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Il Giorno-Non parcheggioma servizio da migliorare ulteriormente

Non parcheggioma servizio da migliorare ulteriormente La Lombardia è la regione con il più alto numero di famiglie in cui entrambi i genitori hanno un lavoro esterno a tempo pieno. E la provinci...

01/10/2003
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Il Giorno

Non parcheggioma servizio da migliorare ulteriormente

La Lombardia è la regione con il più alto numero di famiglie in cui entrambi i genitori hanno un lavoro esterno a tempo pieno. E la provincia di Milano è il cuore produttivo della nostra regione. Che ripercussioni avrà in questa zona l'annunciato "ridimensionamento" del tempo pieno? Da madre di due figli in età scolare rispondo: nefaste. Il mondo del lavoro in Italia - aldilà delle tante parole spese nei più vari consessi - non si è affatto adeguato alle mutate esigenze dei nuclei familiari: il part time è un lusso o una rara concessione, gli orari di lavoro tendono ad allungarsi in nome della cosiddetta "flessibilità", e una coppia di genitori con figli è costretta a fare veri e propri salti mortali per star dietro a tutto. La scuola pubblica - grazie all'autonomia e in ragione del recente instaurarsi di un regime di "concorrenza" tra istituti - negli ultimi anni ha rinunciato almeno in parte a quella "rigidità" che la caratterizzava per venire incontro alle esigenze dei suoi utenti. Ora sembra che si stia imboccando la strada opposta: ridurre i servizi educativi senza alcuna contropartita. E senza alcuna spiegazione. Nessuno vuole qui affermare che bambini di sei o sette anni (ora, con la riforma Moratti, anche di cinque e mezzo) debbano stare fermi nei banchi o chini sui libri per otto ore al giorno. Anzi, ben vengano le attività fisiche e i momenti di gioco, da considerare a tutti gli effetti "elementi educativi". Ora invece il progetto di riforma "taglierebbe" dieci ore di presenza degli insegnanti, considerando la mensa non più come "tempo educativo" (di conseguenza i bambini tornerebbero a essere accompagnati al refettorio da personale non docente). Ma come si può pensare che i bambini impieghino due ore al giorno a mangiare? E se dopo il pranzo gli alunni hanno avuto finora la possibilità di rilassarsi e magari uscire un po' in giardino, chi si prenderà d'ora in poi la responsabilità di assisterli? Sembra improbabile che lo faccia il già scarso personale non docente. E le tre ore "facoltative" che significato avranno? Chi lavora sarà costretto a far riferimento alla scuola privata, che già per i nidi e le materne può garantire una maggiore ampiezza e flessibilità d'orario? E chi non si può permettere né la retta della privata né una baby sitter per molte ore al giorno? Il tempo pieno è un servizio pubblico prezioso e un'importante possibilità di scelta educativa: non va smantellato per risparmiare quattro soldi. C.Can.

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