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Il Mattino: Chi giudica le Università

intervento

17/09/2007
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Il Mattino

L’INTERVENTO

PASQUALE CIRIELLO *
C'è una svolta per il sistema universitario? Facendo uso di ragionevole prudenza, diciamo che sembrano sussistere le premesse perché una svolta si avvii. Questo, credo, possa essere il senso ultimo dell'incontro del ministro dell'Economia Padoa-Schioppa e del ministro dell'Università Mussi con la Conferenza dei Rettori. Naturalmente, i due rappresentanti del governo hanno mantenuto un riserbo sulla dimensione degli interventi che ci si appresta a fare. Tuttavia, è sembrato che il governo abbia maturato una maggiore consapevolezza del mondo degli atenei, che è fatto di ombre (sulle quali si accentra l'attenzione dei mass media), ma è fatto anche di tante luci. Assumere l'impegno di portare gli investimenti nel settore, attraverso un piano pluriennale, in linea con la media europea, di passare cioè dall'attuale 0,8% del pil all'1,2% è impegno gravoso, molto più di quanto l'esigua cifra dello 0,4% lascerebbe pensare. Riconoscere la necessità di conseguire questo obiettivo, però, vuol dire anche dare atto di quanto il nostro sistema universitario sia stato e sia sottofinanziato. Circostanza questa che non dovrebbero trascurare i soloni che non perdono occasione per ergersi a censori dell'accademia. Sia chiaro: non si chiede affatto di non colpire i casi di mal costume accademico. Chiunque amministri denaro pubblico deve dare conto delle scelte fatte e dei risultati conseguiti. Ma sparare nel mucchio non è politica saggia. Serve solo a deprimere quanti hanno correttamente operato. Come se ne esce? Dando spazio a una valutazione la più equa e seria possibile, come peraltro ha sottolineato lo stesso Mussi. Anche questo non è compito agevole. Operare una valutazione equa significa non comparare, ad esempio, atenei a connotazione fortemente specialistica - come l'Orientale di Napoli e quelli ad esso affini, che rendono all'intero paese un servizio peculiare che non può non avere un suo costo - ad atenei che specialistici non sono. Significa, altresì, dare il giusto peso al contesto territoriale e sociale in cui gli atenei sono chiamati ad operare. Che l'operazione sia difficile, tuttavia, non significa che essa non possa venire effettuata. L'augurio è che, insieme con l'iniezione di risorse nuove, si rafforzino meccanismi premiali severi, ma giusti. *Rettore Università Orientale