nessuno potè va esimersi dal dare il massimo. Anche oltre la coscienza dei propri diritti". L'organico Covid è stata una elemosina, i docenti si sono assunti enormi responsabilità in modo volontaristico : "La scuola non ha retto perché aveva a disposizione organico e risorse, ma perché i docenti hanno questa sorta di vocazione che gli fasenti rè non di lavorare, ma di avere una missione. Questo è positivo da un lato, perché parliamo di minorenni, famiglie e persone ma al tempo stesso non riescono a far scoppiare davvero ciò che non va". Ciò che non va è un tema ricorrente nella piazza: "Ogni governo dice che la scuola è prioritaria e invece stanziano sempre meno fondi: piùallearmi, meno all'istruzione". Oppure: "Bianchi dice che il problema non sono le classi pollaio, ma ii fatto che con la denatalità non si riescano a formare le prime: sarebbe utiìenonpuntareadassida 30 persone, ma ridurre il numero di alunni per cìasse rendendole così gestibili, facendo didattica personalizzatae non lasciando indietro davvero nessuno. Perche sono sempre i più deboli e i più poveri a pagarne le spese". Non si può più bocciare, i dirigenti non vogliono rischiare, la scuola non può rimanereaperta più a lungo. E c'è il precariato, che non aiuta la protesta. "Da anni entrano a scuola centinaia di migliaia di supplenti che magari non conoscono fino infondo i loro diritti, non sono formati su questi aspetti. E un mondo molto frammentato: cambiare scuola continuamente non permette aì corpo docente di amalgamarsi - spiega Claudia Sanna, che insegna a Ladispoli alcuni colleghi precari oggi non hanno partecipato per il timore di non avere giorni di scuola suffícientí a entrare .... nelle graduatorie". Giulia Pezzella è invece una docente precaria in servi zio in una scuola mediadi Roma, "II ministero attuale sta intervenendo massicciamente sull'Istruzione e con l'ultimo decreto stabilisce come si spenderanno i soldi del Pnrr per la Scuola. Ma la riforma tocca il reclutamento e la formazione, un pezzo fondamentale dell'intero sistema". Ci parla dei dettagli: "Sono state aperte le graduatorie per le supplenze durante l'anno scolastico, quindi ci sono collegni che non potranno inserire i giorni di servizio" o del concorso straordinario bis "che pur essendo propagandato come una regalia per i precari storici, con un orale finto, prevede di tenere una lezione estratta su! momento e dunque sullo scibile umano. Un assurdo se si tiene conto che tutti i docenti preparano le proprie lezioni prima di andare in classe". E ancora, un altro corso di formazione obbligatorio con altri crediti da guadagnare "e da pagare. Poi solo chi avrà uno dei posti in graduatoria, avanzati dal vecchio concorso straordinario, ne trarrà giovamento". I posti infatti sono meno di quanti siano i precari con più di 36 mesi di servizio. Infine, i tagli. "Stiamo assistendo al primo caso di cannibalismo docente, eliminano le cattedre per pagare una mancetta una tantum a chi farà la formazione triennale: fanno di tutto per penalizzare i docenti. E dimostrano di non aver mai messo piede in una scuola".