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Il Giorno: 5 in condotta, avanti tutta. Ma è il Far West

Gli studenti: "Valutazioni diverse da scuola a scuola. Pronti i ricorsi". E la CGIL: Rinviare l'applicazione della legge

23/01/2009
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Il Giorno

di SILVIA MASTRANTONIO

A PUNTARE il dito sono soprattutto gli studenti. Il voto in condotta non riescono a digerirlo e lanciano allarmi che attraversano la Penisola. Ci sono scuole dove gli scrutini sono stati ultimati ancora prima che fossero noti i contenuti ministeriali sulla valutazione del comportamento; ci sono istituti che hanno bollato in massa gli studenti accusati di aver organizzato o preso parte alle occupazioni d'autunno. E se adesso i professori presentassero il conto con un'insufficienza in condotta che, trascinata fino alla fine dell'anno, potrebbe determinare una bocciatura? I dubbi sono molti e alimentano le polemiche. Tanto che la Cgil scende in campo a fianco dei giovani che invitano il ministro Mariastella Gelmini a cercare soluzioni «soft», ovvero rimandare l'applicazione rigorosa dei nuovi principi sul comportamento almeno di qualche mese. In alternativa, si chiede al ministero di viale Trastevere di vigilare con attenzione su presunti abusi di chi decide i voti in pagella. SI PARLA di confusione, addirittura di Far west. E si cita l'esempio di Como dove, in qualche istituto, le valutazioni dei docenti sono antecedenti al 16 gennaio (data di pubblicazione del decreto specifico), per concludere che i 5 in condotta assegnati in quella data non possono essere ritenuti legittimi. Si dovrà far ricorso a denunce ed esposti o ci si affiderà al buon senso degli insegnanti? Legittimi o meno, di 6 in condotta al liceo Einstein di Padova ne sono piovuti un centinaio (oltre a un 5), mentre all'Albertelli di Roma è stato stabilito che la valutazione del comportamento sarà determinante per la partecipazione degli studenti alle gite scolastiche. Sempre a Roma, ma all'Augusto (e anche in altri istituti come il Newton), in questo tipo di scrutinio peserà anche la partecipazione alle occupazioni d'autunno. PER la Rete si tratta di vere minacce, di ricatti inaccettabili da parte dei professori. «Presidi e docenti sottolineano gli studenti della Rete non possono ergersi a giudici e persecutori, è una logica che non aiuta a crescere e diffonde un senso sbagliato delle regole di cittadinanza e di convivenza democratica». «Ricordiamo riferisce l'associazione guidata da Luca De Zolt che il voto deve tener conto del percorso che lo studente fa e non di episodi specifici, non fa media con gli altri voti, e deve essere dato in maniera collegiale per ogni singolo studente: non possono esistere punizioni collettive». Proprio il punto della media con i risultati delle altre materie è quello più contestato dai giovani, che non ritengono la condotta una «materia» da mettere al pari delle altre. E soprattutto capace di incidere sull'eventuale bocciatura finale. I GIOVANI della Rete hanno il supporto anche della Cgil con Mimmo Pantaleo. L'unico sindacato che in questi giorni, a parte quelli di base, abbia condiviso la battaglia contro il voto di condotta. Per Pantaleo «deve essere chiarito che la normativa si riferisce alla valutazione periodica e finale, che sono prerogativa delle scuole e dei docenti. Non può assolutamente limitare la libertà di espressione degli studenti, e tantomeno la loro partecipazione alle assemblee o alle iniziative di mobilitazione». Certo è che per il ministro Gelmini la valutazione del comportamento rappresenta un grosso passo avanti anche nella lotta ai fenomeni deteriori come il bullismo. «La scuola ha detto per non venir meno al suo compito educativo deve agire con fermezza, sanzionando chi si comporta male e valorizzando gli studenti migliori sia sul piano della formazione scolastica sia su quello del comportamento». UNA SVOLTA nel senso della «tolleranza zero» all'interno delle scuole per restituire serietà all'istituzione. Così la vede il ministro, mentre soprattutto il web è lo spazio dove i giovani si dividono tra la consapevolezza che l'intero sistema di formazione ha la necessità di recuperare credibilità e la paura di scontrarsi con limiti nuovi e sconosciuti.