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Il "buon senso" divide la sinistra

Il "buon senso" divide la sinistra "Buon senso o buon posto?" Con questo non amichevole interrogativo, la newsletter di "Proteo Fare Sapere", associazione assai vicina alla CGIL scuola, mette...

25/10/2003
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Il "buon senso" divide la sinistra

"Buon senso o buon posto?" Con questo non amichevole interrogativo, la newsletter di "Proteo Fare Sapere", associazione assai vicina alla CGIL scuola, mette in dubbio le intenzioni (ed interessi) dei sostenitori del "partito del buon senso", coordinato dall'ex capo della segreteria del ministro Luigi Berlinguer dal 1996 al 1999, Vittorio Campione (https://www.proteofaresapere.it/).

L'articolo è anonimamente firmato "Le Minervine", una sigla nuova che si affianca però ad una serie di interventi firmati in chiaro (Tiriticco, Delmoro, Ghinelli ed altri) anch'essi pesantemente critici, ed apparsi all'indomani della esplicita apertura di credito ai "buonsensisti" effettuata dal presidente dei DS, Massimo D'Alema.

Nel breve volgere di due settimane, il documento, del quale Tuttoscuola ha parlato in anteprima nella edizione del 13 ottobre 2003, ha innescato un vivace dibattito, con prese di posizione assai nette, pro o contro, soprattutto all'interno della sinistra. La componente più moderata, che si esprime attraverso il quotidiano "Il Riformista"e la rivista "Italianieuropei" di D'Alema e Amato, condivide nella sostanza le tesi "dialoganti" sviluppate nel documento, mentre la sinistra più movimentista e antigovernativa le attacca duramente, come fa la newsletter di "Proteo Fare Sapere".


tuttoscuola.com venerdì 24 ottobre 2003

Ma dietro il "buon senso" c'è un disegno politico

Certamente la politica scolastica sarà nei prossimi mesi un terreno di confronto tra le due anime della sinistra, quella riformista-moderata e quella massimalista-intransigente, in vista della predisposizione del programma elettorale con il quale l'attuale opposizione si proporrà all'elettorato in occasione delle prossime scadenze, fino alle elezioni politiche del 2006.

I "buonsensisti" ritengono che la partita si vincerà al centro, ma i loro competitori obiettano che il prezzo da pagare sarebbe troppo alto, perché metterebbe in crisi l'identità della sinistra, sporcando la sua "anima" laica ed egualitaria con compromessi ritenuti inaccettabili - in materia di finanziamento della scuola non statale, doppio canale, maestro-tutor "prevalente", revisione del modello storico del "tempo pieno", tradizionale cavallo di battaglia della sinistra pedagogica e politica.

Su questi temi Rifondazione comunista ha proposto all'Ulivo di ingaggiare una battaglia congiunta in Parlamento anche attraverso la costituzione di un coordinamento permanente sui temi della scuola tra i rispettivi gruppi parlamentari.


tuttoscuola.com venerdì 24 ottobre 2003