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Il dilemma del piano assunzioni

di Pippo Frisone

07/01/2015
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ScuolaOggi

Approvata la legge di stabilità, chiusa la consultazione sulla “Buona Scuola” di Renzi,è giunta finalmente l’ora di passare dalle parole ai fatti.Entro il 28 febbraio ci fa sapere il presidente del Consiglio. Tra i nodi ancora da sciogliere e sono ancora parecchi, c’è il piano delle assunzioni.Nella Buona Scuola si parla di assumere 148mila precari , vale a dire tutti gli inclusi nelle graduatorie ad esaurimento fino a svuotarle completamente

.Nelle GAE, tuttavia , sono presenti non poche contraddizioni. E’ stato stimato che circa il 20%  degli inclusi non lavora più da anni nella scuola. Che tra gli inclusi figurano ancora, a pieno titolo, docenti a tempo indeterminato della scuola paritaria mentre quelli a tempo indeterminato delle scuole statali sono stati esclusi. E ancora , nelle Gae risultano inclusi precari appartenenti a classi di concorso desuete o sparite con la riforma Gelmini sui nuovi ordinamenti .Mentre al di fuori delle GAE ci sono circa centomila precari, di cui metà dell’infanzia-primaria, inclusi nella seconda fascia delle graduatorie d’istituto, non solo provvisti di abilitazione ma che da anni lavorano su posti interi e spezzoni comuni e di sostegno .Precari, questi ultimi, in buona parte con oltre 36 mesi di servizio, interessati alla recente sentenza della Corte di Strasburgo e che non pochi problemi potrà creare all’attuale Governo.Le proposte che vengono messe in campo non sono tuttavia risolutive del problema. Riservare ai precari inclusi in seconda fascia una quota dei 40mila posti che verranno messi a concorso, è una toppa che non coprirà il buco e che non eviterà il contenzioso seriale di quanti hanno maturato i 36 mesi con la reiterazione dei contratti a termine. Oppure l’inasprimento dell’anno di prova per i neo-assunti, tallonati a vista da arcigni dirigenti scolastici,trasformati “in sindaci delle scuole”Sul piano delle assunzioni, in questa fase, si intrecciano e sovrappongono da un lato la volontà del Governo di prosciugare le GAE e dall’altro gli effetti della sentenza  della Corte di Strasburgo .Il Governo è alla ricerca di una soluzione che salvi in larga parte i precari inclusi nelle Gae, superando qualche contraddizione interna alle stesse e nello stesso tempo tendendo una mano ai precari inclusi in seconda fascia delle graduatorie d’istituto.La vera incognita tuttavia rimane la sentenza  di Strasburgo con gli effetti dirompenti a cascata che potrà determinare con l’avvio di migliaia e migliaia di ricorsi in tutta Italia per rivendicare non solo la stabilizzazione ma anche il risarcimento del danno subito.Gli Uffici Legali di tutte le OO.SS. sono già all’opera nella raccolta dei ricorsi su tutto il territorio nazionale. Ricorsi nuovi che si aggiungeranno ai precedenti sulla stessa materia, distribuiti nei diversi gradi di giudizio e avviati sette otto anni addietro.Qualunque sarà l’articolazione del piano di assunzione del Governo sarà difficile chiudere la quadradei problemi, cercando di accontentare tutta la vasta platea del precariato per mettere a tacere il contenzioso.Bisogna cercare di rispondere in primis alle censure fatte dalla Corte di Strasburgo, adeguando il nostro ordinamento sui contratti a termine con la normativa europea.Il piano delle assunzioni deve, pertanto, prevedere la stabilizzazione non solo dei precari storici delle GAE ma anche di quanti, in possesso dell’abilitazione, a prescindere dalla tipologia di graduatorie, abbiano maturato i 36 mesi con la reiterazione dei contratti a termine. Due mesi per affrontare e risolvere tutti questi problemi assieme alla riforma della scuola, tagliando fuori ogni forma di rappresentanza ,credo non bastino. Non aver costituito il Consiglio Nazionale dell’Istruzione, procedendo a indire le elezioni che da 15 anni vengono rinviate di anno in anno,  facendo decadere definitivamente il CNPI, rischia di pregiudicare gli stessi processi di riforma che il Governo intende varare. L’assenza di pareri obbligatori in materia di ordinamenti e di assunzione del massimo organismo rappresentativo del personale scolastico , è già stato motivo di censura in altre occasioni da parte del Tar del Lazio .