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Il Manifesto-Il processo agli occupanti

Il processo agli occupanti Sospensioni e altre punizioni per gli studenti del liceo romano Virgilio CI. GU. - ROMA E' un tribunale efficiente quello che la preside Rosanna Bornoroni ha is...

17/01/2002
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il manifesto

Il processo agli occupanti
Sospensioni e altre punizioni per gli studenti del liceo romano Virgilio
CI. GU. - ROMA

E' un tribunale efficiente quello che la preside Rosanna Bornoroni ha istituito nel liceo romano Virgilio. Il foro autolegittimato sforna processi e sentenze che è una bellezza. Sotto accusa diciannove studenti, accusati di aver organizzato l'occupazione di un mese fa e di aver causato "ingenti danni materiali".
Le sentenze sono pesantissime. Le ultime sono state lette ieri: otto giorni di sospensione e sette di pulizia; dieci giorni di sospensione e due di pulizia; due giorni di sospensione e due di pulizia per due studenti accusati di atti meno "gravi". Usiamo le virgolette perché il ragazzo punito con otto giorni di sospensione era accusato nell'ordine: di aver spintonato la preside, di aver sfasciato una porta e di aver rubato le chiavi della scuola.
Appoggiata dalla stragrande maggioranza dei professori del liceo, il dirigente scolastico ha istituito una fantasiosa struttura giudicante. Lei è, ovviamente, il giudice, la giuria popolare sono i professori del consiglio di classe, gli auditori sono i rappresentanti di classe degli studenti e dei genitori. Nel marchingegno manca la figura dell'avvocato difensore, ma non è una dimenticanza: i diciannove accusati sono colpevoli a priori. Professori e preside hanno addirittura stilato un documento per spiegare che l'occupazione è una forma di protesta illegittima, che nuoce all'istituzione scolastica sempre e comunque.
Il ragazzo di cui sopra aveva a suo carico la testimonianza di alcuni professori (la "deposizione", però, non è stata rilasciata in pubblico); alcuni studenti hanno invece testimoniato a favore del ragazzo, ricostruendo i fatti. Niente da fare, la "corte" è stata irremovibile. Morale: la parola del professore vale più di quella dello studente. Educativo, no? I suoi compagni di classe che, per protesta, si sono autodenunciati dovranno scontare sette giorni di pulizia. "Pulire cosa? - ha chiesto la rappresentante di classe - Non c'è più nulla da pulire nella scuola". "Qualcosa si trova sempre" è stata l'istruttiva risposta della preside, la quale ha dovuto demordere dall'intenzione di condannare il presunto leader dell'occupazione a ben 15 giorni di sospensione. Da scontare subito, in questo ultimo stralcio di quadrimestre, indispensabile per terminare i compiti in classe. Solo l'intercessione di qualche professore ha salvato il ragazzo dall'eccessivo accanimento.
Resta una domanda: le scuole autonome sono feudi intoccabili o tra gli "standard minimi nazionali" di cui tanto si parla esiste anche quello della democrazia?