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Il dossier Flc Cgil: 2011, anno zero per gli atenei

Finalmente con il nuovo anno si fa luce sui tagli che il governo Berlusconi ha praticato sui bilanci dell'università pubblica

22/01/2011
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Ro.Ci.


Finalmente con il nuovo anno si fa luce sui tagli che il governo Berlusconi ha praticato sui bilanci dell'università pubblica. Non è la prima volta che un rapporto della Flc-Cgil dimostra come la riduzione del fondo ordinario di finanziamento degli atenei (Ffo) sia l'antefatto di un progetto che porterà l'istruzione superiore ad un livello precedente agli anni Ottanta. Il primo rapporto era stato pubblicato dal sindacato nei mesi immediatamente successivi all'approvazione della legge 133 con la quale il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha dirottato dal fondo annuale alle università di 7,4 miliardi ben 1,3 miliardi di euro per salvare Alitalia.
Quello pubblicato ieri permette di tracciare un bilancio definitivo sul processo di dismissione in corso. Secondo le tabelle della Flc-Cgil, che riprendono dati già noti da tempo ma hanno il merito di metterli in un ordine logico, con il 2010 è terminato l'effetto degli stanziamenti triennali di 598 milioni di euro del 2008 e di 998 milioni nel 2010. Dal 2011, il sistema universitario dovrà affrontare nuovi tagli lineari senza alcuna compensazione. Con una finanza pubblica gestita con arbitrio e pregiudizio da Tremonti ci sono poche speranze che una parte dei proventi di un futuribile scudo fiscale possano compensare i 316 milioni sottratti al Ffo. E non basteranno nemmeno i proclami autistici del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini per dimostrare che dalla didattica e dalla ricerca non sono state sottratte risorse, come in realtà ha fatto nel 2010 sostenendo che gli 800 milioni stanziati nel Milleproroghe sono un finanziamento pari ai 1,3 miliardi tagliati nel 2008.
Nel rapporto Flc Cgil si legge che nel triennio 2011-2013 il fondo sarà inferiore al 2010, raggiungendo nel 2012 una riduzione record di 500 milioni annui. Senza contare che, quando entrerà in vigore la riforma Gelmini, gli atenei "virtuosi" che avranno diritto a chiamare i concorsi per professori associati (1500 in tutto), oltre che poche centinaia per i ricercatori a tempo determinato, dovranno attingere le risorse dal Ffo. Le facoltà dovranno sgomitare parecchio per accaparrarsi le risorse per finanziare anche i dottorati di ricerca, gli 11 milioni di euro necessari per il trattamento economico dei ricercatori e 3,5 milioni per gli assegni di ricerca.
Il sindacato diretto da Domenico Pantaleo ricorda infine che questo processo ha investito come non mai il diritto allo studio tagliato del 49,09 per cento e del 40,44 per cento i finanziamenti per gli alloggi degli studenti fuorisede. Sempre ieri il consiglio dei ministri ha nominato i sette componenti dell'agenzia per la valutazione della ricerca universitaria e della ricerca (Anvur) a 3 anni dalla sua istituzione. Ci sono economisti, medici, ordinari di management e un solo umanista, un docente di sociologia dell'educazione. «Gelmini ha accentuato il controllo politico sull'Anvur» ha commentato Manuela Ghizzoni (Pd). Come del resto ha fatto per la governance degli atenei e per quella del Cnr.