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Il caso dei supplenti senza stipendio dal 19 settembre “Un’umiliazione”

La Cgil e i docenti pagati con mesi di ritardo “Invieremo le bollette a premier e ministro”

06/11/2014
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la Repubblica

SARA ha cominciato a lavorare il 19 settembre in una scuola elementare a Sant’Agata bolognese. Una sostituzione sino ai primi di novembre. Terminata. Ma non ancora pagata. Lo stipendio per i supplenti non arriva. «Già il viaggio, trenta chilometri al giorno, e i pasti erano a mio carico, ma pur di lavorare accetti tutto. Però insegnare senza essere pagati, se non dopo mesi, è assurdo. Ho fatto anche una sostituzione di una settimana a Castenaso, ma la scuola mi ha già detto che non ha i soldi. Non si può continuare così, io ho 35 anni e sono costretta a vivere ancora con i miei genitori, un’umiliazione». Nella situazione di Sara ci sono decine di insegnanti in provincia di Bologna chiamati per supplenze brevi dagli istituti, dalla primaria alle superiori. Le scuole comunicano al ministero dell’Economia le supplenze fatte dai docenti. I ritardi sono nell’accreditamento dei soldi, che arrivano dal bilancio del dicastero all’Istruzione. Non c’è coordinamento, il sistema si inceppa continuamente. Anche prima dell’estate: chi aveva lavorato a maggio è stato pagato a fine settembre. La Cgil protesta: «Il Tesoro deve pagare, senza più fumosi passaggi. È inaccettabile che si ignori il diritto di chi lavora e ha più bisogno». Bussano i supplenti, ma anche i loro padroni di casa. «In qualche caso chiamano le scuole chiedendo la garanzia per l’affitto», racconta Raffaella Morsia. «Così non si può andare avanti», aggiunge Francesca Ruocco. «Diremo ai supplenti di inviare le bollette da pagare a Renzi e al ministro Giannini».